Fra qualche settimana, Roma sarà invasa dai pellegrini che parteciperanno alla beatificazione di Giovanni Paolo II. Nella Capitale, lo stesso giorno, il Primo Maggio, si svolgerà come di consueto il “concertone” per la Festa dei Lavoratori. Ma non è solo per questo motivo che in città si torna a parlare insistentemente di “rilancio turistico”. Roma ha un grandissimo obiettivo a lungo termine, i Giochi Olimpici del 2020, mentre nel medio periodo si appresta a restaurare il suo monumento simbolo, il Colosseo. Di questo e di molto altro IlSussidiario.net ha voluto discutere con il vicesindaco, Mauro Cutrufo.
Vicesindaco, come si rilancia il turismo di una città come Roma?
Rilanciare il turismo romano significa mettere in campo una strategia su doppio binario: da una parte il miglioramento dei servizi di accoglienza per i turisti e la riqualificazione del centro storico, il primo polo turistico della Capitale. Dall’altra la creazione di un sistema di offerta differenziato nel quadrante Sudovest della città con la realizzazione di un Secondo Polo Turistico».
Quanto incide il turismo sull’economia di questa città?
«Questo settore è già uno degli assi portanti dell’economia capitolina e fa registrare ogni anno circa 14 milioni di arrivi. Peraltro il 2010 ha segnato un vero e proprio record (un milione in più di arrivi), che ha consentito di chiudere l’anno con un +10% rispetto al 2009. Anche questi primi mesi del 2011 hanno mostrato un andamento molto positivo, con il +9% di arrivi a febbraio e il +10% a marzo».
Quali sono state finora le iniziative più importanti messe in campo dall’amministrazione comunale?
«Con la collaborazione delle categorie abbiamo portato avanti una serie di iniziative per promuovere trasparenza e cordialità nel rapporto con i turisti, abbiamo poi messo in campo servizi di utilità per chi viene a Roma, come il sito web multilingua, informazioni accessibili dagli smart phone, la Roma Pass, card turistico culturale integrata con il trasporto pubblico, rafforzato il numero dedicato ai turisti 060608. Di medio termine, è invece il progetto del Secondo Polo che sta creando cinque nuovi sistemi di offerta (nautico-diportistico croceristico, congressuale-convegnistico, golfistico, sistema dei parchi verdi attrezzati e sistema dei parchi a tema) per attrarre nuovi target. Sul suo stato di avanzamento faremo il punto in occasione degli Stati Generali del turismo, in programma il prossimo 24 maggio alla Luiss».
Come si sta preparando Roma, dal punto di vista infrastrutturale, ma non solo, ai grandi eventi che la attendono, innanzitutto il Primo Maggio che vedrà a Roma la beatificazione di Giovanni Paolo II e il concerto per la festa dei lavoratori?
«Per un evento di primaria importanza come la Beatificazione di Papa Wojtyla, è stata avviata una cabina di regia che vede coinvolti il Vaticano attraverso l’Opera Roma Pellegrinaggi, Roma Capitale, la Provincia di Roma e la Regione Lazio, i volontari della Protezione Civile, le Forze dell’ordine, compresi i nostri Vigili urbani. La città attende l’arrivo dei pellegrini ed è pronta ad accoglierli. È ancora possibile trovare sistemazioni libere a Roma, ma si potrà anche soggiornare nei dintorni, visto che sono state coinvolte Provincia e Regione, fino anche al sud della Toscana e al nord della Campania. Stiamo lavorando all’allestimento dei punti di accoglienza nelle zone adiacenti a San Pietro, ai maxischermi e al piano dei trasporti pubblici».
Riuscirà Roma a gestire un così alto numero di persone?
«È chiaro che la Capitale avrà una grande responsabilità, ma già in altre occasione, come durante i funerali di Giovanni Paolo II, si è dimostrato che Roma è in grado di gestire eventi di così grande partecipazione popolare. Roma Capitale e la Regione Lazio dal punto di vista organizzativo hanno coinvolto la Protezione civile, la Croce Rossa, tutte le Forze dell’ordine e 3000 volontari per un totale di circa 7/8 mila persone che saranno al lavoro in quei giorni».
Cosa significa per una città come Roma l’obiettivo delle Olimpiadi del 2020?
«Le Olimpiadi e in generale i grandi eventi possono diventare un forte acceleratore dell’economia urbana per la città ospitante, perché sono una vetrina a livello mondiale e un grande attrattore di investimenti. Solo nel 2013 il Cio a Buenos Aires annuncerà la città olimpica, e Roma si sta preparando da tempo per quella data. Con molti dei 22 interventi del Secondo Polo Turistico, pronti per quella data, la Capitale avrà una rete infrastrutturale rafforzata; inoltre il 60 per cento degli impianti sportivi esiste già, dobbiamo mettere mano a quello che manca e a investimenti mirati sugli impianti esistenti. Il nostro intento è gestire questo evento nell’ottica non della sua eccezionalità, ma dell’impostazione di infrastrutture e interventi da cui potranno trarre vantaggi i cittadini, come la vivibilità del Tevere e la qualificazione delle zone interessate».
Un’appuntamento come Expo Milano 2015 potrà avere effetti anche su Roma oppure la Capitale non sarà coinvolta?
«I due sindaci di Roma e Milano hanno siglato un protocollo d’intesa proprio per la promozione di Expo 2015. Roma si è dunque impegnata a collaborare all’organizzazione di attività legate all’Esposizione Universale che ospiterà il capoluogo lombardo, mettendo a disposizione le proprie eccellenze culturali, artistiche e turistico-ricettive. Saranno valorizzati eventi culturali, artistici e scientifici che da Roma potranno essere integrati nel circuito di manifestazioni e momenti di approfondimento dei temi cardine di Expo 2015».
Cosa prevede inoltre questo protocollo d’intesa?
«Prevede lo sviluppo delle strutture ricettive e dell’offerta turistica di Roma, del sistema universitario della capitale e un’implementazione delle infrastrutture di trasporto e di supporto logistico. Inoltre, Milano e Roma si impegnano a realizzare insieme una serie di nuove iniziative culturali e artistiche. Sotto il profilo turistico, l’Expo farà affluire 9 miliardi di euro in Lombardia di cui 6,6 milioni a Milano. Per quanto riguarda Roma, le iniziative turistiche legate alla manifestazione raggiungeranno, nel complesso, 540 milioni di euro. L’Expo non sarà infatti un evento soltanto milanese, ma nazionale, perché destinato a essere una vetrina della “nuova Italia”».
Cosa significa per Roma procedere alla ristrutturazione di un monumento simbolo come il Colosseo coinvolgendo i privati?
«L’accordo con Della Valle per iniziare i lavori di restauro del Colosseo rappresenta una pietra miliare, un modello riproponibile anche per altri interventi di restauro. Dobbiamo infatti prendere atto che se tocca agli amministratori prendere in carico la gestione e l’ordinaria manutenzione della nostra immensa eredità archeologica e monumentale, è necessario trovare nuove fonti di finanziamento per le opere straordinarie. Tutto il centro storico di Roma è patrimonio Unesco. Una cosa più unica che rara. Roma è un museo a cielo aperto che viene vissuto e attraversato ogni giorno da circa 4 milioni di persone, se ai residenti si sommano pendolari, turisti, militari, religiosi, personale diplomatico, fino ai senza fissa dimora».
Come si può mantenere intatto questo patrimonio?
«Dobbiamo studiare delle soluzioni alternative. Il mecenatismo privato non è un fenomeno inventato oggi, è sempre esistito. Con il modello proposto da questa amministrazione finalmente si potrà intervenire sul monumento italiano più famoso al mondo, il Colosseo, che aspetta ormai da troppo tempo un restauro. E tutto questo avverrà con finanziamenti privati, ma con modalità in alcun modo invadenti sul piano dell’immagine, e, sia chiaro, senza alcuna indebita appropriazione di un tesoro che appartiene, e continuerà ad appartenere, a tutta la comunità».
L’allargamento della Giunta Comunale non va in controtendenza con l’attenzione al bilancio e i tagli a cultura e scuola annunciati?
«Il cosiddetto allargamento della Giunta Comunale è di per sé una falsa notizia, in quanto non c’è stato. Su questo tema negli ultimi mesi è stata fatta molta demagogia. Si è speculato giornalisticamente su un fantomatico aumento delle spese, quando la condizione base della proposta di mantenere i consiglieri a 60 è stata proprio quella della riduzione della spesa. Tutto ciò che si è detto o scritto in queste settimane, ha trascurato un aspetto fondamentale, quello della rappresentanza democratica di milioni di cittadini romani, che rimane una questione ancora aperta».
È possibile fare un paragone tra la nostra amministrazione e quelle delle altre capitali europee?
«Una breve panoramica sulle assemblee elettive e giunte di governo cittadino di alcune tra le maggiori capitali continentali dimostra come Roma abbia, anche al livello europeo, un ridotto numero di amministratori. Parigi, con 105 km² e 2.215.197 abitanti, ha 163 consiglieri e 37 assessori. Berlino, estesa 896 km² e con 3.400.000 abitanti, ha almeno 130 deputati. Se si tiene conto che Roma è molto più estesa, con un territorio di 1.290 km², e 2.864.519 i cittadini romani registrati all’Anagrafe, appare chiaro che, rispetto alle maggiori città italiane ed europee, la cittadinanza è sotto rappresentata nell’assemblea elettiva».
Da ultimo una domanda sulla famiglia, la Capitale può essere davvero all’avanguardia per quanto riguarda su questo tema?
«La famiglia è il primo nucleo fondante della società. Per noi cattolici impegnati in politica è un tema importantissimo, prioritario, che va affrontato prima di tutto a livello nazionale per migliorare il presente delle famiglie italiane e dare ai giovani la possibilità di costruirsi una famiglia e pensare al futuro. Roma su questo aspetto vuole comunque avere un ruolo da capofila, orientando le politiche sociali e fiscali proprio al sostegno delle famiglie. Il percorso è già avviato».
In che modo?
«La prima risposta concreta si avrà attraverso l’applicazione del quoziente familiare che permetterà di rimodulare tasse, tariffe, accesso ai servizi comunali come nidi, scuole dell’infanzia, servizi socio-assistenziali e altro ancora, e ai sistemi contributivi di sostegno, tenendo conto degli effettivi carichi familiari, tra cui figli, anziani in carico, adozioni, disabilità. Stiamo poi lavorando alla strutturazione di una serie di agevolazioni per sostenere i consumi delle famiglie anche sul piano culturale, ludico e ricreativo. Le politiche per la famiglia sono essenziali per un paese come il nostro, dove sono quasi sempre le famiglie a farsi carico dell’assistenza e cura degli anziani, dell’educazione dei figli, e in generale di varie forme di solidarietà sociale, come il sostegno ai giovani disoccupati o dal reddito precario».