Le piccole e medie imprese italiane, linfa vitale del nostro sistema economico, sono state duramente messe alla prova dalla crisi mondiale che ha colpito i mercati nel 2009. Come spesso accade, però, l’imprenditore – messo alle strette e capendo la reale potenzialità della crisi – cerca di alzare la testa e guardarsi intorno sondando alcune possibilità che fino a quel momento non aveva mai preso in considerazione. Il risultato è stata una grande richiesta di accesso alle agevolazioni offerte dai soggetti gestori di strumenti regionali, nazionali e comunitari.



Le imprese hanno dovuto però fare i conti con una realtà apparentemente idilliaca che si trasformava da oasi felice fatta di contributi a fondo perduto, di tassi agevolati e di crediti di imposta in una distesa di sabbia a causa di un DURC che non era più regolare o di un ritardo di pagamento che pesava sulla centrale dei rischi, incrinando di fatto i rapporti bancari.



Da un’indagine svolta dall’ufficio studi di Impresa e Territorio – su un campione di 2500 imprese ammesse a contributo pubblico tra il 2007 e il 2008 – solo il 56%, ovvero poco più di 1.400 imprese, nel 2010 avevano conservato i requisiti di ammissione, destinando le restanti imprese alla probabile revoca delle risorse pubbliche impegnate.

Il dato, benché brutale, fotografa perfettamente una situazione che vede ancora gli strascichi di una crisi che ha devastato il mondo delle piccole e medie imprese. Bisogna considerare, però, che un progetto di investimento agevolato con risorse pubbliche è un programma pluriennale che si realizza in un arco temporale medio/lungo. Pertanto, ipotizzando una gestazione progettuale di 48 mesi, entro quest’anno potremmo tirare le somme e contare i disimpegni effettivi.



Rispetto al quadro nazionale, la situazione del Lazio non è tra le più drammatiche. Il Pil della regione nel 2010, secondo le stime più recenti, è indicato in crescita dell’1,1%. Questo dato ci fa ritenere che le imprese abbiano iniziato un trend positivo e che pertanto il numero effettivo di progetti che non verranno portati a termine sarà molto minore rispetto alle ipotesi fatte, essendo migliorate le condizioni generali.

Investire per uscire dalla crisi, piuttosto che chiudersi su se stessi e ridimensionare l’attività: questo è stato il pensiero positivo di un elevato numero di imprese in un momento storico particolarmente buio. La finanza agevolata si è rivelata un valido strumento che ha permesso in un periodo di recessione economica di trovare risorse finanziarie a condizioni più vantaggiose di quelle rinvenibili sui mercati finanziari.

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E il mondo della finanza agevolata continua a offrire alle imprese notevoli possibilità per cofinanziare lo start up e/o l’espansione aziendale. Le risorse in campo non sono poche: nel dicembre 2005 il Consiglio Europeo è giunto a un accordo sulle Prospettive finanziarie dell’UE per il 2007-2013, approvate da parte del Parlamento Europeo. La spesa complessiva per il periodo in questione, calcolata per un’Europa a 27, è di 862.363 miliardi di euro, pari all’1,045% del Prodotto interno lordo dell’Unione. Per il periodo 2007-2013 l’Italia godrà di oltre 120 miliardi di euro, di cui circa 28,5 miliardi di fondi europei. Per i fondi strutturali le risorse vengono assegnate alle imprese e agli enti locali attraverso circa 200 Piani Operativi Regionali, Interregionali e Nazionali. Complessivamente si possono stimare circa 2.500 strumenti agevolativi.

 

Per la sola Regione Lazio lo strumento di programmazione delle risorse cofinanziate dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale prevede risorse complessive per circa 740 milioni di euro, di cui circa 350 destinate alle Pmi localizzate sul territorio regionale. È di pochi giorni fa la notizia che la Filas – la società di sostegno per i progetti di sviluppo nel Lazio – ha aperto un bando destinato a finanziare, in partnership con investitori privati, lo start-up e lo sviluppo di PMI innovative nella regione. Il co-investimento riguarda partecipazioni minoritarie e temporanee nel capitale di rischio delle PMI, fino ad un ammontare massimo di 1,5 milioni di euro e prevede una ripartizione dei ritorni dell’investimento vantaggiosa per il co-investitore privato.

 

Inoltre, è stato attivato dal Comune di Roma un fondo di garanzia per le piccole e medie imprese romane con l’obiettivo di agevolare l’accesso al credito finalizzato ad un’ampia gamma di esigenze delle imprese, dai nuovi investimenti al finanziamento del circolante, dal consolidamento dei debiti esistenti allo smobilizzo dei crediti.

 

Sono da segnalare, infine, gli strumenti promossi dalla Camera di Commercio di Roma attraverso le convenzioni con i consorzi di garanzia. Oltre a facilitare l’accesso al credito ordinario agli imprenditori, questi strumenti permettono di recuperare il totale degli interessi dovuti a fronte di particolari mutui chirografari, accesi per sostenere investimenti in beni strumentali, che la CCIAA eroga in una unica soluzione in via anticipata.