“Qui trovo tutto: montagna, mare, lago e tanta gente buona. Sono davvero contento di essere a Castel Gandolfo”. Con queste parole il Papa ha iniziato le sue vacanze a Castel Gandolfo, salutando i nuovi “vicini” di casa dal balcone del Palazzo apostolico, da cui davvero, si gode un panorama mozzafiato, che dai castelli romani arriva fino al mare.
Per il secondo anno consecutivo, Benedetto XVI ha deciso di non trascorrere il suo mese di vacanza in montagna, ma nella quiete delle splendide ville pontificie di Castel Gandolfo, la residenza estiva dei Papi dal 1626, l’anno in cui Urbano VIII vi trascorse la sua prima villeggiatura dopo aver riadattato terreni e palazzo alle esigenze pontificie.
Cinquantacinque ettari di giardini, orti, fontane e addirittura una fattoria costruiti sui ruderi di una delle più famose ville dell’antichità, l’Albanum Domiziani, la residenza di campagna dell’imperatore Domiziano. Ne resta oggi solo il criptoportico, in cui Pio XI ha issato una grande croce, per ricordare il trionfo del cristianesimo sui suoi persecutori, come Domiziano.
Papa Ratti è stato il primo pontefice a tornare a “Castello” per l’estate dopo l’assenza forzata seguita alla fine dello Stato pontificio e a lui si deve anche la costruzione della fattoria, come segno dell’attenzione della Chiesa al mondo rurale e all’agricoltura.
Un’attenzione, tramandata fino ad oggi, alla natura e alla bellezza visibile anche oggi nella cura di ogni particolare: dalle maioliche che adornano i pollai pontifici – dove le galline sono tutte ruspanti e gli animali allevati a terra – all’antico frantoio – che produce 1.400 litri di olio extravergine all’anno, lavorato a freddo – fino all’allevamento di mucche, dove viene prodotto latte di alta qualità.
E così, ogni giorno, sulla tavola del Papa arrivano prodotti freschi di giornata e rigorosamente biologici prodotti dalla sua azienda agricola. Dalle serre provengono fiori e piante, che adornano il palazzo pontificio, ma anche l’intero Vaticano.
Cinquantasei i dipendenti delle ville pontificie, di cui la metà abitano all’interno di questo piccolo paradiso. Ogni pomeriggio possono “incontrare” il padrone di casa, che passeggia, recitando il rosario: terminata la preghiera, Benedetto XVI si diverte spesso a dare da mangiare ai pesci rossi, che sguazzano nella vasca ai piedi della grotta della Madonna di Lourdes.
Gli unici impegni pubblici per il Papa, durante le vacanze, sono gli angelus domenicali e la messa dell’Assunta nella piccola chiesa parrocchiale di Castel Gandolfo, una tradizione istituita da Giovanni XXIII, che amava, ogni tanto, farsi una passeggiata in paese tra la gente.
Nel cuore degli abitanti di Castel Gandolfo, rimane anche una gratitudine speciale per Pio XII, il Papa che, durante la Seconda Guerra mondiale, aprì le porte delle ville pontificie alla popolazione in fuga: dopo lo sbarco di Anzio, nel gennaio del 1944, più di 12.000 sfollati si accamparono ovunque, nei giardini, nel criptoportico – dove ci sono ancora le tracce dei fuochi accesi per scaldarsi – nel palazzo pontificio. La camera da letto del Papa fu destinata alle partorienti: vi sono nati più di 40 bambini, di cui molti chiamati, per gratitudine, Eugenio o Pio.