Tridentino di Roma chiuso al traffico a tutte le ore del giorno e della notte. La vasta area che va da piazza di Spagna a piazza del Popolo sarà vietata ai veicoli su decisione di Orlando Corsetti, presidente del I Municipio. Il provvedimento ha validità da sabato e durerà in via sperimentale per 60 giorni. All’origine c’è la situazione di sosta selvaggia nelle isole pedinali, dopo che il Campidoglio ha realizzato dei lavori che hanno creato nuove aree dove lasciare le auto. Ilsussidiario.net ha intervistato Valter Giammaria, presidente di Confesercenti Roma, per chiedergli di commentare la vicenda.



Giammaria, è favorevole o contrario alla chiusura del traffico al Tridentino?

Noi siamo contrari a questi provvedimenti fatti senza condividerli e senza concordarli con le categorie e gli operatori presenti nel centro della città. Delle chiusure così tout court non sono produttive né per la città né tantomeno per i commercianti, soprattutto nell’attuale momento di crisi nel settore del commercio. Non basta chiudere il centro storico e impedire che entrino le macchine, per risolvere il problema del traffico e la sosta selvaggia sui marciapiedi. Dei provvedimenti fatti in questo modo per noi sono deleteri.



Ritiene che il commercio possa risentire negativamente di questa scelta?

Ne risente negativamente, basti pensare al problema del carico e scarico merci. Per questo motivo una decisione come questa andava condivisa con le categorie.

Carico e scarico merci è vietato totalmente o solo in alcune ore?

Non conosciamo ancora i dettagli del provvedimento del presidente del I Municipio, anche perché Confesercenti Roma non è stato chiamata a un tavolo di confronto. E’ ovvio quindi che un provvedimento fatto in questo modo ci sorprende. Anche perché avremmo voluto essere convocati, almeno per essere informati.



Ma il presidente del I Municipio ha i poteri per prendere una decisione del genere, o la scelta spetterebbe al Comune?

Bisognerebbe valutare attentamente anche questo aspetto, ormai c’è poca chiarezza per quanto riguarda i poteri del I Municipio e del Comune di Roma. Fatto sta comunque che un presidente del I Municipio o un sindaco di Roma, quando prendono certi provvedimenti dovrebbero quantomeno condividerli con le categorie che vivono in quella realtà, e vedere le difficoltà che dovranno subire per questi provvedimenti.

L’effetto dello stop al traffico può essere anche quello di diminuire i clienti dei negozi?

Ogni qual volta c’è stata una limitazione dell’accesso al traffico dove ci sono dei negozi, si è verificata una diminuzione degli acquisti. Al contrario, se si punta sul supporto alla viabilità e sulla creazione di parcheggi limitrofi, può rappresentare una reale soluzione del problema. Per i commercianti è indispensabile l’accesso o la possibilità di avvicinarsi il più possibile ai loro punti vendita. Roma inoltre non ha una rete di trasporti molto attiva.

 

Ritiene che l’intenzione di Corsetti sia quella di copiare l’Area C di Giuliano Pisapia a Milano?

 

Potrebbe essere, però occorre ricordare che Roma e Milano non sono la stessa cosa. Si parla sempre di salvaguardare le realtà commerciali e le piccole e media imprese della nostra attività produttiva. Vediamo invece che con questi provvedimenti sono sempre colpite queste attività produttive, come le piccole e medie imprese. Queste ultime, pure nella crisi che stiamo vivendo, danno ricchezza al nostro tessuto cittadino, creano posti di lavoro, abbelliscono le nostre strade, garantiscono pulizia. Offrono cioè una forte sicurezza ai cittadini, perché quando sono aperti i negozi le strade sono illuminate e la città vive. Se invece facciamo di tutto per colpire le attività commerciali, vediamo che anche in questo periodo a Roma stanno chiudendo tantissimi negozi.

 

Che cosa fa di Roma e Milano due città diverse dal punto di vista dei trasporti?

 

Innanzitutto la cultura, e poi la struttura del traffico, della metropolitana, delle infrastrutture stesse. Roma non ha una rete di trasporti capillare come quella di altre città italiane: non tutte le aree dell’Urbe sono infatti collegate al centro. Le nostre strade inoltre sono diverse dalle altre città, e se quindi chiudiamo un’area vasta come il Tridentino, l’effetto può essere molto negativo.

 

(Pietro Vernizzi)