Servizio pessimo e costi elevati. E’ il poco invidiabile primato dei trasporti ferroviari locali in provincia di Roma. Basti pensare che la Regione Lazio paga a Trenitalia una somma pari a 13 euro per treno/chilometro, l’unità di misura in questo settore, contro i 7 euro dei Lander tedeschi. Eppure il livello qualitativo a Roma e provincia è tutt’altro che soddisfacente. Tra i numerosi episodi che lo documentano quello di venerdì mattina, quando un treno pendolari della linea Roma-Lido si è fermato per una lunga sosta a Vitinia senza nessuna spiegazione apparente. Come se non bastassero i ritardi, i vagoni surriscaldati e stracolmi, le lunghe attese senza informazioni. Ilsussidiario.net ha intervistato il ricercatore Andrea Bicotti, esperto di trasporti pubblici locali, per chiedergli un commento sulla situazione.



Come valuta la situazione dei treni pendolari in provincia di Roma?

Leggendo il contratto di servizio tra Regione Lazio e Trenitalia emergono dei sorprendenti. Il Lazio è una delle Regioni che paga di più, eppure il servizio non è certamente dei migliori né a livello italiano né europeo. Il sistema regionale laziale versa ingenti somme a Trenitalia, eppure i pendolari si lamentano continuamente.



Ma è realmente possibile mettere a confronto il sistema di Roma con quello di altre realtà?

L’unità di misura nel settore sono i cosiddetti treni-chilometro, cioè quanti treni ci sono per ogni chilometro. Nel Lazio la pubblica amministrazione paga quasi 13 euro per treno/chilometro. A questi si sommano 5,6 euro provenienti dal pagamento del biglietto o dell’abbonamento da parte dei passeggeri: in complesso sono quindi 18,5 euro per treno chilometro. In Germania, laddove c’è la concorrenza, i contratti di servizio erogano meno di 7 euro per treno/chilometro. Il Lazio paga quindi quasi il doppio rispetto ai Lander tedeschi.



Il problema riguarda soltanto i trasporti in provincia di Roma?

No, il problema riguarda tutte le regioni italiane in quanto il mercato ferroviario locale non è stato liberalizzato ed è completamente privo di concorrenza. Il decreto Monti noto come “Crescitalia” prescrive che ci siano delle gare per assegnare questo tipo di servizio.

In che modo dovranno avvenire queste gare?

La Regione Lazio per esempio offrirà 13 euro per treno/chilometro, chi sarà in grado di erogare un servizio di qualità superiore per quel prezzo vincerà la gara. Oppure manterrà gli stessi standard di qualità, erogando il servizio con il 30/40% di spesa in meno da parte della Regione. Al contrario la scelta di non concorrenza, attuata da Regione Lazio nel 2011, rispecchia la stessa scelta fatta da tutte le Regioni italiane. Questo è l’elemento alla base che fa sì che il trasporto ferroviario locale sia nelle condizioni nelle quali si trova oggigiorno.

 

La concorrenza dovrebbe riguardare soltanto il servizio o anche la rete?

 

La rete è bene che rimanga in mano pubblica. In Gran Bretagna l’esperimento di rete privata ha fallito, mentre ha funzionato benissimo la liberalizzazione e la privatizzazione degli operatori. La rete continuerà quindi a essere gestita da Rfi, o da qualsiasi altra autorità pubblica statale. Mentre si effettuerà una gara per scegliere chi realizzerà il servizio su quella rete. L’obiettivo è quindi che vi siano dei miglioramenti qualitativi, e anche dei risparmi di costo per quanto riguarda le regioni italiane che hanno dei budget molto limitati.

 

Quanto tempo ci vorrà prima che il “Crescitalia” sia effettivamente applicato?

 

Bisognerà aspettare la scadenza dei contratti odierni. La Regione Lazio prima del 2016 non potrà quindi cambiare la sua situazione. La prima Regione il cui contratto di servizio scadrà è l’Emilia-Romagna. Se si organizzano delle gare serie e trasparenti, permettendo a tutti di poter presentare la loro offerta, allora anche in Italia inizierà a cambiare qualcosa e anche nel trasporto regionale finalmente si potranno vedere i benefici della concorrenza. Quest’ultima offre la possibilità di migliorare il servizio, e la stessa Trenitalia attraverso il Freccia Rossa ha migliorato il suo servizio nell’alta velocità, per un fatto di semplice pressione competitiva.

 

Lei condivide pienamente il “Crescitalia” o ritiene che possa essere ancora migliorato?

 

Il “Crescitalia” contiene delle indicazioni di massima, introducendo un’autorità dei trasporti, ma per quanto riguarda la separazione tra rete e operatore si limita a rimandare a uno studio futuro. Sarebbe stata una liberalizzazione più coraggiosa se fosse stata attuata una separazione seria tra Trenitalia e Rfi, mentre questo non è stato fatto. E’ normale che ci siano delle resistenze, ma il compito di un governo tecnico è proprio quello di cercare di superarle.

 

(Pietro Vernizzi)