Per due settimane, il mondo internazionale della musica “colta”, soprattutto quello più giovane, guarderà a Roma. Alcuni critici di testate importanti americane, tedesche, britanniche hanno locato mini appartamenti nella città dei “Cesaroni”. Roma non è solo politica e pacchianeria (e tentativi di far rivivere Cinecittà), è anche una capitale europea della musica contemporanea con ore di esecuzione , su base annua, pari a quelle di Berlino e superiori a quelle di Parigi e Londra. Veniamo ai tre appuntamenti: il 18 novembre inizia il Festival di Nuova Consonanza con la consueta maratona di novità assolute suonate, in parallelo, nei diversi saloni di Villa Aurelia sulle pendici del Gianicolo; il 22 novembre nell’Auditorium di Via della Conciliazione si celebra, con una esecuzione del Requiem di Verdi, il decennale dalla nascita dell’Orchestra Sinfonica di Roma (un’iniziativa di grande successo della Fondazione Roma; il 27 novembre viene inaugurata la stagione del Teatro dell’Opera con il debutto di Riccardo Muti nella concertazione di Simon Boccanegra sempre di Verdi.



Tre appuntamenti molto diversi e per pubblico molto differente. Il Festival di Nuova Consonanza giunto alla 49sima edizione, è l’evento più importante  delle numerosissime iniziative di musica contemporanea. Indicativo il fatto che nel 2005 quando il Sindaco Veltroni ne cancellò il finanziamento del Comune, i principali istituti culturali stranieri presenti a Roma si autotassarono per contribuire ad una manifestazione iniziata, circa cinquanta anni fa, tra pochi accoliti ma ormai di rilievo mondiale. Questa tornata si estende sino al 15 dicembre, Ha un pubblico giovane e prezzi stracciati: l’ingresso alla “maratona iniziale” è 10 euro e con altri 8 euro si ha anche una cenetta semplice e con piatti di carta.



CentoCage è il titolo dell’inaugurazione del Festival a Villa Aurelia, sede dell’American Academy in Rome. E’  un omaggio ad un grande pensatore che ha sostanzialmente stabilito la parità  dei diritti tra suono e rumore: un ricordo attraverso i suoi lavori per i vari pianoforti (preparato, toy, gran coda) nel concerto Cage Age di Daniele Lombardi, e per le percussioni del primo periodo nel concerto serale Cage e altri rumori dell’Ars Ludi Laboratorio; ma anche un dono di compositori e artisti a quel’americano che amava affermare: “quello che so l’ho imparato dai funghi”, con lavori eseguiti in prima esecuzione assoluta per lui. 



Avremo Onde una storia fantastica per attore, musica e burattini, testo e regia di Idalberto Fei con la musica del giovane Domenico Turi, cinque composizioni in prima assoluta ed una rivisitazione del lavoro Atlas Eclipticalis di Cage, una selezione Sound Art Project selezionati dalla EBU Ars Acustica Group, installazioni d’arte e video tra cui i lavori di Roberto Masotti. Fra le più recenti composizioni Piccoli studi sul potere di Fabio Cifariello Ciardi: spesso il Potere parla non alla testa, ma soprattutto alla pancia – racconta il musicista -. In che modo? Forse anche con la musicalità celata nell’eloquio. I Piccoli Studi sul Potere smascherano la possibile musica nascosta nei discorsi cruciali di cinque uomini che hanno fatto la storia: Adolf Hitler, George W. Bush, Tony Blair, Barack Obama, l’Imperatore Akihito. utilizzando dunque alcuni dei più significativi discorsi pubblici tenuti dai cinque, Cifariello Ciardi li trascrive in spartiti per clarinetto, flauto, arpa, violino e violoncello, evidenziando le loro studiate tecniche oratorie di persuasione. Infine la partecipazione degli artisti americani residenti dell’American Academy con i loro lavori: installazioni, performance, esposizioni di opere dell’arte e novità musicali.

Pubblico giovane, ma anche anziano, al decennale dell’Orchestra Sinfonica di Roma, unica istituzione concertistica dell’Europa continentale che non riceve alcuna sovvenzione pubblica, ma grazie al supporto della Fondazione Roma, pratica prezzi bassi: un biglietto intero 20 euro, ridotto 15. Abbonamenti per anziani e studenti, per 30 concerti (comprese due opere), a 180 e 100 euro. Un pubblico però di appassionati che affolla la sala la domenica pomeriggio ed il lunedì sera. Politici, finanziari, industriali , “Cesaroni” e qualche intenditore il 27 novembre al Teatro dell’Opera. Domanda di prammatica: la concertazione da parte  di Muti di una delle partiture più difficili di Verdi supera quelle “di riferimento” di Abbado e Gavazzeni?  Vi diremo il nostro pensiero dopo averla ascoltata.