La crisi rischia di falcidiare anche chi era giunto in Italia col miraggio di un lavoro, non importa se tra i più umili e rifiutati dagli italiani stessi. E così, trovandosi da un giorno all’altro senza un impiego, tra i 250 e i 350mila stranieri (fanno parte, questi, dei 600mila a cui è scaduto il permesso di soggiorno) rischiano di essere annoverati tra gli irregolari. E di andare a ingrandire le fila del sommerso. E’ la stima compiuta dal ministro della Cooperazione internazionale, Andrea Riccardi. Che, per porre rimedio alla situazione, propone di graduare i costi per i permessi di soggiorno dei cittadini stranieri, allungandone i tempi da sei mesi ad un anno, in modo che dispongano di maggiori margini d’azione per cercare lavoro nell’ambito della legalità. Il ministro ha esposto la sua ricetta nel corso di un’audizione presso la Commissione Affari costituzionali della Camera. Abbiamo chiesto l’opinione in merito di Cristian Carraro.



Secondo il ministro gli immigrati il cui permesso di soggiorno sta per scadere, spesso si danno “alla macchia”. Le risulta?

Questo accade di consueto. In genere, quando l’immigrato non riesce a normalizzarsi, nelle prossimità delle scadenza, inizia a lavorare in nero. Difficilmente torna in patria. Costoro entrano in un limbo ben difficilmente controllabile dalle forze dell’ordine. Che, molto spesso, sfocia negli episodi di violenza cui, ad esempio, abbiamo assistito negli ultimi giorni



Che lavori svolge, in genere, a Roma, l’immigrato irregolare?

Le donne, per lo più, lavori di cura, come le bandanti. Gli uomini, prevalentemente, sono impiegati nella manovalanza. Nelle periferie romane sono invece utilizzati in ambito agricolo.

Quali sono le etnie maggiormente presenti a Roma?

Da noi si presentano, per lo più rumeni, ucraini, e polacchi, molte donne dell’Ecuador e svariati cittadini africani.

Crede che gli immigrati siano una risorsa per la Capitale?

Di sicuro, se continuano a venire in cerca di lavoro, significa che continua ad esserci offerta

Il sommerso e l’illegalità legati all’immigrazione che caratteristiche assumono, relativamente alla specificità cittadina?



Controllare chi, a Roma, vive nell’illegalità è molto più difficile che altrove. Qui, infatti, è semplicemente più facile nascondersi, in ragione della conformazione geografica cittadina. Ad esempio, in pieno centro, ci sono diversi parchi di enorme grandezza, con strade intricate, praticamente impossibili da monitorare dettagliatamente.

Crede che la proposta del ministro sia efficace per dirimere la questione?

Siamo in un periodo di crisi estremamente particolare, tale per cui implementare le possibilità di regolarizzarsi e procrastinare di sei mesi l’entrata nel mondo del sommerso, può rappresentare un’occasione proficua. Non a caso, nei nostri uffici, spesso arrivano immigrati che manifestano la forte volontà di regolarizzarsi. Con tutti i problemi che questo, sovente, comporta.

Ad esempio?

Capita che non conoscano la lingua, o le leggi italiane. O che il rapporto con il proprio datore di lavoro sia particolarmente complicato, in virtù del fatto che tali carenze li rendono facile preda di sfruttamento. 

Non crede, tuttavia, che procrastinare di sei mesi possa favorire l’illegalità?

Ripeto: data la delicata situazione di crisi, non credo.

Aumentare i controlli non sarebbe meglio?

Aumentare i controlli, di certo, è necessario e va fatto in due direzioni: nei confronti dei datori di lavoro, per scovare chi assume in nero (il che, ovviamente, vale anche per chi assume italiani); e nei confronti di chi si trova in Italia al di fuori di ogni regola, che vive di espedienti o dell’illegalità. Occorre, tuttavia, ricorda che molti stranieri, spesso, si trovano in condizioni tali da essere costretti a non essere completamente in regola.

Quindi?  

Buon senso vorrebbe che, contestualmente ai controlli e al rispetto delle regole, si desse modo a queste persone di ottenere gli strumenti per regolarizzarsi, come la possibilità di conoscere la lingua e le leggi. Poi, una volta che ciascuno ha avuto le proprie chances, dovrà pagare le conseguenze del suo eventuale persistere nell’illegalità.