Manifestazione studentesca di venerdì 26, arriva lo striscione della Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI). Non essendoci più partigiani vivi era evidentemente portata da nuovi vecchi. Ma gli studenti dicono : “andate via, non vogliamo essere caratterizzati politicamente come voi.”
La cosa assume un carattere epocale. Dunque i giovani di oggi trovano che persino il classico coagulante della democrazia italiana, l’ antifascismo istituzionale, sia ormai una cosa di parte, più del potere che degli oppositori. Gli studenti sono oppositori delle politiche del governo Monti, ovvero del governo tecnico messo su dal patto di tutte le parti politiche. Per questi ragazzi opposizione è una cosa diversa dal solito impianto egemonico della sinistra. Allora dove pescano gli esempi?
La novità è decisamente “stare fuori dagli schemi”
Fuori dallo schema oggi ci sono in tanti: grillini, centri sociali, rottamatori alla Renzi. E anche un populismo di destra che cavalca il rifiuto della democrazia, come fa Berlusconi quando dice che l’Italia è dominata dalla magistratocrazia. A questo Berlusconi corrisponde il leghismo da Guardia Padana. Poi naturalmente c’è Di Pietro che considera tutti marci. E ci sono le sinistre estreme alla Travaglio, che usano la lingua di Torquemada.
Dunque cari ragazzi, l’offerta fuori dagli schemi è in overdose, non riuscite neppure ad essere rivoluzionari o innovatori.
Possiamo allora ipotizzare che il ragionamento di quegli studenti sia stato: rifiutiamo i tagli alla scuola dettati dalle politiche di risparmio imposte dai padroni della crisi, ovvero i banchieri e i loro politici. Dicono che bisogna tagliare la spesa pubblica ma solo perché vogliono ridare fiato alla speculazione finanziaria.
Più o meno il ragionamento è questo. Ma esiste un punto debole: che cosa si potrà fare per uscire dalla crisi ? O si trovano le energie positive da cui ricostruire oppure ogni grido rivoluzionario diventerà reazionario, ovvero approfondirà la crisi.
E’ questo il tempo della persona! Questo grido assume spessore ideale senza bandierine egemoniche del sistema.
Tu studente sei una persona che deve fiorire nelle capacità culturali e professionali, e che guarda l’opera delle parti dinamiche della società contemporanea, vorresti aggiungerti ai buoni costruttori. Imprenditori, scienziati, creativi, educatori, insomma il Paese esiste con le sue migliori energie e l’ideale vero è far parte della positività del reale, nel fronte dei costruttori.



Pensate al Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, Lavoratori e contadini in marcia verso il futuro. Provate ora a immaginare la marcia di un popolo non più inteso come lotta di classe dei poveri contro i ricchi. La marcia del popolo dei costruttori, il Nuovo Stato, dovrebbe essere dipinto mostrando uomini e donne con zappe, computer, e robot, uniti fra loro non dalla coscienza di classe ma dalla coscienza di popolo, che viene da una identità originaria. Popolo, cioè ideale, cioè un punto di riferimento a cui guardare. 
La globalizzazione del sistema economico mondiale propone una globalizzazione politica che riduce la democrazia a omologazione delle decisioni internazionali.
Non serve a niente rispondere a questa globalizzazione con l’uscita degli schemi secondo i vari estremismi impazziti. Si può rispondere solo con un ritorno identitario, delle realtà operose, delle comunità, dei territori, un localismo virtuoso che sfida tutto l’economia mondiale con la bontà del suo costruire e produrre. Questa è l’uscita dalla crisi., avere una vocazione dentro l’infinito agire umano. 
Cari ragazzi, io, che oggi compio 71 anni, vi dico che ho sempre cercato cosa faceva popolo, e ho trovato infine Gesù Cristo, la Presenza incontrabile e da seguire, che unisce le moltitudini facendo diventare vera la parola popolo. Sono stato elettricista e politico, la politica è stata disintegrata dalla logica del potere. Ma il mio spirito da elettricista è disponibile a rifare la politica dal basso, come partecipazione Ecco, l’incontro con Gesù mi ha ribadito la vocazione. Che io ho sempre sintetizzato in “ servire il popolo”. Questo è un ideale ancor di più valido oggi.

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