Mentre Roma, con il rimpasto della giunta, si prepara a occuparsi maggiormente della sua possibilità di ospitare le Olimpiadi del 2020, Tokyo ha annunciata la volontà di non rinunciare alla sua candidatura. Fino a pochi giorni fa, infatti, si pensava che la capitale giapponese, complice anche l’assegnazione dei giochi olimpici invernali alla città coreana di Pyeongchang si ritirasse dalla corsa, come aveva fatto poco tempo fa Parigi.
Invece, ieri, Tsunekazu Takeda, presidente del Comitato olimpico giapponese, ha ufficializzato la scelta del Paese del Sol Levante, motivata anche dalla necessità di riprendersi dopo il terribile terremoto dello scorso marzo.
Tokyo aveva già ospitato le Olimpiadi nel 1964 (a Roma erano toccate nel 1960) e si era già proposta per quelle del 2016, assegnate poi a Rio de Janeiro. La capitale nipponica doveva anche ospitare i giochi del 1940, che non vennero poi disputati a causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale. Il Giappone è stato anche sede di due giochi olimpici invernale: Sapporo 1972 e Nagano 1998.
In gara per l’assegnazione delle Olimpiadi del 2020, che si terrà nel settembre del 2013, oltre a Roma e Tokyo ci sono anche Madrid e Instanbul, che non sono mai state sedi di giochi olimpici (la Spagna ospitò quelli del 1992 a Barcellona).
Oltre a Parigi, sinora si sono ritirate anche Nagasaki e Hirosma (in una candidatura congiunta “anti-nucleare”), Praga, Bucarest, Durban e Busan. C’è invece attesa per capire se ci saranno ulteriori città in gara. Ci sono alcune voci su Il Cairo, Casablanca, Delhi, Doha, Dubai, Baku, Berlino, Budapest, Lisbona, San Pietroburgo, Toronto, Brisbane e una grande città americana.