Il Comune di Roma non può procedere all’approvazione della delibera sulla vendita del 21% delle quote di Acea. Il Consiglio di Stato ha infatti accolto il ricorso presentato dai tre consiglieri dell’opposizione Gianluca Quadrana (Lista Civica), Francesco Smedile (Udc) e Maria Gemma Azuni (Gruppo Misto), stabilendo che il Comune dovrà prima trattare i circa 30 mila ordini del giorno presentati. Il problema è che farlo significa andare ben oltre i termini imposti dalla legge per l’approvazione del bilancio che deve essere votato entro il 31 agosto di quest’anno. Una sconfitta per il sindaco Alemanno che, amareggiato, ha commentato: “Con la sentenza del Consiglio di Stato Roma Capitale non ha più a disposizione 200 milioni per gli investimenti in città e 20 milioni per la spesa corrente. Chi ha vinto? Non i cittadini romani”. La pensa diversamente Gianluca Quadrana, uno dei tre consiglieri dell’opposizione che hanno presentato il ricorso, contattato da IlSussidiario.net.
Come si è giunti a questa sentenza?
Abbiamo presentato il ricorso riguardo una violazione della maggioranza e del presidente dell’Aula che avevano sostanzialmente posticipato la votazione di 30 mila ordini del giorno a dopo l’approvazione del bilancio. Una procedura prevista dal regolamento che però permette il rinvio solo di una delibera e non di singoli ordini del giorno. Il Consiglio di Stato ha quindi riscontrato una violazione in tale procedura, stabilendo che la maggioranza ha adesso due possibili alternative.
Quali?
Può iniziare a votare quegli ordini del giorno, invalidando tutte le votazioni fatte fino ad ora, oppure aspettare la sentenza definitiva del Tar, invitato dal Consiglio di Stato a pronunciarsi sul contenuto del nostro ricorso, che dovrebbe avvenire verso la fine del 2012.
Che significato ha la decisione del Consiglio di Stato?
Quanto deciso significa innanzitutto ristabilire democrazia e trasparenza all’interno dell’Aula. I regolamenti non sono fatti per essere violati ma per essere applicati, soprattutto da chi dovrebbe essere un soggetto terzo qual è il presidente dell’Aula. In termini di contenuto, poi, la sentenza ha finalmente bloccato la vendita, ma soprattutto la svendita, di servizi pubblici a soggetti privati. L’acqua pubblica è un diritto naturale che viene prima di qualsiasi altra cosa.
Quali sono i principali motivi che vi hanno spinto a opporvi?
Le motivazioni principali non sono né di ordine amministrativo né politico, bensì etico: l’acqua non può essere privatizzata e non può essere di nessuno proprio perché deve essere di tutti.
Il sindaco Alemanno ha fatto sapere che con questa sentenza il Comune di Roma dovrà fare a meno dei 200 milioni di euro previsti dalla vendita delle quote che, a suo giudizio, sarebbero stati decisamente utili al bilancio capitolino. Cosa ne pensa?
Vorrei solo dire al sindaco Alemanno che Acea, dal 2001 al 2011, ha prodotto dividendi per circa 450 milioni di euro, vale a dire 45 milioni all’anno. Non si può quindi pensare di vendere il pacchetto azionario per 200 milioni, o probabilmente anche meno, vale a dire una cifra che potrebbe essere recuperata in tre anni di dividendi.
Da considerare poi anche il taglio operato da Moody’s sulla stessa Acea…
Da quando è arrivato il sindaco Alemanno e il nuovo management, il valore industriale di Acea non è solamente calato ma decisamente crollato. Moody’s non ha fatto altro che registrare il fallimento e l’incapacità del gruppo dirigente nel gestire la politica industriale di Roma e in maniera particolare di Acea, fiore all’occhiello della città.
Come cambia adesso la discussione sul bilancio?
La discussione cambia completamente. Sono settimane che chiediamo che la delibera 32 venga accantonata e che si proceda all’approvazione del bilancio: questo significa strade, scuole, servizi alla persona e alla famiglia, investimenti e tanto altro. Da parte nostra non ci sarà quindi una volontà ostruzionistica ma assolutamente collaborativa, per cercare ogni priorità da portare avanti per risolvere, o quantomeno diminuire, il peso della crisi sui cittadini romani.
(Claudio Perlini)