Franco Fiorito, capogruppo del Popolo della Libertà alla Regione Lazio, è stato arrestato stamattina dagli agenti del nucleo valutario. L’ordinanza di custodia cautelare firmata dalla Procura di Roma sottolinea i rischi di inquinamento probatorio e fuga. Nel frattempo la polizia sta perquisendo l’abitazione del politico. Il gip Stefano Aprile è convinto del fatto che Fiorito abbia architettato un “depistaggio mediatico” nei confronti dei suoi avversari personali.
Come ha scritto il magistrato, “frammenti di fatture destinate al gruppo consiliare del Pdl sono stati ritrovati nel tritacarte e nella pattumiera dell’abitazione di Fiorito”, il quale disponeva “liberamente della documentazione che custodiva”. Lo stesso Aprile sottolinea che Fiorito “non è stato prontamente reperibile in occasione della perquisizione del 14 settembre scorso”. In quell’occasione infatti “la Guardia di Finanza non ha trovato la documentazione sottratta al gruppo Pdl della Regione, che invece lo stesso ex capogruppo ha consegnato cinque giorni dopo”.
Come dichiarato a Ilsussidiario.net da Maurizio Gasparri, presidente del gruppo del Pdl al Senato, “il mio partito ha tutto l’interesse a che si chiarisca chi si è comportato bene e chi si è comportato in maniera tale da gettare il discredito sull’intero mondo politico. Con l’arresto finisce il tour televisivo di Fiorito, e mi auguro che ci sia la possibilità da parte della magistratura di accertare con rapidità le responsabilità in modo da evitare un discredito generalizzato sulla politica, che non è tutta fatta in un certo modo”.
Per il senatore Gasparri, l’arresto di Fiorito “non ha un significato politico, ma ha un significato giudiziario. La magistratura avrà avuto le sue ragioni per assumere queste decisioni. Certo, quanto sta accadendo è anche un monito sulla moralità della politica, la necessità di rigenerare tanti ambienti, di avere controlli più severi, non c’è dubbio che la vicenda sia un richiamo molto severo per tutti”. E sulle conseguenze del caso Lazio sull’intero Pdl, il presidente dei senatori osserva che “già ne sta avendo di ripercussioni, non è una vicenda secondaria ma eclatante, grave, e quindi non ci sono dubbi sul fatto che stia avendo delle conseguenze”.
A chi gli chiede quale sarà la risposta del Pdl per evitare che si ripetano scandali simili, Gasparri osserva che “intanto abbiamo allontanato dal partito quanti si sono comportati in modo scorretto, in primo luogo lo stesso Fiorito. Inoltre, il Pdl ha chiesto trasparenza e rigore. La risposta sono i fatti, se ci saranno fatti seri la gente continuerà a votarci”.
Ovviamente, nei prossimi mesi ci sarà molto da lavorare anche sulla selezione dei rappresentanti del Pdl, anche se per Gasparri “ciò vale in tutti gli ambienti: si potrebbe parlare di Lusi, di Penati, si potrebbe parlare di imprenditori, di magistrati. La politica ha un dovere in più perché è un’attività pubblica, che si svolge a spese dei cittadini, e che passa attraverso elezioni. Tutti i politici devono essere evidentemente più rigorosi, le vicende di questo tipo sono troppe e sconcertanti”.
Infine, una battuta sul sistema elettorale, a sua volta destinato a selezionare la classe dirigente: “Io resto favorevole alle preferenze, anche se in molti le contestano, perché la gente è stanca di politici calati dall’alto. Ci vogliono controlli più rigorosi sui tetti di spesa e sulle modalità della campagna elettorale, ma resto convinto che tra le imposizioni dei partiti e le preferenze, queste ultime restino il sistema migliore”.
(Pietro Vernizzi)