E dunque Roma celebra Nerone. Doveva capitare prima o poi. Anche per un senso di par condicio della storia. L’anno scorso la Sovrintendenza aveva dedicato una mostra a Vespasiano, adesso tocca al suo predecessore che tanta fama cattiva ha avuto per secoli innanzitutto per opera dei Flavi, che ne distrussero l’immagine per sempre. Anche se contribuirono a farlo percepire come un grande della storia, cattivissimo e quindi interessante.
Ne hanno giustamente riequilibrato il giudizio storico gli studi di Luciano Canfora, che in questo caso è stato revisionista rispetto al mito dell’imperatore egoista e gaudente, corrotto e ingannatore.
Ma certo quando si pensa a una mostra (pur così ricca di riferimenti archeologici e monumentali nell’area fra il Colosseo e il Palatino) e ai milioni di visitatori che durante l’estate la vedranno, il pensiero va a che cosa rappresenti davvero Nerone, più che nella storia, nell’immaginario collettivo: le feste private con Poppea, l’incendio appiccato per interesse, la colpa data ai cristiani grazie alla propaganda manovrata dal Palazzo imperiale…
La storia romana antica è spesso percepita come un susseguirsi di esempi, di medaglioni, buoni o cattivi che siano. Menenio Agrippa, Attilio Regolo, Bruto… Nerone è una storia brutta, perché incarna l’immagine del potere politico che inganna e sfrutta tutto e tutti con grande cinismo.
È il potere con la P maiuscola che va fuori di testa, tanto che finisce sempre per essere accostato in una lista, non cronologica, ma morale, accanto a Hitler e Stalin.
Dunque festeggiamo Nerone con questa bella mostra archeologica. Scopriamo i suo meriti di urbanista. E ristrutturatore. Spieghiamo che senza le sue prepotenze nell’area del Colle Oppio dove c’era, e c’è ancora, la Domus Aurea (Nerone è stato l’unico imperatore a non vivere in una casa sul colle Palatino) e senza la sua famosa piscina, oggi non ci sarebbe il Colosseo. E tuttavia non lasciamoci andare alla rivalutazione postuma e sommaria del grande tiranno, del persecutore dei cristiani, dell’imperatore capriccioso ed egoista. Non ne abbiamo proprio bisogno.