“Esproprio” è tra le parole più brutte che compaiono nel nostro ordinamento. Siamo d’accordo. Tuttavia, se è finalizzato ad esigenze superiori relative al bene comune, non può che essere considerato legittimo. D’altro canto, se così non fosse, non sarebbe previsto dalla nostra legge. E’ il caso del raddoppio dei binari ferroviari della linea che da Roma si snoda verso Ciampino e i Castelli Romani, da una parte, e dall’altra verso Formia e Gaeta. Purtroppo, per far fronte alla necessità, pare che occorrerà abbattere un caseggiato, una bocciofila, un campo sportivo e un’area giochi. I nuovi binari, inoltre, passerebbero a soli 15 metri dai palazzi del quartiere Quadraro. Che dovrebbero, quindi, essere messi in sicurezza. Per questo, diversi comitati hanno già annunciato battaglia. Sono almeno tre, di cui fanno parte anche i rappresentanti di Italfer, la rete appaltatrice delle Ferrovie dello Stato e i presidenti dei Municipi interessati, ovvero il VI Municipio, il IX e il X. Il Sussidiario.net ha chiesto a Christian Ruggiero, docente presso il Dipartimeno di Comunicazione e ricerca sociale della Facoltà di Scienze della Comunicazione alla Sapienza di Roma come evitare un fenomeno analogo ai no tav. «Un abitante del quartiere ha scoperto per caso che avrebbero fatto i lavori perché ha visto che stavano venendo effettuati gli scavi archeologici d’ordinanza per la verifica di fattibilità. Non farglielo scoprire per caso, sarebbe stata una mossa opportuna. Sarebbe stato il caso di fare presente che, a fronte di determinante esigenze, si stava studiando l’avvio dei lavori». Non solo: «un’amministrazione, inoltre, dovrebbe avere l’onestà di riconoscere che opere di questo tipo, per quanto necessarie, inevitabilmente creeranno disagi. E’ così, del resto, da quando si è passati dalla carrozza a cavalli alla macchina a vapore. I cittadini, in genere, hanno sempre riconosciuto che i vantaggi avrebbero superato i disagi». Concretamente, ci sono alcune modalità con cui la comunicazione va effettuata. «Trattandosi di un contesto decisamente territoriale, l’utilizzo della cartellonistica mi sembra lo strumento più immediato. D’altronde, acquistare uno spazio su un giornale, oltre a costare, raggiungerebbe una platea limitata di cittadini». Ci sono, poi, i Tg regionali. «Rappresenterebbero, di sicuro, un mezzo più generalista. Penso, in particolare, al Tg3, dove una spazio è già dedicato all’esposizione, da parte dei cittadini, delle problematiche relative alla zone in cui vivono». Per la realizzazione di alcune opere, quali ad esempio il termovalorizzatore di Brescia, è stata convocata la cittadinanza alla quale, i tecnici specializzati, hanno illustrato l’utilità della struttura che sarebbe stata messa in piedi. «Credo che l’iniziativa sarebbe, di per sé, utilissima. Ma si tratta di un passaggio successivo ai suddetti. Se venisse effettuato già nella fase preliminare si darebbe l’impressione di comunicare alla cittadinanza le decisioni assunte a cose fatte».
Il compito di questa comunicazione dovrebbe spettare, in questo caso, ad un soggetto ben preciso. «Sono le stesse municipalità che, conoscendo meglio di chiunque altro il territorio, dovrebbero farsi carico di esporre l’iniziativa». L’importante, è non compiere gli stessi passi falsi che hanno riguardato la Tav. «Per quanto riguarda la Torino-Lione, i cittadini, semplicemente, non sono stati informati. Non è un caso che, nell’immaginario collettivo, si considera che la popolazione abbia vissuto l’eventualità come un incubo. E significativo, infine, che anche lo sdoppio ferroviario, abbia richiamato quel genere di suggestione».
(Paolo Nessi)