La stagione autunnale del Teatro dell’Opera di Roma è iniziata con la storia d’amore e morte più celebre della letteratura, sulle note di Sergej Prokof’ev. Trasformato in balletto nel 1938 dal grande compositore russo, il Romeo e Giulietta viene proposto al pubblico del Teatro dell’Opera in una versione che porta la firma del francese Patrice Bart per la coreografia, la drammaturgia e la regia. Una novità importante rispetto all’edizione firmata da John Cranko che si è vista a Roma per circa un quarto di secolo è sul podio, con il Maestro David Coleman, direttore di numerose produzioni del Balletto dell’Opéra di Parigi. Scene e costumi sono di Luisa Spinatelli. La produzione resterà in scena sino al 7 ottobre ed e possibile che venga ripresa da altri teatri o anche dalla stessa fondazione lirica romana.



La prima rappresentazione è saltata a ragione dello sciopero del corpo di ballo a ragione della mancata assunzione di un certo numero di “precari”. Non è questa la sede per entrare nel merito della manifestazione. Occorre, pero, rilevare che : a) nella stagione 2012-2013 sono previste soltanto 15 rappresentazioni di balletto; b) in Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti esiste una sola formazione nazionale di balletto sovvenzionata dallo Stato; c) in Italia soltanto La Scala ha una compagnia e stagione completa di balletto, a cui si aggiungono tre “spezzoni” nell’ambito delle fondazioni liriche di Roma, Napoli e Palermo.  Non sarebbe utile pensare ad una razionalizzazione?



Torniamo ora alla nuova produzione di Romeo e Giulietta. “L’amore, la religione, la morte, ma anche la forza, l’odio la rivalità, la complessità dei rapporti umani e delle loro motivazioni: il sesso e il potere” – così descrive il suo Romeo e Giulietta, Bart. “Entrare nel mondo di William Shakespeare è un viaggio fisico e intellettivo. Una sfida eccezionale per un coreografo che usa le musiche di Prokof’ev”. La partitura è d’un Prokof’ev maturo che non sperimenta più con suoni (come, ad esempio, ne “L’Angelo di Fuoco”) ma tenta grandi affreschi nazional-popolari (quali “Guerra e Pace”) e la fusione tra musica e cinema (con Eisenstein nei due film su “Ivan il Terribile” e soprattutto “Alexander Nivskij”). 



Coglie, però, meglio di altri musicisti (si pensi a Gounod od allo stesso Bellini) il doppio dualismo della tragedia shakespeare : non solo nel contrasto tra il mondo dei giovani e quello degli adulti, ma anche tra la “storia” del breve incontro tra i due amanti, da un lato, ed il confronto di un dramma di amicizia, tradimenti, lealtà che si svolge solo tra ragazzi di genere maschile appena usciti dall’adolescenza e non ancora nell’età matura (Romeo, Mercurio, Tebaldo, Paride). La musica della coppia degli amanti è cromatica, mentre quella dei “ragazzi” (e del mondo esterno) è rigorosamente diatonica – un artifizio, se vogliamo, impiegato magistralmente da Wagner nel “Parsifal” dove il regno di Klingsor è cromatico e quello del Gral diatonico. E’ importante sottolineare che alla replica de 29 settembre (una pomeridiana.  affollata da famiglie con bambini) c’è stata un vera e propria ovazione a favore non solo dei protagonisti e del corpo di ballo ma del concertatore David Coleman , alle prese con una partitura complessa e difficile spesso affidata a routiniers che non ne sanno estrarre la drammatica bellezza.

In scena con la compagnia del Teatro dell’Opera guidata da Micha van Hoecke, un cast ricco di stelle della danza internazionale veste i panni dei personaggi sottilmente tratteggiati dalle note di Prokof’ev: i giovani Romeo e Giulietta, lo spensierato Mercuzio, il perfido Tebaldo, sullo sfondo dell’aspra lotta tra Montecchi e Capuleti, tra duelli all’ultimo sangue abilmente preparati dal maestro d’armi Renzo Musumeci Greco.. Nel ruolo di Giulietta si alternano Venus Villa prima ballerina dell’English National Ballet , Gaia Straccamore prima ballerina dell’Opera di Roma , Dorothée Gilbert étoile dell’Opéra de Paris e Maria Yakovleva étoile del Wiener Staatsballett ; nel ruolo di Romeo, Dinu Tamazlacaru primo ballerino del Berlin Ballett , Anton Bogov primo ballerino del Teatro dell’Opera di Maribor  e Yann Saïz dell’Opéra de Paris .