La questione, recentemente affrontata su queste pagine, dell’ampliamento dell’aeroporto di Fiumicino è una problematica che vede da anni una netta opposizione non solo da parte di esperti, che considerano la faccenda una mera speculazione tipica delle grandi opere del Bel Paese, ma pure di gran parte della cittadinanza della zona dove dovrebbe sorgere la faraonica costruzione. Mentre i vertici di Aeroporti di Roma presentavano alla stampa il progetto del raddoppio dell’aeroporto “Leonardo da Vinci” denominato Fiumicino Nord, fuori dal palazzo della Confindustria un folto gruppo di cittadini residenti nel Comune di Fiumicino manifestava la propria totale contrarietà al progetto. Che prevede tra l’altro la sparizione di un riserva protetta (la Riserva Statale Naturale del Litorale Romano, di cui verrebbero distrutti 1300 ettari), tenute agricole con produzioni Dop, cementificazione fino a lambire Fregene… il tutto su di un’area dove vivono 90.000 persone. Anni fa è sorto il Comitato denominato “Fuoripista”, composto da una moltitudine di cittadini che da anni si oppongono alla realizzazione dell’opera.



Secondo un documento recentemente emesso da questa associazione, “il Piano Adr è speculazione fondiaria perché la terra che dovrebbe essere espropriata dallo Stato alla Maccarese Spa, quindi Benetton (che in qualità di impresa agricola usufruirà del beneficio della triplicazione del valore agricolo medio), è stata ceduta dallo stesso Stato allo stesso Benetton nel 1998 (3300 ettari, incluso tutto il borgo vecchio, per circa 93 miliardi)”. Inoltre, “il piano Adr è speculazione edilizia p erché prevede che su 1300 ettari di nuovo aeroporto, l’8,2% sia destinato a hotel, uffici, centri congressi, negozi, alberghi, business center, ecc. Si tratta di 106,6 ha, quindi 1.066.000 mq di nuovo cemento e mattoni” .Il Piano Adr altresì “promette 12 miliardi di euro d’investimenti ma nel frattempo sospende il completamentodel molo ‘C’, che incrementerà a ulteriori 5 milioni di transiti la capacità annuale dell’aeroporto, in attesa dell’aumento delle tariffeaeroportuali (tasse che i passeggeri pagano al gestore cioè Adr – oggi 16 euro)”. Per capire meglio le ragioni del Comitato Fuoripista abbiamo incontrato Andrea Guizzi, che è uno dei membri più attivi.



Perché ritenete inutile l’ampliamento previsto?

Perché è dimostrabile che così com’è oggi Fiumicino potrebbe accogliere molti più passeggeri e con uno standard di servizio molto più elevato. Se solo Adr avesse gestito lo scalo con la volontà di migliorarlo e investito secondo quanto previsto dal vecchio accordo alla base della concessione oggi lo scalo non sarebbe tra i peggiori d’Europa in ogni settore. Adr attua una politica di speculazione finanziaria puntando al massimo del finanziamento pubblico tramite le tariffe aeroportuali e di contro facendo scarsissimi e tardivi investimenti in tecnologie, infrastrutture interne e risparmiando sulle risorse umane. L’attuale sedime e l’attuale configurazione degli spazi di volo è in linea con altri grandi aeroporti d’Europa, ma movimenta (male) metà dei passeggeri. Londra Heathrow ha le stesse piste e fa circa 87 milioni di passeggeri anno. Come mai?



Il Comitato di cui fa parte è stato fondato anni fa… Cosa avete realizzato in tutto questo tempo?

Abbiamo fatto molto con poco. Abbiamo presentato denuncie ed esposti in merito al tema dell’inquinamento acustico e del suo monitoraggio a oggi inesistente (al contrario di quanto direbbe la legge), sulle ricadute dell’aeroporto sulla salute dei cittadini residenti richiedendo uno studio mirato che verifichi i dati allarmanti prodotti dalla Asl e da altri organi. Abbiamo sollecitato le istituzioni a tutti i livelli in modo da informare e indirizzare le scelte politiche dei diversi gruppi. Dobbiamo registrare ovviamente sensibilità diversi e diversi livelli di attenzione sul tema. Alcuni si sono dimostrati attenti e sono convintamente contro questa che non considerano un motivo di sviluppo ma una speculazione (ad esempio, il Pd di Fiumicino e in Regione e Provincia), altri, soprattutto sul versante del centrodestra, o tentennano nel prendere posizione oppure si sono schierati a favore del progetto. Segnalo la secondo noi scandalosa posizione del sindaco di Fiumicino Canapini, che per molto tempo ha negato l’esistenza del progetto, poi ne ha minimizzato gli effetti e oggi dice che è leggermente preoccupato, ma che non può comunque fare nulla in merito se non da spettatore interessato. Canapini è presidente dei Comuni Aeroportuali in Anci, consigliere di Adr e Sindaco da anni e non ha mai sentito una sola volta il Comitato su questo tema. No comment. Abbiamo anche fatto convegni e riunioni sul territorio per informare la popolazione spesso sostituendoci alla politica e alle istituzioni totalmente silenti sul tema. Abbiamo portato le nostre istanze fino al Parlamento italiano ed europeo. Alcuni parlamentari tra cui cito Madia, Ferrante, Della Seta hanno presentato interrogazioni su questo progetto senza grandi soddisfazioni per ora.

 

Esistono alternative al progetto attuale?

 

Sì, rendere efficiente l’aeroporto attuale, portare a termine gli investimenti previsti, rendere intermodale il trasporto spostando parte del traffico nazionale dall’aria alla rotaia, aumentare il tasso di riempimento degli aerei, migliorare il controllo aereo per abbattere i tempi di attesa in atterraggio e potrei continuare. A sedime costante Fiumicino potrebbe movimentare il doppio dei passeggeri attuali.

 

Le forze politiche sembrano essere tutte d’accordo sulla realizzazione del progetto.

 

Non tutte. È evidente però la forza della lobby di Adr che coagula forze importanti della “malata” economia italiana. Costruttori, banchieri, finanzieri e i loro alfieri politici o lobbisti di professione hanno un impatto mediatico e spesso sponde amiche nell’informazione nazionale capaci di veicolare un messaggio falso e farlo diventare vero e allettante. Le sirene di Ulisse dei 12 miliardi di investimento e della straordinaria crescita dell’occupazione in un momento come questo sono una manna dal cielo per politici opportunisti e speculativi privi di progettualità come quelli citati. E molti altri.

 

A Ciampino pare che le cose si stiano mettendo bene per la cittadinanza, dato che l’inquinamento acustico è stato dimostrato e probabilmente verranno posti dei limiti al traffico.

 

A Fiumicino non c’è controllo delle emissioni acustiche e men che meno di quelle in atmosfera. La zonizzazione acustica inserita nel Piano Regolatore di Fiumicino è basata su modelli matematici e simulazioni e non su dati reali. Intorno all’aeroporto ci sono poche centraline, i loro dati non sono pubblici, sono posizionate fuori dai coni acustici principali. Dalle misure fatte per Legambiente da una società specializzata e pubblicati risulta che Fiumicino oggi è fuorilegge per le emissioni acustiche. Nessuno si muove, abbiamo chiesto anche noi l’attivazione del Cristal come per Ciampino, ma senza ottenere appoggio da nessuna delle istituzioni preposte. Non ci sono accorgimenti intorno all’aeroporto per l’abbattimento dei livelli acustici nonostante ci sia una tassa apposita che destina risorse per questo, l’Iresa, mai riscossa dal Comune. Pensi in che Paese siamo…