Via libera dalla Regione Lazio al piano di riparto delle risorse destinate alle Province per i percorsi triennali di istruzione e formazione professionale. Per l’anno formativo 2011-2012 verranno stanziati 42 milioni di euro, che coinvolgeranno nel Lazio oltre 9 mila studenti. La ripartizione fa seguito all’approvazione in Giunta regionale degli “Indirizzi e linee guida per le province in materia di percorsi triennali di istruzione e formazione professionale”, dopo il parere favorevole della Commissione di Concertazione composta dai rappresentanti delle Province, degli Enti di Formazione e dei Sindacati rappresentativi. IlSussidiario.net ha intervistato Gabriella Sentinelli, Assessore regionale all’Istruzione e alle Politiche giovanili: «Nel sistema regionale laziale, le qualifiche professionali vengono date dagli Istituti professionali di Stato, dagli Enti di Formazione privati o dalle Province. Questi ultimi due sono finanziati dalla Regione, che quest’anno ha investito 42 milioni di euro dopo un attento studio svolto dall’Assessorato sul livello di assistenza media necessario per ogni singolo ragazzo».



Che possibilità avranno questi ragazzi?

La formazione professionale non solo risponde all’obbligo formativo, ma permette di ottenere una delle ventuno qualifiche professionali individuate nel 2010 in sede di Conferenza Stato, Regioni e Province Autonome, utili ad entrare nel mondo del lavoro.

A chi sono indirizzati questi fondi?



A tutte le Province del Lazio e agli Enti di Formazione privati. La speranza è che questo finanziamento, rivolto a uno dei settori più delicati ma anche più importanti attualmente in vigore, possa contribuire alla diminuzione della dispersione scolastica dopo la conclusione della scuola media secondaria.

Come mai avete deciso di puntare sui percorsi di formazione professionale?

Abbiamo deciso di puntare sui percorsi triennali, che assolvono quindi anche l’obbligo formativo. Infatti dal mese di dicembre dello scorso anno non si chiamano più percorsi di Formazione Professionale, ma di Istruzione e Formazione professionale. Inoltre a gennaio 2011 la Regione Lazio ha stipulato un accordo con il ministero dell’Istruzione per permettere che queste qualifiche venissero date non solo dagli Enti di Formazione e dalle Province ma anche dagli Istituti professionali di Stato.



In che modo verranno investiti questi fondi?

Gli enti di formazione, in totale autonomia, decideranno quelle che sono le necessità primarie. Noi abbiamo stabilito il costo per singolo alunno e il finanziamento va anche leggermente oltre la cifra calcolata, proprio per dare loro la possibilità di muoversi più liberamente e capire come investire al meglio questi fondi.

Come mai un ragazzo decide di iscriversi a un istituto professionale?

Ci sono tantissimi ragazzi che decidono di abbandonare la scuola, oppure non se la sentono di affrontare i cinque anni del liceo. Con questi percorsi si scoprono nuovi interessi lasciando comunque la possibilità di proseguire gli studi, che permettono di arrivare all’università. I ragazzi che si iscrivono agli istituti professionali sono meno del 50% e questo ha fatto sì che sul mercato manchino le qualifiche professionali che vengono richieste dalle aziende. Proprio per questo la Regione Lazio finanzierà anche gli istituti tecnici, luoghi ad alta specializzazione, che creano figure professionali da indirizzare nel mondo del lavoro verso settori specifici.

Quindi crede nella grande importanza degli istituti professionali?

Sì, perché offrono una formazione culturale di base, e contemporaneamente insegnano la professione specifica che i ragazzi scelgono di intraprendere. Il ragazzo può sviluppare le proprie capacità nei campi che più gli interessano, però è ovvio che se qualcuno predilige una cultura umanistica si orienterà verso altri licei. La formazione professionale è moto importante perché come detto evita la dispersione scolastica, e permette a quei ragazzi che vorrebbero abbandonare la scuola, e restare quindi con la terza media, di trovare altri spunti, conoscere interessi inaspettati e scoprire le loro vere qualità.

 

(Claudio Perlini)