Una donna che voleva abortire si è recata al San Camillo, a Roma, dopo che era stata accertata una malformazione del feto. Una volta subito l’intervento per interrompere la gravidanza, dopo i dovuti accertamenti e controlli, era sta dimessa dai medici e aveva fatto ritorno a casa. La notte l’aveva passata in preda ai dolori. La mattina si era alzata, ed era andata in bagno. Poi, la drammatica scoperta. Una volta abbassati gli slip, aveva trovato al loro interno il feto. La donna, che a quanto rivelano i legali è giovanissima, alla vista dell’abortito ha subito uno shock ed è svenuta. «Subito dopo – continua l’avvocato – è stata soccorsa dai familiari. Voglio precisare che parliamo di una persona giovanissima che ha subito un grave trauma e, ovviamente, non sapeva neanche come comportarsi. Dopo lo shock, ha raccolto il feto, l’ha messo in un contenitore e si è recata presso un altro ospedale, sicuramente sfiduciata dal primo intervento». La ragazza, in seguito, ha avuto una serie di ulteriori problemi fisici che non vengono specificati per tutelare la sua privacy. La vicenda è stata denunciata, mentre la procura della Repubblica ha avviato le indagini per accertare eventuali colpe o responsabilità, procedendo, anzitutto, al sequestro di tutti gli elementi necessari per poter fare chiarezza. Oltre alla cartella clinica della ragazza, è stato sequestrato dell’altro materiale, sia al San Camillo che nel secondo ospedale. La vicenda è stata raccontata in diretta a Radio Radio ed è stato sottolineato come, apparentemente, sembrava che tutto fosse andato per il meglio. Nel primo ospedale,infatti, tutti gli accertamenti condotti prima della dimissione avevano certificato che tutto era andato per il meglio. «Ora – ha aggiunto un legale – ci troviamo a dover confortare la nostra cliente, che è in stato di shock. Abbiamo chiesto l’intervento di uno dei più grandi medici legali di Roma per andare fino in fondo. Siamo ancora in fase di indagine e ci sono particolari che non si possono divulgare». Dal canto suo, Claudio Donadio, primario di Ginecologia-Ostetricia del San Camillo, sottolineando il fatto che l’intervento è stato effettuato presso un reparto che opera in maniera autonoma, prova a spiegare l’accaduto. Secondo il medico, è ipotizzabile che nel corso dell’ecografia effettuata dopo l’intervento l’embrione possa essere rimasto nel canale cervicale e, di conseguenza, non sia stato individuato e sia stato successivamente espulso. 



Si tratta, ovviamente, di un’eventualità rarissima ma plausibile. Al di là dei disagi che ci possono essere stati, in ogni caso, secondo il primario si è trattato di una complicazione minore tra quelle legate alle interruzioni di gravidanza.  

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