Le riforme del governo Monti hanno portato all’introduzione dell’Imu, alle addizionali Irpef, all’ulteriore aumento dell’Iva e a svariate imposte e balzelli che, a quanto pare, peseranno in particolar modo sui romani e sugli abitanti del Lazio. A lanciare l’allarme è Claudio Di Berardino, segretario della Cgil, secondo cui tra il 2011 e il 2015, i cittadini della regione «saranno chiamati a pagare 16 miliardi di euro di tasse in più». La stangata parte quindi dal Lazio, dove secondo il governo solo l’introduzione dell’Imu, l’imposta municipale sugli immobili, dovrebbe generare un gettito addizionale pari a circa 1,5 miliardi di euro, che rappresentano una media di circa 270 euro per ogni cittadino. Tutte le nuove imposte e aumenti vari raggiungeranno entro la fine dell’anno la cifra record di 3,2 miliardi solo nel Lazio, e a pesare notevolmente ci si mette anche l’aumento  dell’Iva, che i cittadini della regione pagheranno circa 111 euro ciascuno, la quota più alta tra tutte le altre del Paese. Per non parlare poi dell’addizionale Irpef che, pur passando a livello nazionale dall’1,2% all’1,23%, nel Lazio arriverà all’1,73%, visto che attualmente è già a quota 1,7% per coprire il disavanzo sanitario della Regione. Anche se l’innalzamento può sembrare insignificante, i romani saranno costretti a pagare quasi 50 euro in più all’anno. E’ sempre Claudio Di Berardino a tracciare un quadro allarmante riguardo la crisi romana e laziale: secondo il segretario Cgil, infatti, «l’economia è ferma, i dati peggiorano di mese in mese, ci sono un milione 200 mila tra disoccupati, precari, cassintegrati e nuovi poveri. Il sistema sociale è incandescente e rischia di esplodere. Nel Lazio abbiamo ormai più di 500 mila persone tra disoccupati e scoraggiati, che vivono con 0 euro al mese; 600 mila precari, che guadagnano mediamente 800 euro al mese; 120 mila persone tra cassintegrati e lavoratori in mobilità, che prendono tra 0 e 800 euro». Proprio per questo, la Cgil di Roma e Lazio ha organizzato per venerdì 20 aprile uno sciopero di 4 ore, con un corteo che partirà da piazza della Bocca della Verità a Roma per arrivare fino a piazza Farnese, al termine del quale ci sarà un comizio conclusivo tenuto dal segretario generale Susanna Camusso. 



«Crisi e tasse oggettivamente mettono fuori gioco la possibilità di vita normale della gente. Quest’anno il Comune di Roma sta decidendo la più grave manovra sulle tasse, senza equità. Sono anche queste le ragioni di fondo per cui arriviamo allo sciopero del 20 aprile», ha detto ancora Di Berardino.

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