L’attesa beatificazione di Papa Giovanni Paolo II è ormai alle porte e a venti giorni dall’evento ecclesiale che vedrà la partecipazione di centinaia di migliaia di fedeli, ilSussidiario.net ha intervistato Don Walter Insero, responsabile dell’Ufficio Comunicazioni Sociali del Vicariato di Roma e direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale Sociale. Sono state effettuate molte stime sul numero di persone che prenderanno parte alle tre giornate, dal 30 aprile al 2 maggio, dedicate alla celebrazione della beatificazione. Inizialmente si parlava addirittura di due milioni di pellegrini, per poi scendere fino alla cifra di 300.000: “I partecipanti saranno tantissimi. Non si può dare una cifra precisa. – spiega Don Insero – Adesso, a 20 giorni dall’evento, non abbiamo elementi certi per poter ipotizzare una cifra attendibile. Ma Roma sarà in grado di accogliere un numero così elevato di fedeli. Ci sono state diverse proiezioni ma le stime iniziali erano esagerate.
Ci sarà una grande affluenza soprattutto da Italia e Polonia, anche perché nel paese natale di Papa Wojtyla, nel periodo delle celebrazioni, ci sarà un ponte per la festività nazionale. I fedeli potranno quindi venire a Roma senza dover prendere giorni di ferie dal lavoro. La cosa davvero importante da considerare è che molte persone stanno decidendo solo adesso se partire o meno, e molti decideranno solo pochi giorni prima. Questo potrebbe far crescere molto il numero finale dei partecipanti”.
Due tendopoli a Civitavecchia e Fiumicino per i giovani spagnoli, punti di ristoro, di accoglienza e bagni chimici nelle maggiori zone coinvolte e in quelle limitrofe. Roma si sta organizzando al meglio per poter affrontare questo grande evento: “Esiste un sito ufficiale di riferimento per l’accoglienza e la logistica che è quello offerto dall’Opera Romana Pellegrinaggi e dal Vicariato di Roma. Poi – aggiunge Don Insero – è stato creato un pass pensato proprio per l’occasione: non per partecipare alle celebrazioni, ma per i trasporti e altri servizi”. Don Insero si riferisce al JpII pass, ideato dall’Opera Romana Pellegrinaggi, per cercare di contenere e fluidificare l’ingente massa di persone che in quei giorni affollerà la capitale. E’ un pass acquistabile sul sito ufficiale dell’OPR, valido per tre giorni dalla prima convalida, che permette, al costo di 18 euro, di usufruire del trasporto pubblico urbano all’interno di Roma. Inoltre offre assistenza medica, il pranzo al sacco per la giornata principale del 1° maggio e la visita alla Basilica di San Giovanni in Laterano e al carcere Mamertino.
Don Insero ribadisce che questo pass non comprende l’ingresso alle celebrazioni, che sono totalmente gratuite e non prevedono alcun biglietto di ingresso: “Non esistono biglietti di ingresso, né per la veglia né per la celebrazione della domenica, neanche per la celebrazione del 2 maggio in Piazza San Pietro, che è la messa di ringraziamento. Quindi non esistono posti riservati, tutti potranno partecipare e vivere quest’esperienza. Abbiamo scelto di non usare biglietti d’ingresso appunto per permettere a tutti di partecipare. E per evitare che qualcuno, anche se purtroppo poi è accaduto, mettesse in vendita biglietti falsi. Forse però, usandoli, avremmo potuto conoscere il numero dei partecipanti”.
Non sarà possibile, però, trascorrere la notte in Piazza San Pietro o nei luoghi delle celebrazioni a causa delle normali procedure di bonifica di zone che ospitano eventi così importanti: “La piazza e le vicine zone verranno chiuse sabato 30 aprile per la bonifica, per poi essere riaperte intorno all’alba del giorno dopo. Nel corso di queste tre giornate, molte chiese resteranno aperte tutto il giorno e tutta la notte, per la preghiera ma anche per l’accoglienza. I pellegrini non saranno abbandonati ma saranno accolti al meglio, e non si ritroveranno seduti sul marciapiede afflitti dal non poter assistere alla celebrazione”.
Don Insero fa sapere infatti che molti maxi-schermo sono stati posizionati nelle aree delle celebrazioni e non, per permettere a chiunque di poter assistere all’evento: “E’ importante ricordare che dopo la celebrazione di beatificazione sarà possibile recarsi a pregare davanti alle spoglie del nuovo beato, quindi molti pellegrini che non hanno potuto partecipare alla messa potranno arrivare nel corso della serata, e se c’è bisogno la Basilica resterà aperta anche tutta la notte”.
I finanziamenti per l’organizzazione di queste giornate non provengono dalle casse pubbliche dello Stato, ci spiega Don Insero, ma “è la Diocesi di Roma e il Vicariato che hanno curato tutto il processo di beatificazione e tutto ciò che ne consegue, condividendo le spese e le responsabilità con il Vaticano per le celebrazioni che riguardano Piazza San Pietro. Le spese sono naturalmente alte, ma è stato possibile anche grazie all’aiuto di benefattori e di enti che hanno sostenuto generosamente questa iniziativa. E’ stata una scelta importante il non voler gravare sulle casse pubbliche, già danneggiate da una grave crisi economica”.
Domenica 1° maggio è un giorno particolare, molto caro a Giovanni Paolo II. E’ il giorno della Divina Misericordia: “E’ una festa che lui stesso ha voluto per la Chiesa e il Papa stesso è deceduto la sera della vigilia di questa festa, il 2 aprile di sei anni fa. Una giornata a cui lui teneva molto, un affetto dovuto anche a suor Faustina Kowalska, che Papa Wojtyla aveva anche conosciuto e canonizzato. Suor Faustina ricevette questa rivelazione da Gesù stesso che le chiedeva di dedicare una festa alla Divina Misericordia. Quindi tutto il papato di Giovanni Paolo II può essere riletto alla luce della misericordia di Dio”.
Infine, il Sussidiario.net chiede a Don Walter Insero di paragonare questo grande evento di importanza mondiale ad altri avvenuti in passato: “Sicuramente è uno straordinario evento, forse paragonabile alla Giornata Mondiale della Gioventù nell’area di Tor Vergata del 2000 e forse anche al giorno degli stessi funerali di Giovanni Paolo II, durante i quali moltissimi fedeli hanno scelto di viaggiare a Roma per dare l’ultimo saluto al Santo Padre. Ma questo è un evento diverso, questa sarà una grande festa. I Santi beati che conosciamo sono più lontani da noi e questo riesco a percepirlo nelle persone. Invece Wojtyla è un uomo che abbiamo conosciuto bene e così vicino a noi nel tempo: penso che vederlo proclamato beato e sapere di poterlo pregare come beato, sia un’esperienza per tutti noi unica. Anche il fatto che sia proprio Benedetto XVI a proclamare beato il suo predecessore, un suo amico. E’ una festa della fede e per noi credenti è una gioia immensa. Ci fa avvertire che la santità è un dono di Dio possibile, non è un’utopia, ma è realtà, è possibilità per tutti”.
(Claudio Perlini)