E’ scontro fra il Ministero dell’Ambiente e la Regione Lazio sulla chiusura della discarica di Malagrotta (serrata paventata dal 2005 dai vari enti) che gestisce gran parte dei rifiuti della capitale che, a sua volta, produce il 52% della spazzatura dell’intera regione. Ieri si è svolta una nuova riunione Istituzionale sull’emergenza rifiuti nella Regione Lazio fra il Ministro dell’Ambiente Clini, il Prefetto Pecoraro, Commissario per la gestione dei rifiuti i Comuni, Provincia e Regione alla presenza dei rappresentanti di Legambiente. Per il Sussidiario.net abbiamo sentito il direttore di Legambiente Lazio, Cristiana Avenali che denuncia la situazione di stallo: “Si prende ancora tempo e quindi c’è un’ulteriore proroga della chiusura della discarica di Malagrotta sino a fine dicembre. Ma questo lo dicono da anni e da anni si trovano proroghe su proroghe”.
Perché Legambiente è favorevole alla chiusura della discarica di Malagrotta?
E’ la discarica più grande d’Europa ed è arrivata al limite. E’ una gestione dei rifiuti superata dalle leggi e dalle direttive europee, non a caso l’Unione Europea ha già attivato una procedura d’infrazione poiché i rifiuti non vengono differenziati. In più i cittadini che vivono intorno sono stremati dall’inquinamento ambientale, dall’aria avvelenata.
Avete dei dati specifici?
Sì, dati Arpa dicono che le falde acquifere sono state compromesse dai rifiuti. Quindi il territorio va immediatamente ripristinato.
Il Ministro Clini ha già fatto un appello perché vengano individuati siti alternativi ai sette già indicati dalla Regione Lazio, qual è il vostro parere?
Noi diciamo già da tempo che i siti individuati non sono idonei: tutti avevano vincoli dati da gravi problemi ambientali e non potevano essere adibiti a discarica. Alla base, però, abbiamo sempre contestato soprattutto il modo di procedere: non si sta facendo nulla in termini di raccolta differenziata. Si continua a puntare sull’individuazione di siti per creare un’altra Malagrotta che, presto, accuserà gli stesi problemi; non viene fatto nulla per incentivare la raccolta differenziata, che è il vero snodo fondamentale, per puntare sul porta a porta che porterebbero al raggiungimento degli obiettivi previsti dalla legge.
Cosa ne pensate del commissariamento?
I commissariamenti nel Lazio ma che in Italia, in generale, hanno mostrato i loro limiti. Prima dell’attuale commissariamento, c’è n’era stato un altro che non ha prodotto nulla. Anzi, ci troviamo in questa situazione di emergenza. Sostanzialmente, è servito solo a deresponsabilizzare le istituzioni locali. L’attuale commissario ha preso così come gli erano stati proposti i sette siti individuati dalla Regione e ha proceduto su siti che hanno vincoli legati a direttive europee.
Una nomina “comoda” per le istituzioni?
E’ stata una nomina per offrire la sponda a Comune e Regione per non individuare un sito adatto per una grande discarica romana.
Voi contestate anche i paventati aumenti delle tariffe, decisi dal sindaco Alemanno.
La Giunta Alemanno sta applicando di anno in anno aumenti consistenti nascondendosi dietro alla scusa del reintegro dell’iva. Oltretutto, offrendo un servizio totalmente inadeguato per una città come Roma.
Si riferisce alla raccolta differenziata?
Certo, la differenziata è rimasta a livelli bassissimi: circa il 21%. Non c’è, poi, un piano industriale dell’Ama non c’è un contratto di servizi che di anno in anno viene prorogato, ormai fermo da 6 anni e che non è più attuale per questa città. E’ sostanzialmente l’Ama che detta legge sulla politica dei rifiuti per Roma mentre il Campidoglio non fa nulla ma aumenta solo le tariffe.
Quali sono le vostre prossime mosse?
Stiamo agendo su diversi fronti: ad esempio stiamo portando avanti un progetto di raccolta differenziata nelle scuole della capitale. Stiamo lavorando con i comitati dei cittadini per presentare un sistema di raccolta porta a porta “autogestita” per dimostrare che è si tratta solo di mancanza di volontà politica.
A livello istituzionale?
Vedremo i prossimi tavoli che verranno organizzati.
(Federica Ghizzardi)