«Voglio rassicurare i cittadini: al momento, per quanto riguarda i rifiuti, non c’è nessun rischio che Roma faccia la fine di Napoli», sono le parole del presidente di Ama Roma Spa Marco Daniele Clarke, intervistato da IlSussidiario.net. Il presidente assicura che non ci sarà un’altra emergenza rifiuti come quella della Campania. La discarica di Malagrotta è sulla via del tramonto e corrono voci di una possibile crisi dei rifiuti nella capitale: « Alla chiusura di Malagrotta – continua Clarke –  si dovrà arrivare presto, come ha riaffermato nei giorni scorsi lo stesso sindaco Alemanno, ma solo dopo che sarà stato individuato un nuovo sito per lo smaltimento degli scarti. Inoltre esistono già vari impianti di trattamento, sia per i materiali differenziati da avviare alle filiere del riciclo, sia per i rifiuti indifferenziati da trasformare in combustibile e da bruciare per il recupero di energia. Certamente resta ancora molto da fare, in particolare per ridurre i rifiuti a monte e per rafforzare i segmenti finali del ciclo».



Cosa dovrebbe fare Ama in questa situazione?

«In quest’ottica, sarebbe secondo noi utile per tutti che anche Ama divenisse finalmente protagonista, come altre grandi società del settore, anche nelle fasi dello smaltimento e della valorizzazione dei rifiuti. Già oggi, comunque, Ama sta facendo il massimo per offrire una raccolta e una pulizia con standard sempre più elevati. Il miglioramento dei servizi erogati sul territorio e il costante incremento della raccolta differenziata sono dati di fatto, risultati importanti raggiunti grazie allo sforzo collettivo di tutta l’azienda e alla crescente collaborazione dei cittadini.  Rispetto agli anni passati, direi che possiamo vincere le nuove sfide e guardare al futuro con ragionevole ottimismo».



Nel 2008, quando è diventato presidente dell’Ama, andava a capo di un’azienda che si trovava in una grave situazione economica. Come è la situazione tre anni dopo?

«Quando si è insediato l’attuale management la situazione in cui versava Ama era veramente critica, per non dire drammatica. I conti dell’azienda, infatti, presentavano un gravissimo squilibrio. I debiti verso le banche ammontavano a 648 milioni di euro mentre quelli nei confronti dei fornitori a 269 milioni, per un totale di oltre 900 milioni. Con il prezioso supporto del Campidoglio ci siamo messi immediatamente al lavoro per scongiurare il fallimento».



In che modo?

«Alla fine del 2009 è stato firmato un piano di ristrutturazione del debito con un pool di istituti di credito che ha permesso di ridurre l’esposizione bancaria a breve termine dall’89% al 35%, liberando così la gestione corrente dell’azienda da un peso particolarmente gravoso. Vi è stata inoltre un’importante valorizzazione patrimoniale ed è stato significativamente ridotto il debito verso i fornitori. E’ stata poi messa in campo una razionalizzazione degli incassi della Tariffa Rifiuti, anche grazie a una seria lotta all’evasione fiscale che ha permesso, tra l’altro, di incassare 26 milioni di crediti scaduti. I risultati concreti di quest’opera di risanamento non hanno tardato ad arrivare: il bilancio 2009 si è chiuso con un utile di 1 milione di euro mentre la semestrale 2010 ha registrato un risultato positivo per 7,9 milioni».

Nel 2008 qual’era lo stato dell’arte della gestione dei rifiuti?

«Al nostro arrivo Roma era condannata ad essere una città cronicamente sporca. I servizi sul territorio non erano erogati in modo omogeneo con 2 mila cassonetti al giorno non svuotati e un marcato squilibrio tra centro e periferia nelle frequenze di spazzamento. Oggi Ama pulisce oltre 2.100 km di strade in più ogni giorno e svuota regolarmente i cassonetti in tutte le zone della città. Il parco mezzi è stato incrementato con l’acquisto di  800 nuovi veicoli mentre, dallo scorso novembre, è stato avviato il piano di sostituzione di oltre 28 mila cassonetti stradali che, entro tre anni, riguarderà tutti i 70 mila contenitori dislocati in città».

Come era, invece, la situazione della raccolta differenziata?

«Nel 2007-2008 la raccolta differenziata era al 17% e appena 30 mila cittadini erano raggiunti, peraltro in via solo sperimentale, dal “porta a porta”. Ad oggi, grazie alla strategia industriale messa in campo da Ama, la raccolta differenziata è salita a oltre il 24%. I cittadini romani attualmente raggiunti da servizi mirati di raccolta differenziata “spinta” (con il conferimento separato e distinto anche dei rifiuti organici) sono circa 420mila».

In quali zone di Roma è cominciata la sperimentazione della nuova raccolta dei rifiuti differenziabili?

«Il servizio di raccolta spinta duale è stato introdotto nei quartieri Prati Fiscali, Tuscolano-Don Bosco e Laurentino 38, Appio-Tuscolano, Marconi e Aurelio-Irnerio. In pratica si tratta delle zone più popolose dei municipi IV, IX, X, XII, XV e XVIII per un totale di circa 250 mila cittadini serviti. Il nuovo modello di raccolta è ispirato alla separazione netta dei circuiti applicata nella città di Monaco di Baviera, in cui la raccolta differenziata è al 42%».

Ad oggi, in cosa consiste questa sperimentazione?

«Il nuovo sistema duale si basa sulla coesistenza tra i cassonetti stradali blu per il cosiddetto multimateriale (contenitori in vetro, plastica e metallo) e bianchi per carta e cartone e le postazioni “mobili” di raccolta sia per scarti alimentari che per materiali non riciclabili».

Perché scegliere questo modello di raccolta?

«È stato scelto per molteplici ragioni. Anzitutto la presenza degli operatori su strada, di supporto alle postazioni, permette di indirizzare a comportamenti corretti i cittadini ottenendo così una alta qualità delle varie frazioni dei rifiuti differenziati. Recenti rilevazioni hanno  evidenziato, nelle aree coinvolte dal servizio, picchi di raccolta differenziata oltre il 50%. La raccolta duale, inoltre, ha dei costi di gestione, in termini di mezzi e personale coinvolto, che si riducono di circa il 60% rispetto al tradizionale sistema “porta a porta”».

Cosa risponde ai molti cittadini che si sono lamentatati del fatto che i Punti Mobili di Raccolta hanno orari troppo rigidi e spesso, pur rispettando gli orari, non si riescono a trovare?

«Lo sforzo dell’azienda per venire incontro alle esigenze della cittadinanza è massimo: nei quartieri interessati dal servizio le postazioni mobili di raccolta con operatore dell’organico e dell’indifferenziato sono quotidianamente a disposizione degli utenti per 5 ore, 7 giorni su 7, 365 giorni l’anno, caso unico tra le grandi città italiane. Gli orari sono stati programmati proprio per non ostacolare le altre azioni che le varie tipologie di utenti compiono quotidianamente. Stiamo comunque studiando alcune modifiche ulteriori da apportare all’attuale modello per venire ulteriormente incontro alle richieste giunte da cittadini e comitati di quartiere».

È vero che le contravvenzioni per aver gettato dei rifiuti nel contenitore sbagliato vengono effettuate attraverso un’ispezione del contenuto del sacchetto, da cui poi si può risalire al colpevole?

«L’attività di monitoraggio e sanzionamento dei comportamenti scorretti viene svolta dal personale abilitato Ama seguendo scrupolosamente la normativa vigente in tema di gestione dei rifiuti e, più nello specifico, il regolamento comunale  del 2005 e le ordinanze per il decoro emanate dal Sindaco di Roma nel febbraio 2010».

Il territorio a uso smaltimento di Malagrotta è ormai in via di esaurimento: cosa risponde alle polemiche di cittadini che non vorrebbero ritrovarsi una discarica a pochi passi da casa?

«Queste sono scelte che non competono ad Ama ma alle istituzioni politiche, nello specifico la Regione Lazio di concerto con l’Amministrazione capitolina. Sono certo del fatto che ogni decisione sarà presa valutando attentamente tutte le problematiche esistenti in termini di impatto ambientale e rispetto del territorio».

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