Silvio Berlusconi, Angelino Alfano e Denis Verdini sarebbero stati a conoscenza delle spese e degli sprechi di Franco Fiorito. A informarli, circa quaranta giorni prima che scoppiasse la bomba Laziogate nella giunta Polverini, una lettera datata 6 agosto 2012 e firmata dal capogruppo in consiglio regionale, Francesco Battistoni (la prima testa a cadere in Regione dopo lo scandalo). Secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, nella missiva indirizzata ai vertici del Pdl sarebbero stati descritti i numerosi movimenti illeciti di Fiorito, dalle spese personali ai bonifici sui propri conti esteri, fino ai prelievi in contanti dai fondi del gruppo. In attesa di conferme che lo stesso Battistoni, raggiunto dal Fatto, ha preferito non fornire, IlSussidiario.net ha contattato Paolo Gambescia, già direttore de L’Unità, de Il Messaggero e de Il Mattino e professore di Giornalismo presso l’Università La Sapienza di Roma.



Cosa pensa di questa presunta lettera inviata da Battistoni? 

Non c’era sicuramente bisogno di Battistoni per mettere in evidenza quello che tutti sapevano già da molto tempo riguardo le spese effettuate all’interno della Regione Lazio. Il vero problema è che nessuno ha scelto di intervenire nelle reali questioni che si celano sotto la gestione della cosa pubblica e che mettono in evidenza un malcostume ormai ampiamente diffuso.



Gli sprechi della Regione erano quindi evidenti già da molto tempo?

Quello di cui parlo è un problema che non riguarda solo la Regione Lazio ma anche molti altri enti locali italiani. Non bisogna certamente fare di tutta l’erba un fascio, ma è chiaro che vi sono molte amministrazioni locali nelle quali il malcostume è, se non condiviso, quantomeno tollerato. Questo è del tutto noto.

Come fa a dirlo?

Semplicemente perché vi sono spese che non possono non risaltare agli occhi di chi si trova all’interno dell’amministrazione. Spesso invece, proprio perché tale malcostume ha pervaso la rappresentanza politica sul territorio, si fa semplicemente finta di niente. Parlo dunque dei comportamenti, delle ricchezze improvvise, degli stili di vita: bisognava aspettare l’inchiesta giudiziaria per provare che Fiorito utilizzasse il denaro pubblico per scopi personali? O forse sono le tante automobili, la villa al Circeo e tutte le altre spese a dover far venire qualche dubbio?



Come scovare dunque tali azioni illecite?

Credo che sia quanto mai opportuno passare al setaccio i patrimoni di coloro chiamati a governare una Regione, controllandoli di anno in anno dal giorno dell’elezione e confrontandoli semplicemente non con la dichiarazione dei redditi, che può essere falsa, ma con lo stile di vita. Per questo dico che, se la politica svolgesse adeguatamente il proprio compito, non ci sarebbe bisogno di arrivare all’inchiesta giudiziaria.

Anche lei è dell’idea che si sta vivendo una nuova Tangentopoli?

C’è una sostanziale differenza rispetto alla cosiddetta prima Repubblica: prima i partiti si rifornivano dei soldi necessari per fare politica attraverso le tangenti. I personaggi di oggi, invece, si candidano e si fanno eleggere per prendere i soldi e arricchirsi con il denaro pubblico dei contribuenti. Non ci si candida per fare politica, ma solamente per arricchirsi.

Torniamo alla presunta lettera di Battistoni. Crede sia un’ipotesi probabile? 

Difficile da dire ma, se questo venisse confermato, sarebbe certamente la grave prova di un’ulteriore sottovalutazione del problema morale. Senza dover necessariamente entrare nel merito delle inchieste giudiziarie, se non si sceglie di intervenire di fronte a un chiaro avvertimento da parte di un rappresentante del partito è chiaro che c’è qualcosa di profondamente sbagliato. Per quanto riguarda il caso Lazio, però, vorrei anche sottolineare l’azione dell’opposizione.

I cui consiglieri hanno da poco sospeso l’occupazione della sede regionale di via Cristoforo Colombo per pressare la Polverini affinché si possa andare al voto già a dicembre.

La protesta è giusta, ma sarebbe stato meglio comportarsi fin da subito da vera opposizione, controllando ed eventualmente denunciando una gestione illecita della cosa pubblica da parte della maggioranza. Personalmente mi sarei aspettato che l’inchiesta giudiziaria nascesse dai rilievi effettuati dalla sinistra, anche fuori dall’Aula, invece così non è stato.

Come mai dice che l’attuale protesta è giusta?

Perché è chiara la necessità di andare al voto al più presto. Non è una questione solamente politica ma semplicemente di buon senso: una Regione come quella del Lazio, che versa in una situazione per certi versi drammatica, non può rimanere senza governo. Bisogna assolutamente andare subito al voto.

Come giudica la posizione attuale della Polverini?

Il suo atteggiamento non mi scandalizza affatto e fa parte di un normale “gioco” politico. E’ chiaro che dopo il cataclisma che l’ha investita, l’ex maggioranza si trovi adesso in grande difficoltà: in pochissimo tempo dovrà infatti chiarire in che modo arrivare alle elezioni, chi presentare come candidato e come risolvere quelle fratture all’interno del Pdl che, come abbiamo visto, per certi risultano insanabili. Ribadisco però l’idea che un conto è l’interesse di parte, un conto è quello della collettività: i cittadini hanno bisogno di essere rappresentati e poter esprimere la loro opinione a riguardo il prima possibile.

Visto quanto accaduto, il Pdl è adesso il grande sfavorito alle urne?

Il centrodestra potrebbe anche trovare un candidato capace di trascinare la vecchia maggioranza verso una nuova conferma, ma è un’ipotesi che personalmente non mi convince. Inoltre, sia che le elezioni siano a dicembre sia che si facciano in un unico election day in primavera, resta il fatto che la sinistra può già contare su un candidato forte come Zingaretti, già conosciuto dall’opinione pubblica e abbastanza apprezzato. Detto questo, c’è una cossa in particolare che mi aspetto da queste elezioni.

Cosa?

Sarà interessante scoprire se e quanto gli schieramenti politici hanno imparato dai recenti scandali e come saranno invece composte le liste. Saranno presenti gli stessi componenti della maggioranza e dell’opposizione che avrebbero dovuto controllare l’operato del vicino di scranno, oppure si andrà a votare cercando di rinnovare dal profondo la rappresentanza politica? Purtroppo, visto che a quanto pare neanche Tangentopoli è servita come lezione, non mi aspetto grandi cambiamenti.

 

(Claudio Perlini)