«La città metropolitana è prevista dall’articolo 114 della Costituzione italiana e dalla legge ordinaria, in particolare l’articolo 23 della legge 42 sul federalismo fiscale che prevede il percorso di divisione. Possono essere città metropolitane le quattordici più grandi aree urbane del Paese più Roma, ma, essendo la Capitale, ha un ordinamento a parte». Walter Vitali, Senatore del Partito Democratico e membro della Commissione bicamerale per il federalismo fiscale, commenta nell’intervista rilasciata a IlSussidiario.net l’approvazione nella riunione del Consiglio dei ministri del 28 luglio scorso di uno specifico regolamento che disciplina l’iniziativa per l’istituzione delle città metropolitane, tra cui Roma. «Sempre in base all’articolo 23 c’è un percorso istitutivo che alla fine porta a un referendum tra tutti i cittadini dell’area interessata e a un decreto istitutivo del governo, che deve intervenire entro il maggio del 2013».
Sarà necessario il raggiungimento di un quorum?
La legge prevede un referendum senza quorum a meno che la Regione dia parere contrario, caso in cui sarà necessario almeno il 30% dei votanti per renderlo valido.
Cosa manca per la realizzazione delle città metropolitane?
Manca la definizione degli organi e del sistema elettorale delle città metropolitane, e a questo scopo sta provvedendo la Carta delle autonomie locali, un provvedimento approvato alla Camera col voto contrario delle opposizioni del Partito Democratico. Lo stiamo adesso esaminando anche al Senato e sembra che ci sia una bozza di intesa tra i due relatori, che sono Andrea Pastore del Pdl e Enzo Bianco del Partito Democratico, anche se non è stata ancora formalmente depositata.
Che tipo di sistema elettorale verrà adottato?
Si tende a estendere le opzioni, quindi con lo statuto la città metropolitana può scegliere se adottare o un sistema a elezione diretta, oppure un sistema di secondo grado. È evidente comunque che laddove viene istituita la città metropolitana la provincia viene soppressa.
Può spiegare meglio questo passaggio?
Già ora la legge prevede che laddove si istituisce la città metropolitana questa a tutti gli effetti assorbe e sostituisce la Provincia stessa e questo riguarda le 14 grandi aree urbane del Paese più Roma, che ha un ordinamento autonomo. Per quanto riguarda tutte le altre province si tratta di un tema diverso e su questo argomento il Pd e le opposizioni hanno presentato al Senato emendamenti congiunti che tendono ad abolire tutte le province al di sotto dei 500 mila abitanti e, tra le diverse ipotesi c’è anche quella di trasformarle come in Spagna in organismi di secondo grado, ma per operare questa modifica è sicuramente necessaria una riforma costituzionale.
Quali città potrebbero realisticamente diventare città metropolitane?
Sicuramente Bologna è una città in cui se ne sta discutendo molto, ma non sono informato di altre città in cui è stato intrapreso questo percorso. Proprio oggi ho incontrato il sindaco di Bari Michele Emiliano che mi sembrava interessato all’ipotesi del secondo grado, che quindi è un’opzione che potrebbe rilanciare la costituzione delle città metropolitane.
Che dimensioni avranno queste città?
Ogni città metropolitana deciderà da sé, ma è chiaro che, se non coincide col territorio della Provincia, le porzioni di territorio che non entrano a far parte della città metropolitana dovranno entrare nelle province limitrofe.
Come mai il tema delle città metropolitane viene affrontato concretamente solo ora?
In tutta Europa il tema del governo delle grandi aree urbane è molto complesso ed è stato caratterizzato da continui successi e fallimenti. In Italia non si è finora provveduto perché mancava il quadro legislativo e in particolare la norma finanziaria, ma con i decreti legislativi del federalismo fiscale ora abbiamo anche questa, quindi mi pare che ci siano tutte le condizioni per realizzare le città metropolitane.
E per quanto riguarda Roma?
La delega per istituire Roma Capitale è stata data al governo nell’ambito della legge 42 sul federalismo fiscale, ma per ora il governo si sta trincerando dietro il conflitto tra Polverini e Alemanno che hanno idee diverse, e quindi non si sta procedendo. Noi del Pd intendiamo comunque incalzarli con nostre specifiche proposte.
Che differenze di poteri ci saranno tra Roma e le altre città?
Sulla carta le differenze possono essere tante, perché ogni città avrà il suo ordinamento che sarà stabilito autonomamente attraverso uno statuto. Saranno le comunità locali, i Comuni e le Regioni interessati a decidere quali e quanti dei propri poteri conferire alla città metropolitana. Per quanto riguarda Roma dipende da questo decreto di cui per ora non si vede traccia.
Che tipo di benefici potranno arrivare dalla costituzione di una città metropolitana?
Il beneficio principale sarà sicuramente una forte semplificazione istituzionale, senza più avere una sovrapposizione di istituzioni. Inoltre le città metropolitane avranno strumenti finanziari più forti rispetto a quelli degli altri comuni, quindi come in tutta Europa ci saranno finalmente istituzioni capaci di governare tutte le complessità delle grandi aree urbane del nostro Paese.
(Claudio Perlini)