«È necessario parlare delle due diverse zone di Ostia, quella di Ponente e quella di Levante: nella prima, seppure in ritardo, è partito l’intervento che prevede la costruzione di un certo numero di pennelli, che creano una sorta di diga perpendicolare alla spiaggia che, per effetto delle correnti, permette un ripascimento in modo naturale. Non è un procedimento semplice, e occorre parecchio tempo affinché la spiaggia si ricostituisca, però intanto queste strutture impediscono l’erosione». Dopo le recenti polemiche riguardo al ripascimento delle spiagge di Ostia, IlSussidiario.net ha intervistato il presidente del XIII Municipio Giacomo Vizzani. «Accanto a questo provvedimento ce n’è un altro, in cui l’Assessorato all’Ambiente della Regione ha autorizzato i gestori delle spiagge libere attrezzate a effettuare una sorta di autoripascimento, in cui sono proprio loro a prendere la sabbia a largo e a riversarla sulla riva. Cosa che in parte hanno fatto, perché altrimenti questa estate non avremmo avuto alcune spiagge, visto che l’erosione è arrivata quasi al limite della strada».  



E a Levante la situazione com’è?

A Levante c’è stato un grande intervento della Regione di undici milioni di euro, più quattro da parte del Comune. Questa somma è destinata al ripascimento naturale, grazie all’installazione di nove pennelli che combatteranno anche l’erosione, e al riversare in diverse fasi circa 360.000 metri cubi di sabbia.



In cosa consistono queste diverse fasi?

La prima è quella in corso in cui dei tubi, montati su draghe, aspirano la sabbia a largo e la rigettano sul litorale. Questa draga non è ancora entrata in funzione perché, una volta arrivata dall’altra parte d’Italia, è cominciato il maltempo e, forse perché posizionato o ancorato male, il tubo è andato a finire sugli scogli, rompendosi in due tronconi. Adesso il tubo è in fase di riparazione e quando sarà tutto pronto si procederà con l’intervento. I frutti più importanti però si avranno con delle vere e proprie navi che trasportano sabbia in grande quantità, e questo accadrà appunto nella seconda fase.



I lavori per i pennelli invece quando cominciano?

Quelli cominciano il primo ottobre, quando la stagione balneare è finita, per non danneggiare le aziende che gravitano nella zona. I lavori continueranno fino al primo maggio dell’anno successivo, per poi interrompersi nuovamente per la nuova stagione perché, per completare l’opera, sono stati calcolati circa due anni e mezzo.

Visto che i lavori cominceranno a ottobre, questa stagione è ormai compromessa?

La stagione non è compromessa, e l’attenuazione dei ricavi delle aziende sul litorale proviene anche da altri fattori, come la difficoltà economica in cui molte famiglie versano in questo periodo: basti pensare che il prezzo di una cabina per una stagione oscilla tra i due e i quattro mila euro, quindi non so chi possa sopportare in questo momento una spesa del genere. Certo, anche l’erosione non aiuta, anzi, è stata una pesante negatività e ne siamo coscienti, però sia Regione che Comune si stanno muovendo per risolvere la questione. Inoltre sono quindici anni che le procedure di ripascimento non vengono messe in atto e, se fossero state fatte ogni anno, ora il danno non sarebbe così ampio.

Come risponde alla polemica secondo cui la parte di Levante, più ricca, è stata aiutata maggiormente rispetto quella più “popolare” di Ponente?

Questo non è assolutamente vero, perché le spiagge libere attrezzate sono state le prime a cui è stato consentito di fare un autoripascimento. La parte di Levante risultava molto più danneggiata, quindi è stata presa una decisione logica, e la spesa in quella zona è maggiore rispetto a Ponente solo perché le spiagge sono molto più lunghe.

Un’altra polemica riguardava le forze messe in campo per l’operazione, non adeguate e poco efficaci. Cosa ne pensa?

La prima draga era molto piccola e in effetti il suo apporto era limitato. La seconda draga ancora non è entrata in funzione a causa del maltempo, quindi siamo stati sfortunati e attendiamo un miglioramento. Voglio ricordare che le navi non sono così facili da rimediare e sono poche a livello europeo, oltre a essere molto impegnate. Intervenire prima con una draga piccola, poi con una più grande e infine con una nave che trasporti la sabbia è una questione che più che altro riguarda la disponibilità delle attrezzature. Noi ci abbiamo messo mano mentre altri, pur avendo disponibilità finanziarie in bilancio, non lo hanno fatto negli anni precedenti.

 

(Claudio Perlini)