«Abbiamo presentato da poco i dati aggiornati sulla situazione delle imprese di tutta Italia e in particolare di quelle della nostra Regione. Nel Lazio il numero di aziende che nasce, rispetto a quelle che cessano l’attività, è superiore di oltre il 2,20%: questo è un dato che indica che il tessuto economico reagisce al periodo di crisi finanziaria e che c’è ancora molta voglia di mettere in campo nuove attività e di fare impresa». Parola di Giancarlo Cremonesi, Presidente della Camera di Commercio di Roma, intervistato da IlSussidiario.net. «Un settore che sta reagendo molto bene è quello dell’export. I dati ci dicono che sia Roma che il Lazio possono essere all’avanguardia per quanto riguarda le esportazioni. Abbiamo avuto infatti, soprattutto negli ultimi tre mesi, un trend di crescita di esportazione molto alto, superiore al 27%».



Quali sono invece i fattori più preoccupanti?

Dobbiamo impegnarci molto per combattere una disoccupazione giovanile che sfiora il 30% e che non interessa solo Roma, ma tutto il Paese. La Camera di Commercio dedicherà i prossimi giorni e i prossimi mesi a incentivare il maggior numero di occasioni di lavoro e di imprenditorialità giovanile, affinché i ragazzi che hanno delle idee e delle possibilità di successo possano avere a disposizione anche le somme necessarie per iniziare la loro attività.



In che modo verranno coinvolte le varie istituzioni?

È naturalmente fondamentale che tutte le amministrazioni locali e nazionali collaborino, perché se si uniscono le forze le risorse vengono massimizzate e i risultati possono essere sicuramente più importanti. Il Comune, la Regione e la Provincia hanno dei programmi di intervento in particolare sul problema dell’occupazione giovanile. Noi come Camera di Commercio stiamo chiedendo alle altre amministrazioni di coordinarci e di creare dei progetti, perché operando singolarmente si rischia solo di vanificare ogni sforzo.

C’è ancora capacità di fare rete secondo lei?



Il tessuto imprenditoriale italiano è costituito da piccole e piccolissime imprese per oltre il 98%. Queste attività hanno tantissimi lati positivi, ma ovviamente non quello dimensionale, di fare massa critica e di riuscire a competere su un mercato sempre più globale e internazionale. Per far sì che questo avvenga bisogna che le istituzioni, a partire dalla Camera di Commercio, creino degli strumenti di accompagnamento per portare le imprese a collaborare, aumentando così le opportunità di competere sul mercato, presentando una serie di piccole eccellenze che insieme possono dar luogo a prodotti e progetti importanti.

Qual è il contributo originale della Compagnia Delle Opere su questo piano?

La peculiarità e il grande merito della Compagnia Delle Opere è innanzitutto quello di aver sottolineato come, anche nell’economia e nell’imprenditoria, il fattore veramente importante sia mettere al centro dell’attenzione l’uomo, le sue prerogative, i suoi diritti e la sua dignità. Inoltre il non guardare all’impresa semplicemente come a una serie di numeri o di fattori che portano solamente al guadagno materiale, ma come uno strumento al servizio dell’uomo e della società. Su questi fattori la Compagnia Delle Opere è molto impegnata e ricorda a tutti noi che non c’è sviluppo economico se non c’è anche sviluppo morale, sociale e umano. Un evento come quello del Matching del 7 luglio è sicuramente un’occasione per fare grandi programmi, ma soprattutto per riflettere sul fatto che tutto ciò che si sta facendo sta andando nella direzione giusta in tutti i sensi, non solo quello commerciale.

In che modo la sussidiarietà può essere un fattore di sviluppo?

Le amministrazioni pubbliche non hanno le risorse e l’organizzazione necessaria per poter affrontare i tanti problemi della nostra società, quindi è importante la presenza del volontariato attivo. Per esempio nel campo del decoro urbano: dobbiamo far capire ai cittadini che tutto ciò che sta fuori dalla porta di casa li riguarda da vicino. Questo potrebbe portare vantaggi non solo alla qualità della vita di tutti, ma anche alle imprese. Pensiamo per esempio all’industria turistica: se la città è bella, vivibile e ben tenuta può solo portare al progresso del tessuto economico.

Da ultimo, Expo Milano 2015 e Olimpiadi di Roma 2020: quanto potranno incidere questi due eventi sull’economia del Paese?

Entrambi potranno senza dubbio favorire l’economia di tutto il territorio nazionale, dal punto di vista dell’afflusso turistico, delle infrastrutture e delle imprese che lavoreranno per tutto ciò che può interessare l’organizzazione.
Mi auguro che l’Expo milanese sia un momento di grande qualità, grazie al quale potremo pensare a questa manifestazione non più come una grande Fiera, ma come una vetrina per importanti settori in cui innovazione, ricerca e tecnologia giocano un ruolo fondamentale.
Per quanto riguarda le Olimpiadi, invece, è importante ricordare che l’ultima volta che Roma le ha ospitate, nel 1960, tutto la nazione ne è uscita completamente trasformata, cambiando decisamente passo. Potranno perciò rappresentare la nuova svolta per la capitale e per l’Italia. Anche se non sarà facile, perché i competitor internazionali sono molto agguerriti. Dipenderà da quanto tutto il Paese riuscirà  a capire l’importanza dell’evento e a restare unito.

(Claudio Perlini)