Shakespeare in villa, si potrebbe dire. Anche questa estate Roma ospiterà la bella rassegna scespiriana nel Globe Theatre ricostruito in legno all’interno del Parco di Villa Borghese. Spettacoli molto piacevoli all’aperto in serate che, grazie al ponentino, diventano occasioni preziose per gustarsi il grande Bardo inglese. Bene, per gli appassionati e i visitatori occasionali, quest’anno andranno in scena cinque opere meravigliose del grande Shakespeare: La Tempesta, Pene d’amore perdute, Sogno di una notte di mezza estate, La Dodicesima Notte e il Riccardo III. Meritano tutte una serata nella frescura. Si comincia il primo luglio (e fino al 17) con La Tempesta, protagonista principale il grande Giorgio Albertazzi che interpreta Prospero, un mago che manipola la realtà a suo piacimento. Sull’isola, cui approdano i protagonisti, accadono cose inspiegabili… Dal 21 al 31 luglio, dalla tragedia si passa alla commedia con un classico dell’intrigo e del divertimento come Pene d’amore perdute, dove il Re di Navarra con tre amici  ha buoni propositi, che vengono sconvolti dalla principessa di Francia, anch’ella con tre amiche… Giochi di parole, rebus, divertimenti linguistici e tanta intelligente ironia in un continuo colpo di scena amoroso. Dal 3 al 13 agosto (ed è la data giusta) ecco arrivare Sogno di una notte di mezza estate, commedia onirica e magica dove le cose sembrano prima perdersi nell’apparenza e poi rivelarsi nell’esito inaspettato e malinconico della realtà. La dodicesima notte sarà in scena invece dal 18 al 28 agosto, un’altra notte scespiriana da non perdere in cui la commedia degli equivoci e dei travestimenti, dell’ambiguità e dell’inganno diventa strumento di vera e profonda esplorazione della vita. A chiudere un classico che nessuno dovrebbe perdere (almeno una volta nella vita va visto) il Riccardo III, in scena dal 2 al 18 settembre.



L’inizio, da solo, è fulminante: “Now, the winter of our discontent…”, “Ora, l’inverno del nostro scontento si è tramutato nel sole degli York…”. La trama è stupenda. Un re handicappato, cattivissimo eppure non ipocrita, che ordisce una orribile trama per ottenere il potere. Lo ottiene ma continua ad essere assetato di sangue. Fino a sopprimere fratelli, moglie, nipoti… Prima della battaglia finale, ha un sogno in cui la sua coscienza finalmente ha paura del suo stesso io. E quindi la frase storica: “A horse, a horse, a Kingdom for a horse”, “Un cavallo, un cavallo il mio regno per un cavallo”. Il potente, il malvagio, il tiranno cade nella polvere della sua sconfitta.



Cinque serate da voler tornare a Roma, se sarete in vacanza, a godervi Shakespeare in villa, per un’altra estate.

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