Cinecittà questa volta ha rischiato davvero grosso. Nella notte è quasi andato distrutto lo studio cinematografico più grande d’Europa, il famoso Teatro 5 mentre quattro anni fa andò in fumo un capannone adibito a magazzino per le scenografie. Questa notte una nube di fumo denso ha invaso l’intero quartiere spaventando non poco i residenti: il commissariato Romanina, che sta indagando sull’incendio, non ha escluso l’ipotesi che possa trattarsi della mano di un piromane, ipotesi, però, esclusa dai vigili del fuoco giunti sul posto a spegnere le fiamme. La società guidata da Luigi Abete, proprietaria del teatro, ha fatto sapere che lo studio è pressochè indenne è sarà già agibile entro la fine di agosto. Questa mattina, ha fatto visita al teatro di posa, il maestro e premio Oscar, Dante Ferretti che ha voluto verificare personalmente i danni della sala dove lui stesso ha collaborato a produzioni di Scorsese e Fellini. Ed è proprio al grande regista romagnolo che è dedicata la sala, chiamata anche “Teatro Fellini”, perchè proprio fra le sue mura furono girate tutte le pellicole del grande maestro. Ultimamente però, per mancanza di produzioni, il Teatro 5 è affittato a grandi produzioni televisive di Rai e Mediaset per trasmissioni come “Amici di Maria De Filippi” e “Il più grande spettacolo dopo il week-end”. La crisi, infatti, non risparmia nemmeno il settore cinematografico e da mesi sta proseguendo un’occupazione permanente dei dipendenti, addetti alle scene, ai costumi, attrezzisti e anche professionisti della post produzione, che protestano contro la possibile chiusura e vendita degli stabilimenti. “Sono stato nel consiglio d’amministrazione di Cinecittà sino al 1999- dice Maurizio Nichetti, regista, sceneggiatore e produttore di una ventina di pellicole- e già allora esisteva un problema di occupazione di spazi e destinazione d’uso dei vari set cinematografici che a poco a poco si stavano riconvertendosi a studi per riprese televisive e di conseguenza, ricordo, proteste e scioperi di chi lavorava negli stabilimenti. Da allora, mi sembra che queste problematiche si siano evolute e, anzi, immagino si siano incancrenite”.



 Il teatro 5 ha una superficie di 3.200 metri quadrati ed un’altezza di oltre 14 metri ed è capace di ospitare 2.500 persone: una macchina scenica gigantesca che in tempi di magri budget è sempre più destinata a produzioni del piccolo schermo ed abbandonata da registi e produttori italiani. Chi, infatti, si può permettere teatri di posa, come “Il Fellini” che hanno ospitato produzioni di grandi kolossal negli anni d’oro del cinema hollywoodiano? “Io stesso- ricorda Nichetti- non mi sono mai potuto permettere gli immensi teatri di Cinecittà per i miei film. Del resto, ognuno ha cercato di realizzare film con il budget che aveva a disposizione. Quando Giuseppe Tornatore ha avuto i soldi per dirigere una mega produzione come “Novecento”, l’ha fatto proprio a Cinecittà”. Proprio ieri l’attore e regista Carlo Verdone ha scritto una lettera a “Repubblica” in cui lamentava la scarsa coerenza di alcuni colleghi che firmano appelli per salvare gli “studios” italiani ma che poi vanno a girare altrove, magari nell’Est Europa, dove i costi si dimezzano. “La macchina di Cinecittà- ribadisce Nichetti- è enorme ed è tarata su un cinema d’altri tempi e sul gigantismo degli americani che, cinquant’anni fa venivano a girare “Cleopatra” a Roma. Oggi il cinema italiano non se lo può permettere: se quelle sono rimaste le aspettative economiche richieste, chiaramente non si combinano con i budget delle fiction o dei film italiani che, ad oggi, permettono solo di girare in “camera e cucina”. Logicamente gli spazi restano sotto utilizzati o addirittura vuoti e, di conseguenza, gli addetti rischiano la disoccupazione”. Voci si rincorrono su un paventato piano industriale che prevede lo smantellamento delle attività cinematografiche per costruire alberghi e centri benessere: uno schiaffo ad una delle più importanti testimonianze della professionalità italiana che solo vent’anni fa, ha sfornato scenografi e macchinisti apprezzati anche a Hollywood. “Ricordo che questo progetto- dice ancora Nichetti- era capitato, ai tempi, sul tavolo del nostro consiglio d’amministrazione. Evidentemente, c’è qualcuno che ciclicamente vuole mettere in atto una speculazione immobiliare su quell’area. Un vero peccato”.

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