Gli abitanti di Ciampino sono scesi ancora una volta in piazza per protestare contro il rumore e l’inquinamento ambientale prodotti dal traffico aereo del secondo scalo romano “G.B. Pastine”. I comitati dei residenti, guidati da Legambiente Lazio, si sono dati appuntamento il 30 maggio a mezzogiorno davanti alle sede dell’Enac, L’Ente nazionale per l’aviazione civile, armati di stereo, amplificatori e altoparlanti che hanno riprodotto a tutto volume gli stessi rumori che almeno 15 mila abitanti di Ciampino sono costretti a sopportare quotidianamente. «L’aeroporto è uno scandalo e un’offesa alla dignità delle persone – hanno ribadito i membri del Comitato per la riduzione dell’impatto ambientale – che può e deve essere risolta subito. A Ciampino gli aerei decollano e atterrano a 150 metri dai palazzi di una città dove vivono 140 mila abitanti». IlSussidiario.net ha quindi chiesto un commento a Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio.



Presidente, cosa sta accadendo?

Dopo tanti anni di battaglie, diversi mesi fa siamo arrivati all’approvazione di una mappa acustica, lo strumento che definisce ciò che può concedere un certo territorio dal punto di vista del rumore. La mappa evidenzia con estrema chiarezza che in tantissime aree dove le persone vivono, studiano e lavorano il rumore è costantemente fuori dai limiti tollerati dalla legge. Sulla base di questo importante strumento, a cui si è peraltro arrivati dopo addirittura dodici anni dall’approvazione della legge sul rumore aeroportuale, i comitati dei residenti e Legambiente hanno cominciato per primi a intraprendere questo percorso, monitorando il rumore e lo smog in quell’area quando ancora neanche le istituzioni se ne occupavano.



Oggi invece?

Oggi le rilevazioni dell’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente ndr) spiegano bene quale sia la situazione attuale ma, dopo l’approvazione della mappa, sinceramente ci aspettavamo risposte concrete per tutelare la salute delle persone. Ad oggi queste risposte non sono arrivate, anzi, il gestore aeroportuale (Adr – Aeroporti di Roma ndr) ha appena presentato un nuovo contratto di programma per i prossimi 5 anni e un nuovo piano di sviluppo fino al 2021 nel quale la situazione di Ciampino non solo resterà così com’è ma andrà via via peggiorando a causa di un ulteriore incremento di movimenti aerei.



Quali sono i maggiori rischi per i cittadini che si trovano così vicini all’aeroporto?

I rischi sono principalmente legati alla loro salute. Vivere in un contesto in cui il rumore è così forte provoca come minimo un peggioramento della qualità della vita, fino anche a malattie di diversa entità. Se poi a questo aggiungiamo il problema dello smog causato dalle tonnellate di cherosene che ogni giorno dell’anno vengono bruciate durante le operazioni a terra, di decollo e atterraggio, allora la situazione si fa ancora più grave. Basti pensare che i rilevamenti dell’Arpa hanno più volte evidenziato la necessità di arrivare a non più di 60 movimenti giornalieri, mentre oggi ce ne sono 100.

L’aeroporto di Ciampino risulta strategico anche per molte compagnie low cost come Ryanair. Quanto ha influito lo sviluppo di questo tipo di voli?

Moltissimo. Prima del 2001 l’attività dell’aeroporto era praticamente nulla mentre dopo quell’anno si sono cominciate ad aggiungere tutte le nuove compagnie che hanno portato alla situazione attuale: oggi il “G.B. Pastine” fa registrare tra i 5 e i 6 milioni di passeggeri all’anno, risultando quindi uno scalo significativo che però non può più convivere con uno dei territori più densamente popolati di Roma e del Lazio.

Qual è a suo giudizio il problema principale?

Sicuramente quello della programmazione che ha calato in quel territorio questo fenomeno senza riuscire a governarlo in alcun modo. Vorrei sottolineare che noi non siamo contrari allo sviluppo aereo e a quello delle compagnie low cost, ma è sempre più evidente il bisogno di norme più stringenti che regolino il tutto a favore di una migliore qualità della vita dei residenti.

Cosa accadrà nei prossimi anni?

Abbiamo avuto recentemente un incontro con i dirigenti dell’Enac e abbiamo sollecitato un’accelerazione di tutte queste dinamiche, ottenendo risposte del tutto insoddisfacenti. Secondo quanto ci è stato riferito, per poter arrivare ad una riduzione dei voli bisognerà attendere ancora infiniti passaggi: una nuova mappa d, una valutazione di questa mappa, da compiere entro la fine di giugno del 2013 e poi la realizzazione di altri interventi di varia natura. Solo dopo si potrà forse arrivare alla riduzione dei voli, ma il tutto è ancora così dilatato nel tempo che l’obiettivo appare sempre più lontano.  

 

(Claudio Perlini)