Mentre Franco Fiorito viene iscritto nel registro degli indagati della procura di Viterbo con l’ipotesi di reato di calunnia e falso (perché avrebbe personalmente o tramite terzi falsificato le fatture relative alle spese sostenute dall’ex capogruppo Pdl alla Regione, Francesco Battistoni), per il Popolo della Libertà è tempo di “estirpare il male e cauterizzare le ferite”, per usare le parole dell’ex ministro Anna Maria Bernini. Il sindaco di Roma Capitale, Gianni Alemanno, a riguardo sembra avere le idee chiare: dopo le dimissioni della Polverini, “la macchina del fango, gli scandali e l’ipocrisia”, il primo cittadino ha fatto “una profonda riflessione. Ho scritto un tweet molto semplice, quasi per sfogarmi – ha scritto nel suo blog – Prepariamoci a discutere, proporre, decidere. Azzeramento e rifondazione del centrodestra, come procedere?”. Alemanno, oltre a provare a guidare il cambiamento del partito, punta probabilmente ad anticipare il voto al Comune per unirlo a quello della Regione. L’obiettivo? Tenere aperta la porta delle elezioni politiche di aprile a lui e al candidato per la carica di governatore. L’azzeramento del centrodestra proposto da Alemanno non trova però d’accordo Francesco Storace, contattato da IlSussidiario.net. Secondo il segretario nazionale de La Destra, infatti, «è eccessivo ritenere che il Pdl rappresenti tutto il centrodestra, anche se senza dubbio ne rappresenta una parte importante e ovviamente non marginale. E’ però necessario che sia lo stesso partito, dopo tutto ciò che è successo, a riformare sé stesso». Un partito che esce dal caso Pisana indubbiamente ferito, spiega Storace, «ma mi auguro che possa dimostrare una capacità di reazione. Nelle prossime settimane vedremo quali saranno i nuovi intendimenti, ma spero che prima di tutto si riesca a capire se la Polverini, che non ha commesso alcun reato, intende ricandidarsi o meno. Solo dopo sarà possibile ragionare sul da farsi». Storace infatti ha sempre sostenuto di non aver condiviso le dimissioni dell’ex governatrice, «ma ho apprezzato che una persona seria metta in discussione per colpe altrui la propria posizione, anche se personalmente credo che non fosse necessario farlo». 



Lo scandalo del Lazio, continua a spiegarci il segretario de La Destra, «è ormai qualcosa che ha scatenato dimostrazioni di incoerenza in tutta Italia. E’ successo qualcosa di grave, certo, ma in alcune regioni altri governatori che sono stati lambiti da tali eventi continuano a non voler dimettersi». Quanto sta accadendo rappresenta «una caduta valoriale della politica stessa. Quando sento persone coinvolte giustificarsi dicendo che nessuno aveva detto loro che alcune azioni erano vietate, noto una stupefacente mancanza di etica. Quindi, anche se non ci dovesse essere il penale, esiste sicuramente un profilo di inopportunità politica che dovrebbe invece essere l’esatto contrario. Quando si perde la consapevolezza di ciò che è giusto e di ciò che non lo è, qualcuno evidentemente si trova nel posto sbagliato».



 

(Claudio Perlini)

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