Dunque Roma oggi è più vuota del solito. Molti hanno approfittato del sole e si sono dati ad una gita fuori porta. Altri hanno spiegato onestamente che temono che qualcosa accada. L’11 maggio hanno previsto un sisma devastante, il tam tam è cominciato su Internet ma poi si è propagato col passa parola. La cosa è diventata sempre più seria, tanto da indurre la Protezione Civile a scrivere sul suo sito, domande e risposte sul possibile evento.



Anche l’Istituto Nazionale di Geofisica ha deciso di reagire trasformando la giornata di oggi in un open day informativo, aperto a tutti, dove dare la possibilità ai cittadini di incontrare gli esperti. Per le conoscenze scientifiche che abbiamo, i terremoti non si possono prevedere, se ci fosse questa possibilità nel mondo non accadrebbero tutte le calamità che sappiamo, o almeno avrebbero un effetto minore. Sappiamo che ci sono zone più sismiche di altre e questa è una certezza scientifica, ancorché basata in parte sulla statistica.



Ebbene Roma non è un luogo considerato a grande rischio sismico. Nella sua storia millenaria non si ricordano terremoti di qualche rilievo: gli studi sulla tettonica a zolle e sulla natura geologica dell’Italia ci confortano in questo senso.

E tuttavia la gente teme l’imprevisto e molti nel dubbio preferiscono prendersi un giorno di vacanza dalla Capitale. La cosa buffa è che la fonte primaria di questa leggenda metropolitana è uno studioso purtroppo morto, ma la sua principale collaboratrice sostiene che non ha mai predetto un terremoto a Roma per la giornata di oggi.

Resta la sensazione che mai come nel mondo scristianizzato (già prepariamoci al 2012) si sviluppino e galoppino le superstizioni irrazionali, le credenze magiche, le spinte irrazionali. La ragione spinge a rimanere a Roma, tranquillamente e a godersi la città, in barba all’attacco di panico collettivo che ha preso molti.