“Mi candiderò a sindaco di Roma per le elezioni del 2013. Su questo non c’è dubbio, ma ci voglio arrivare con tutti voi, costruendo una grande alleanza civica”. Ad annunciarlo davanti a una gremita piazza San Cosimato, nel cuore di Trastevere, è l’attuale presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti che dopo settimane di indiscrezioni lancia ufficialmente il guanto di sfida a Gianni Alemanno. “Dovrà nascere una grande alleanza civica – ha detto Zingaretti -, fatta di partiti, persone, associazioni e movimenti, parteciperò alle primarie e ci arriverò insieme a voi”. “Dovremo dare un grande segnale – ha poi aggiunto – e cioè che la politica torna ad essere al servizio degli altri e non di sé stessi” e che Roma “deve diventare una città verde, digitale, innovativa e solidale con dei migliori trasporti pubblici”. “E’ necessario selezionare una nuova classe dirigente per Roma con nuovi metodi – ha ribadito l’esponente del Pd -. Non vogliamo più i fedeli nei posti di potere per servire il principe, ma i migliori al posto giusto perché così inizia la rivoluzione democratica”. “Non cederò mai all’antipolitica – ha poi annunciato – perché sono consapevole che la politica serve ai più deboli contro i più forti”. “Questa – ha detto – è una chiamata a raccolta, è tempo di cominciare a ricostruire una speranza, una fiducia per tornare anche a Roma. Vi verrò a cercare casa per casa, in questa mia città, per ascoltare e chiedere un aiuto e insieme a voi farò la scelta di candidarmi a sindaco di Roma”. Zingaretti snocciola poi alcuni punti del suo futuro programma, cominciando con una secca nota polemica nei confronti dell’attuale primo cittadino della capitale: “Privatizzare Acea è pura follia. Privatizzare significa non amare Roma”. Si torna poi a parlare di uno dei maggiori tasti dolenti della città in questi ultimi mesi, l’ordine pubblico e la sicurezza, che Zingaretti ha intenzione di ristabilire attraverso una maggiore “presenza sul territorio delle forze dell’ordine. Ma la sicurezza – ha aggiunto – richiama la politica ai propri impegni. Chi ha delle responsabilità pubbliche deve garantire la città con l’idea che non esistano spazi bui o abbandonati”.
“Si potevano fare delle opere pubbliche e anche una raccolta differenziata porta a porta e invece siamo ancora qui a parlare di cose che non sono state fatte”, ha poi concluso, spiegando che è giunto quindi il momento “di ricostruire un’alternativa, di riprendere la strada della crescita e di costruire un progetto comune per Roma”.