Le famiglie residenti nella Regione Lazio stanno vivendo una profonda fase di cambiamento. I dati offerti dagli studi di settore hanno constatato che i nuclei familiari stanno invecchiando, le nascite sono diminuite, i legami familiari sono sempre più instabili e la povertà affligge il 40% delle famiglie che vivono sul nostro territorio. Questo significa che è compito dell’Assessorato regionale alle politiche sociali e Famiglia intervenire principalmente per risolvere le emergenze.C’è quindi bisogno di politiche che mettano al centro il ruolo delle famiglie nella crescita dei figli, nell’assistenza a chi è fragile, nell’accesso ai servizi di cura e di conciliazione con il lavoro». L’Assessore alle Politiche sociali e Famiglia Aldo Forte, intervistato da IlSussidiario.net, illustra il Piano Famiglia varato dalla Regione Lazio e le diverse iniziative politiche di sostegno per genitori e bambini.
In cosa consiste il “Piano Famiglia” messo in campo dalla Regione?
Il Piano Famiglia rappresenta una svolta storica, perché non era mai stato previsto un piano unico degli interventi a sostegno della famiglia a livello regionale. Si tratta di un programma di investimenti strutturali costruito sull’analisi dei reali bisogni e delle dinamiche sociali della nostra Regione. Un Piano con cui rispondiamo ai bisogni delle famiglie, soprattutto di quelle in difficoltà. Questa è la prova che la Regione ha messo la Famiglia al centro delle proprie politiche, non più con azioni singole, ma con un progetto attento al presente, che guarda al futuro.
Cos’è la Family Card?
La Family Card è una carta elettronica che, oltre a contenere una vera e propria cartella sociale della famiglia, diverrà il contenitore unico sul quale la Regione accrediterà i voucher per i servizi di diversa natura che stiamo attivando, dal “Bonus Bebè”, ai buoni per il servizio “Tagesmutter”, fino a quelli per la Terza età e via discorrendo.
Quali saranno i vantaggi?
In questo modo si taglieranno spese inutili, si bypasseranno possibili intermediari creando un contatto diretto tra Regione e famiglie e si velocizzeranno i tempi di erogazione. In più, con la Family Card attueremo un sistema di fidelizzazione, dal momento che gli importi potranno essere spesi solo verso i soggetti accreditati. Un sistema virtuoso, con il quale daremo impulso a un innalzamento progressivo della qualità dei servizi offerti che dovranno inevitabilmente essere certificati a livello regionale. Meno burocrazia, insomma, e più efficacia ed efficienza.
Parlava di un “Bonus Bebè”. Di che si tratta?
Il “Bonus Bebè” è uno dei principali interventi contenuti nel nuovo Piano Famiglia della Regione Lazio. Abbiamo previsto, infatti, uno stanziamento di dodici milioni di euro con i quali assegneremo 500 euro a tutti i bambini nati o adottati in via definitiva nel corso del 2011, in quelle famiglie che hanno un reddito Isee inferiore o uguale ai 20 mila euro. Parliamo di circa 25 mila tra bambine e bambini.
A quanto ammonta l’investimento complessivo?
Il Piano Famiglia prevede un investimento di sessanta milioni di euro. Si tratta diun Piano che già nelle cifre comunica la sua importanza, soprattutto confrontato con il Piano nazionale che per lo stesso settore e per tutte le Regioni italiane stanzia un terzo delle risorse. Ad ogni modo, nel nostro Piano Famiglia è contenuta solo parte degli interventi regionali in favore delle famiglie, perché queste in realtà sono presenti in ciascuna azione varata dall’Assessorato in questi tredici mesi.In particolare ci concentreremo sui servizi a sostegno dell’infanzia e della genitorialità, con un’attenzione specifica a tutti quei servizi che permettono una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Cos’è invece il progetto “Mille Asili”?
Secondo l’ultima indagine Istat sui nidi, nel Lazio si registra un graduale aumento dell’offerta ma ancora insufficiente a soddisfare la domanda. Con il progetto “Mille Asili” puntiamo ad innalzare queste percentuali e portare, da qui a pochi anni, il Lazio ad allinearsi alle Regioni più virtuose.
Si tratta di un progetto che punta a creare circa 2.000 nuovi posti nido, recuperando beni immobili esistenti o costruendo strutture prefabbricate sicure e confortevoli. Un progetto che prevede il coinvolgimento di Comuni e cooperative.
C’è poi il progetto “Bimbi in stazione”, in cosa consiste
È un intervento che io ritengo strategico, non solo per il suo carattere innovativo, ma soprattutto perché è la prova che dalla collaborazione tra le istituzioni e le imprese possano nascere iniziative in grado di migliorare concretamente la vita delle persone.La collaborazione a cui faccio riferimento è quella tra Regione Lazio e il Gruppo Ferrovie dello Stato con cui realizzeremo un servizio innovativo di asili nido e baby parkingnei principali snodi ferroviari del Lazio, rivolto ai genitori che lavorano nelle Grandi Stazioni e a quelli pendolari. Per questo progetto abbiamo investito un milione di euro.
Come sarà possibile finanziare tutti questi i progetti alla luce dei pesanti tagli previsti dalla manovra finanziaria?
Il tema delle risorse statali è un vero e proprio tasto dolente. A tal riguardo è sufficiente un unico dato per rendere l’idea e non servono commenti: per il 2011 i tagli statali in ambito sociale hanno portato nelle casse della Regione Lazio 100 milioni in meno. Cento milioni che noi, responsabilmente, abbiamo comunque garantito grazie alle risorse regionali. Proprio in un momento di difficoltà, d’altronde, riteniamo che sia proprio il sociale l’ambito che necessita di un maggiore sostegno.
Quali sono le iniziative della Regione Lazio a favore delle giovani madri?
Tutelare l’infanzia e la maternità sono nostre priorità. Per questo ne abbiamo fatto punti programmatici del Piano Famiglia della Regione Lazio e della nostra proposta di legge di riforma dei Servizi Sociali. E abbiamo deciso di sostenere un progetto importante come il “Salvamamme-Salvabebè” che, grazie al suo numero verde, all’esperienza e all’impegno dei suoi operatori volontari, ha già aiutato migliaia di mamme e di famiglie in difficoltà in tutto il Lazio.
Ci spieghi bene di cosa si tratta
Il progetto “Salvamamme-Salvabebè” offre consulenza psicologica pediatrica, ginecologica, legale, ostetrica, per l’accoglienza, l’analisi dei bisogni, il sostegno alle mamme durante il difficile periodo della gravidanza e della maternità. Offre, inoltre, anche servizi di mediazione scolastica e distribuisce alle madri e alle famiglie in difficoltà economica indumenti e prodotti per l’infanzia. Il progetto ha la capacità di raggiungere i vari territori grazie alla rete di volontari che è riuscito a ramificare negli anni e al lavoro sul campo effettuato con il camper mobile. Un altro intervento di grande interesse è rappresentato dall’accordo recentemente siglato con il Tribunale dei Minori di Roma, sempre in tema di maternità, al fine di velocizzare le adozioni, anche quelle internazionali. L’intesa prevede anche iniziative per favorire il parto in anonimato.
(Claudio Perlini)