Non ci lasceremo intimidire: è questo il messaggio forte e chiaro che gli studenti del liceo Lucrezio Caro in via Venezuela a Roma, dopo che ieri sera, è giunto un sms intimidatorio alla preside dell’istituto. La provenienza era una cabina pubblica e faceva riferimento all’anniversario della Strage di Capaci e all’attentato che sabato ha colpito una scuola di Brindisi dove ha perso la vita la giovane Melissa. Un sms che suona più o meno così: “Falcone vent’anni fa è morto, Melissa ha fatto la stessa fine, la mafia non si limiterà a una bombola di gas. Domani al Lucrezio Caro parecchi ragazzi moriranno. Bomba”.Un messaggio nel giorno in cui anche Roma ricordava con molte manifestazioni il ventennale dell’uccisione del magistrato palermitano. Immediatamente sono giunte sul posto le forze dell’ordine e la Digos per controllare se nell’edificio o nelle immediate vicinanze vi fosse qualcosa di sospetto. Nulla è stato rinvenuto. “E un gesto sconsiderato e pericoloso”- ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno- “Davanti ad atti incoscienti e deplorevoli come questo tutte le istituzioni devono mostrare fermezza e unità – conclude – Mi auguro che gli organi preposti possano risalire al più presto all’autore del sms inviato ieri sera per assicurarlo alla giustizia”.“E’ senz’altro in atto una strategia della tensione che intende a seminare paura- dice Paolo De Nardis, professore ordinario di sociologia all’Università di Roma- che è uno strumento fondamentale per qualunque tipo di risoluzione non democratica e autoritaria. Il rischio di questa crisi, che per il Paese non è solo economica ma è anche di una democrazia rappresentativa e dei partiti è quello di causare una caduta della fiducia fra cittadino e Stato. Ecco che abbiamo un’Italia che trema da tutti i punti di vista: per l’insicurezza economica, per l’incertezza istituzionale, per gli attentati e per le bombe che si possono annidare in qualsiasi angolo del paese. Ed è proprio questa imprevedibilità che causa paura. In questo contesto si possono facilmente annidare fatti che richiamano alla mitomania”.
Professore, ci può spiegare meglio?
Questi fenomeni possono affacciarsi in maniera più numerosa, più vile e più codarda proprio in questo periodo di maggiore tensione. Chi intende terrorizzare ha terreno fertile in questo clima di paura generalizzato. sempre a pensare ad altro e a rimuovere le vere cause della crisi che nessuno riesce a risolvere e soprattutto quel vuoto di rappresentanza delle istituzioni.
Ci sono dei soggetti a rischio per quanto riguarda questa patologia?
I protagonisti di mitomania sono persone che si sentono nullità e vivono in una situazione di grande insicurezza e soprattutto si sentono depennati da una scena sociale che, nella persona adulta, costruisce la propria auto – determinazione, il proprio io, all’interno della socialità. Purtroppo, sono persone che hanno perso la speranza per un futuro.
Le vittime invece?
La vittima può essere qualsiasi persona a cominciare dagli investigatori che vogliono arrivare al nocciolo della verità e vengono depistati ma, sopratutto, le famiglie delle vittime che, dopo aver subito una grave perdita, vengono presi in giro da queste persone malate.
Perchè, in un determinato periodo, a questi episodi di mitomania ne seguono sempre altri?
Certo, c’è una specie di emulazione del mitomane. Alla base di questa patologia c’è un bisogno di imitazione dell’altro, soprattutto per ciò che riguarda fatti che, solo in apparenza non toccano il soggetto, poiché solitamente sono anonimi: il risvolto dell’anonimato causa la ricerca dei quel quarto d’ora di notorietà che permette un innalzamento temporaneo della stima di sé.
Pensa che la televisione o i media giochino un ruolo nell’esercizio di questi fenomeni?
I media non fanno altro che fare il proprio lavoro e le notizie vanno assolutamente diffuse cionondimeno, forse, accanto alla notizia va dato un approfondimento che possa al meglio spiegare fatti di cronaca che colpiscono in primis per il loro grado di violenza.
Come porre rimedio a questi fenomeni?
Con una rinnovata fiducia nelle istituzioni che si trasforma in una affidabilità nuova nel futuro e la possibilità di arrivare ad una giustizia sociale più vasta e creare un rapporto partecipatorio fra cittadini e istituzioni vero e senza che ci sia una frattura.