Sono ormai spente le luci e un giudizio ‘a freddo’ su quello che è stata la due giorni di Roma è oggi possibile. Innanzitutto il valore dell’iniziativa: veramente coraggiosa e superba l’intuizione di lanciarla in questo momento così delicato per le continue discussioni e polemiche spesso vuote e inutili. Il risultato ha premiato il nostro Sindaco che tanto ha lavorato su questo piano strategico di sviluppo.



Chi come me ha seguito i lavori ne avrà certamente ricavato una positiva impressione sia per l’alto numero di partecipanti che per i contenuti di alto valore che sono stati illustrati. Mi sia permessa una piccola nota: non ho sentito parlare di sussidiarietà come strumento di approccio ad alcuni temi di fondamentale importanza e così cari a noi cattolici. Non dubito che sia stato il taglio ‘tecnico’ dell’iniziativa la motivazione di tale dimenticanza!



Ma il messaggio che ho trovato più importante è quello sul futuro: riprendiamo a sperare che concretamente si possa aprire una nuova fase per la nostra città. Tre i temi che più hanno affascinato: Roma città della sostenibilità ambientale, della cultura e dell’entertainement, e la candidatura per le Olimpiadi 2020.

Con ordine: qualità della vita in relazione alle tematiche ambientali. Presentare ambiziosi progetti che mirano a ridurre le emissioni di anidride carbonica di oltre il 25% è materia di straordinaria attualità. A tutti interessa migliorare le condizioni dell’aria che respiriamo e l’impressione avuta è che ci fosse molta concretezza nei temi presentati. “Smart-grid” nel piano di assetto dell’Eur, diffusione del fotovoltaico e in generale incentivi a un maggior utilizzo delle energie rinnovabili fanno ben sperare per il futuro. A queste indispensabili iniziative si dovrà accompagnare l’incentivo al minor utilizzo delle auto per la mobilità urbana: è questa, infatti, una delle principali cause dell’inquinamento dell’aria. A Roma circolano 66 auto ogni 100 abitanti contro le 60 in media dell’Italia. Il piano di sviluppo della mobilità sostenibile ha fornito, al proposito, parecchie indicazioni di lavoro.



Il secondo tema: Roma città della cultura e dell’entertainment.

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Recuperare il primato in numero di turisti che attualmente ci vede terzi dopo Parigi e Londra è obiettivo alla portata della Capitale. La creazione di un nuovo sistema di offerta turistica e ricreativa basato sullo sviluppo di un secondo polo turistico e la contemporanea valorizzazione del patrimonio storico, artistico, naturalistico e archeologico costituiscono i temi su cui si sono sviluppati numerosi progetti. Tanto lavoro per un obiettivo che veramente ci sta a cuore: Roma centro dell’eccellenza nell’offerta turistica.

 

Terzo tema: le olimpiadi a Roma nel 2020. Si è insediato nell’occasione il Comitato Promotore presieduto da Mario Pescante e composto da autorevoli personalità. I non più giovanissimi ricordano il 1960, quando la Capitale seppe dare il meglio di sé e non ci furono risparmiati apprezzamenti per la qualità e perfezione organizzativa. Il progetto che più volte abbiamo visto scorrere nei filmati fa ben sperare. Al momento siamo i primi ad aver avanzato la candidatura. Certo la probabile concorrenza di Tokio e Istanbul è temibile ma la nostra capacità creativa saprà ben guidarci: forse non avremo l’appeal del Brasile che porterà per la prima volta le Olimpiadi in Sudamerica, o l’astuzia degli inglesi, che hanno illustrato il loro progetto in francese in onore del Cio (che ha sede a Parigi); ma per il 2020 possiamo ben giocarcela. I ritorni per la città sono straordinari: posti di lavoro, infrastrutture che rimarranno al servizio dell’urbe e soprattutto qualche miliardo di persone che avrà la curiosità di vedere la città eterna…

 

Infine, ritengo magistrale la modalità di chiusura dei lavori: il dialogo con chi vuole il bene di Roma. Non si può prescindere da questa importante prerogativa e mi pare che il messaggio che è arrivato da governo, associazioni e sindacato sia ben augurale. Già il titolo dell’evento (“Costruiamo insieme la nuova Capitale”) faceva ben sperare e le attese non sono andate deluse.

 

L’interesse dei romani è che questo lavoro sia solo l’inizio di un percorso che vedrà crescere la qualità della nostra città. Non so se saranno così tanti gli investimenti e i nuovi posti di lavoro come ho letto nella cartellonistica che in queste ore tappezza Roma, ma i presupposti sono buoni. E si badi bene, tutto questo andrà fatto senza dimenticare il lavoro del contingente: l’assistenza, le buche, i campi nomadi, i servizi agli anziani e non solo. Roma e i romani hanno bisogno di sperare per il futuro.

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