I numeri presentati fanno impressione. Le Olimpiadi del 2020, se si tenessero a Roma, sarebbero una occasione d’oro per l’economia nazionale e per l’occupazione. Un investimento per l’intero sistema Italia. In tredici anni, nell’arco temporale 2012-2025, determinerebbero una crescita cumulata del Pil nazionale pari a 17,7 miliardi di euro, che equivale ad un aumento dell’1,4 per cento del Prodotto interno lordo nazionale rispetto al 2011. E in più la crescita del Pil coinvolgerebbe tutte le regioni d’Italia, ovviamente con maggiore concentrazione al Centro, dove l’aumento cumulato sfiorerebbe il 4 per cento, ma con benefici sensibili anche al Nord (0,5 per cento) e al Sud (1 per cento). Non solo. Sul fronte del lavoro, la media annua di nuovi occupati sarebbe di 12.000 unità, con un picco di 29.000 nell’anno 2020, per un totale di 170.000 posti di lavoro. La crescita in termini di unità di lavoro medie nel periodo 2015-2025 sarebbe pari allo 0,7 per cento a livello nazionale, con un picco del 2,2 per cento al Centro.
Vantaggi che, oltretutto, potrebbero essere quasi a costo zero per le casse pubbliche. L’intero volume di spesa per le Olimpiadi a Roma sarebbe di 8,2 miliardi di euro, a fronte di un introito di 3,5 miliardi tra proventi del Comitato Olimpico Internazionale (Cio) per diritti sponsor e tv, biglietti, sponsor locali, lotterie e ricavi da valorizzazione immobiliare. I restanti 4,7 miliardi, che dovrebbero essere garantiti dallo Stato come spesa pubblica, genererebbero tuttavia un maggiore gettito erariale per il Paese pari a 4,6 miliardi di euro. In pratica, l’operazione diverrebbe un volano per l’intera economia nazionale ad un costo finale di 100 milioni di euro. In particolare i costi per l’organizzazione ammonterebbero a 2,5 miliardi, quelli per la realizzazione e l’adeguamento degli impianti sportivi a 1,4 miliardi, la stessa cifra necessaria per costruire il villaggio olimpico da 18.000 posti e il Centro Stampa da 5.000.
La candidatura di Roma massimizzerebbe inoltre l’utilizzo di strutture esistenti e di impianti temporanei. Sono da completare l’impianto polifunzionale Calatrava a Tor Vergata (500 milioni) e vanno realizzate in toto due nuove opere: un bacino remiero da 95 milioni e un velodromo da 55 milioni. Altri 2,8 miliardi saranno da destinare alle infrastrutture urbane e di mobilità, un investimento per la capitale e l’intero Paese; ma sono già’ previsti dal piano strategico di Roma Capitale e necessarie anche per il Giubileo del 2025. A questa cifra vanno aggiunti anche i lavori di adeguamento dell’aeroporto di Fiumicino (1,6 mld), interamente a carico dei privati.   



Lo studio, di quasi cento pagine, porta la firma della Commissione di compatibilità economica presieduta da Marco Fortis sulla valutazione della candidatura alle Olimpiadi e Paralimpiadi di Roma 2020 ed è stato sottoposto al presidente del Consiglio Mario Monti, ai presidenti di Camera e Senato e infine presentato in una conferenza stampa in Campidoglio. E arriva proprio nel giorno in cui viene diffuso un altro sondaggio, dell’Ispo di Renato Mannheimer, sulle Olimpiadi a Roma. A fare il tifo per i giochi olimpici nella Capitale sono sette italiani su dieci. In particolare, i sostenitori “caldi”, che sono “molto o abbastanza favorevoli” all’evento sono il 74 per cento del campione in Italia, l’86 per cento nel Lazio e il 77 per cento a Roma. La percentuale di coloro che si dicono nettamente contrari ai Giochi è piuttosto bassa: l’11 per cento in Italia, il 3 per cento nel Lazio e il 6 per cento a Roma.
Nella relazione della commissione Fortis si rileva che lo stesso presidente del Cio, Jacques Rogge, ha espresso la convinzione che, con la crisi economica e i suoi strascichi negativi, i Giochi del futuro possano anche essere caratterizzati da un approccio di spesa moderato, in sintonia con i tempi attuali. Per questo è stata giudicata “potenzialmente interessante” una candidatura di Roma che possa valorizzare un parco importante di strutture già
esistenti, da integrare non nuovi investimenti. Austerità’, rigore nel controllo dei costi e trasparenza nella gestione sono condizione necessaria per garantire le cifre emerse dallo studio. Nella relazione si sottolinea infatti che
qualunque variazione avrebbe ricadute differenti sui risultati economici e finanziari della simulazione.
Via libera alle Olimpiadi a Roma anche dal Pd. “Noi del Partito democratico vogliamo le Olimpiadi – ha fatto sapere Anna Paola Concia, responsabile nazionale del Partito democratico per lo sport – Siamo però convinti che siano assolutamente necessari alcuni presupposti irrinunciabili. Da tempo chiediamo tre cose fondamentali: trasparenza, sia nelle decisioni che nella gestione, un metodo partecipativo con il coinvolgimento della città, dell’associazionismo sportivo e delle imprese, e infine la sostenibilità ambientale. Chiediamo insomma delle Olimpiadi low cost, sobrie e sostenute dalla partecipazione di tutte le forze sociali, politiche e delle amministrazioni locali”.
Un messaggio forte, insomma. Ma, per i bookie internazionali, la favorita per ospitare la manifestazione resta Tokyo (a 2,80 sulla lavagna di Bet365), che supera Madrid (a 3,40) e la stessa Roma (a 3,60). Poche chance per Baku e Doha, entrambe bancate a 11,00, mentre per Istanbul si tratterebbe di un affare da 13 volte la scommessa.

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