Il mondo delle scommesse, che è quello più sensibile agli umori della gente e alle decisioni da prendere, il suo responso l’aveva dato subito, qualche giorno fa. E se c’era da scegliere tra Roma e Madrid, per le Olimpiadi 2020, non aveva avuto alcun dubbio. Nonostante l’entrata in corsa della capitale spagnola, i bookmaker esteri erano rimasti freddi e avevano continuato a puntare su Roma. Nelle quote della sigla internazionale Bet1128, le chance della capitale italiana erano fissate a 2,50. Invece l'”austerità” madrilena, annunciata dal sindaco Alberto Ruiz-Gallardon, aveva fatto crollare le possibilità di Madrid, piazzata a 4,50, mentre i quotisti avevano decisamente snobbato Istanbul: non era nemmeno considerata singolarmente ed era relegata nella categoria generica “altro”, che valeva 6,50. Per San Pietroburgo la quota si impennava addirittura fino a 15,00. Sembrava insomma un responso annunciato e un matrimonio già fatto. Anche se i Giochi Olimpici del 2020 saranno assegnati ufficialmente a Buenos Aires nel settembre 2013, tra due anni.
A cambiare le carte in tavola è arrivata Tokyo, che ora sfida Roma e Madrid e si candida per organizzare le Olimpiadi del 2020. L’annuncio di Tsunekazu Takeda, presidente del Comitato olimpico nipponico (Joc), è arrivato nel corso di un evento organizzato per celebrare il centenario del Comitato olimpico nazionale, alla presenza del presidente del Cio Jacques Rogge. E ha avuto subito il sapore di una candidatura molto forte. «Il Giappone deve riprendersi dal disastro del terremoto – ha detto Takeda – Vogliamo trasformare le Olimpiadi del 2020 nel simbolo della nostra rinascita». Parole che sono sembrate a tutti dense di significato. Oltretutto Tokyo, che ha ospitato i Giochi nel 1964, ha tentato invano di aggiudicarsi le Olimpiadi del 2016, che due anni fa sono state assegnate a Rio de Janeiro. In passato il Giappone ha organizzato un’edizione delle Olimpiadi estive, Tokyo 1964, e per due volte ha ospitato quelle invernali, Sapporo 1972 e Nagano 1998. Dunque può legittimamente aspirare a una vetrina mondiale come le Olimpiadi 2020. Nulla è stato lasciato al caso, visto che lo stesso numero uno dello sport mondiale ha preparato il terreno, anticipando – nel suo intervento introduttivo – che si aspettava «grandi e migliori cose dal Giappone, nella ristretta elite mondiale dei 5 Paesi che hanno organizzato tre Olimpiadi, oltre alla Coppa del mondo di calcio del 2002.
Tokyo torna dunque a far tremare Roma. Attribuendo ai giochi olimpici un valore fortemente simbolico nel processo di ricostruzione del paese, devastato da terremoto e tsunami, il Giappone gioca il jolly e punta tutto sul governatore di Tokyo Shintaro Ishihara , che ha ancora disponibili 400 miliardi di yen (3,5 miliardi di euro) che erano stati destinati ad ospitare le Olimpiadi del 2016. Potete immaginare bene quanto questa eventualità spaventi il sindaco Alemanno, anche se i bookmaker esteri, pur dando Tokio favorita, sulla lavagna di Bet1128 offrono la vittoria di Roma a 3, davanti a Parigi (4).
Il vero problema di Tokyo, come è emerso nella corsa per l’edizione 2016 (persa a vantaggio di Rio de Janeiro), è stato lo scarso entusiasmo mostrato dalla popolazione, il cui appoggio, malgrado i 15 miliardi di yen spesi (130 milioni di euro), è andato poco sopra il 50 per cento. Takeda ha spiegato di puntare ora almeno al 70 per cento entro il 2013 – quando, in settembre, sarà annunciato il vincitore – riproponendo lo schema alla base della passata offerta, di un’edizione compatta, con tutte le discipline da tenere nell’area di Tokyo, concentrate sulla baia, e all’insegna della sostenibilità ecologica. Punto forte, invece, un progetto già pronto (l’avveniristica Arena è stata disegnata dall’architetto Tadao Ando) e, cosa rilevante in tempi di crisi economica, il fondo da 400 miliardi di yen stanziato per il 2016 e pronto per il 2020. «Le prefetture duramente colpite dal sisma/tsunami (Miyagi, Iwate e Fukushima) sono disponibili ad ospitare le partite di calcio: vogliamo rendere l’evento un simbolo della ripresa dai gravi disastri che abbiamo sofferto», ha concluso Takeda. «Rotti gli indugi, dobbiamo proseguire e vincere i Giochi», ha commentato Ishihara, confermando la fama di politico atipico, nazionalista e il carattere battagliero malgrado i 78 anni. «Dobbiamo muoverci con decisione: guardate cosa è successo con la Fifa e i Mondiali 2018 e 2022. Se giochiamo seguendo gli schemi della diplomazia giapponese, non vinceremo mai».
E Roma? Saprà contrapporre un progetto altrettanto convincente a quello di Tokio? Saprà trovare le risorse e il consenso, innanzitutto dell’intera classe politica e poi quello della gente? Roma, almeno, adesso è avvisata.