Si potrebbe dire: “Quando il gatto non c’è…”. Mentre il Sindaco di Roma Gianni Alemanno è impegnato in una trasferta a metà strada tra cultura e politica in America – qualcuno dice che sia un osservato speciale del centrodestra del futuro, assieme a Alfano e Casini – il consiglio comunale gli tira uno scherzo mica da poco. La maggioranza del Pdl fa mancare il numero legale al momento del voto per concedere la cittadinanza onoraria della Capitale all’immenso Maestro Riccardo Muti. Artefice del golpe bianco è il presidente della Commissione Cultura, Federico Mollicone che, con un gruppo di consiglieri della maggioranza, esce dall’aula al momento del voto. Scandalo trasversale, dalla politica alla cultura.
Ma cosa c’è dietro lo sgambetto è questione gustosa da vagliare. Innanzitutto lo scarso feeling che ormai contraddistingue tutto il centrodestra e il mondo della cultura italiana variamente inteso sia a livello nazionale – per l’adagio tremontiano secondo cui con la cultura non si mangia – sia a Roma dove lo spoil system del sindaco Alemanno sta scontentando davvero tutti. Riccardo Muti era stato designato come Direttore del Teatro dell’Opera, una delle istituzioni culturali più prestigiose in Italia. Per ora il Maestro ha opposto un gran rifiuto, determinato anche dalle sue critiche verso la politica dei tagli al bilancio dello spettacolo dal vivo da parte sia del governo nazionale che di quello capitolino.
Concedere la cittadinanza onoraria a un ipercritico della gestione comunale? Giammai. E i pasdaran del centrodestra hanno quindi fatto saltare l’appuntamento con la storia, anche contro il volere del sindaco.
I sindacati sono sul piede di guerra da mesi; ieri hanno fatto sentire di nuovo la loro voce. Si contestano consulenze esterne dorate e promozioni arbitrarie, a discapito delle professionalità interne al Teatro, al suo coro e all’orchestra.
La storia non finisce certo qui e promette nuove puntate al rientro del Sindaco dagli States. Una partita che nel centrodestra non è immune dalle prime turbolenze nazionali e che sta divaricando il campo sempre di più tra oltranzisti senza se e senza ma e dialoganti. Per ora hanno vinto i duri e puri del “Roma non si tocca”. Ma siamo sicuri che si esalti così lo spirito di una città? E l’eccellenza italiana nel mondo? Mah…
(Francesco Morosini)