Se ne sono dette di tutti i colori. C’è chi ha evocato scenari di caos, con i motorini che passano da una parte all’altra della corsia preferenziale, zigzagando tra i cordoli per evitare autobus e taxi. C’è chi ha paventato un forte rischio incidenti, con gli scooter che si muovono come pazzi, tagliano la strada ad auto e mezzi pubblici , costringendo chi guida a stare sempre sul chi vive. E chi ha parlato di una semplice farsa, perché non è con i pannicelli caldi che si può risolvere il grave problema della viabilità di Roma, legato per di più a un’altra importante questione: l’inquinamento. Dall’altra parte non sono mancati apprezzamenti e repliche. Il plauso dei motociclisti era – diciamo così – scontato: l’apertura delle preferenziali l’aspettavamo da dieci anni – hanno fatto sapere – ma bisognerà valutare caso per caso. I più entusiasti sono arrivati a ipotizzare interventi ancor più radicali, come l’utilizzo delle corsie di emergenza per i motorini addirittura sul grande raccordo anulare, con il limite di velocità di 30 km orari e solo quando ci sono code, per evitare che i motociclisti vengano stritolati dalle auto. Insomma una vivacissima polemica, che non sembra destinata ad esaurirsi in pochi giorni. Anche perché – secondo le stime – sono almeno seicentomila le moto e i motorini che ogni giorno circolano per le strade della Capitale.
Non poteva essere altrimenti. Parlare di traffico a Roma è come discutere di calcio, ci si divide su tutto e ognuno ha la propria formazione da mettere in campo e la propria ricetta per vincere. E per essa ci si appassiona e ci si batte. Un destino obbligato, del resto, in una città in cui il traffico è sempre stato il problema principale e dove riuscire a spostarsi con serenità resta ancora una incognita. Così per l’idea di dare il via libera, in via sperimentale, per tre mesi, agli scooter sulle corsie riservate sinora ai mezzi pubblici, per rendere più fluido il traffico sulle strade. Non su tutte, naturalmente, ma su quattro percorsi specifici del centro città. Perché – come è stato spiegato – anche dopo la sperimentazione le corsie preferenziali non saranno aperte tutte ai motorini, ma solo quelle dove il beneficio è effettivo e se ci saranno tutti i requisiti di sicurezza.
Certo, occorre innanzitutto chiarire che la maggior parte delle persone che si muovono sulle due ruote ancora non sono informate né dell’esistenza della sperimentazione e tantomeno di quali effettivamente siano i percorsi autorizzati. Cosicché, se di sperimentazione davvero si tratta, sono stati sinora ben pochi quelli che la novità l’hanno effettivamente provata. E occorrerà rapidamente dare informazioni corrette in materia, a partire da una segnaletica ben chiara, anche perché – occorre ricordarlo – inforcare una corsia preferenziale su un motorino, perché magari si crede sia una di quelle autorizzate, può costare piuttosto caro: è infatti di 87 euro il costo della multa, quando un mezzo a due ruote transita senza autorizzazione su una corsia preferenziale.
Detto questo, almeno un dato occorre ricordarlo: lo scorso anno, secondo una ricerca dell’Associazione motociclisti per la vita, più dell’otto per cento degli incidenti con conseguenze per le persone sarebbero state imputabili a buche e fondo stradale dissestato. In cifre la stima è di circa 1.200 incidenti, con almeno undici morti e 1.400 feriti. Solo nel territorio del primo municipio, il centro storico appunto, nel 2010 gli incidenti con feriti, anche lievi, sono stati 692 e una persona è morta. Le vittime di questa situazione sono innanzitutto i motociclisti. Per questo, visto che nessuno ha la bacchetta magica, soprattutto in materia di traffico, val la pena di tentare strade nuove. Almeno in assenza di proposte alternative.