Fra polemiche e ricorsi partirà ufficialmente il primo dicembre il tanto sospirato restauro del Colosseo. Un intervento agognato da ben 73 anni e che ha potuto vedere la luce grazie all’intervento di un privato: il proprietario del marchio Tod’s, Diego Della Valle, finanzierà il restyling del monumento simbolo della città eterna con un “obolo” da 25 milioni di euro. Disponibilità che il “Signor Tod’s”, sgombrando il campo da polemiche attribuisce a puro mecenatismo e non ad un operazione commerciale e di marketing. 915 giorni di lavori ininterrotti fanno sapere il ministro per i Beni e le Attività culturali, Lorenzo Ornaghi, la sovrintendente per i Beni archeologici di Roma, Mariarosaria Barbera, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, durante la presentazione del progetto, per rifare il look al Colosseo, in tre fasi distinte. Dal 2015 verrà, poi, completamente ridisegnata la viabilità dell’area intorno al monumento per proteggerlo da smog ed agenti atmosferici provocati dai gas di scarico di auto e mezzi pubblici. Intanto il Codacons non ha alcuna intenzione di fare marcia indietro: dopo che il Tar ha annullato il ricorso presentato dall’associazione, i legali di quest’ultima fanno sapere che si rivolgeranno direttamente al Consiglio di Stato. Abbiamo chiesto per Ilsussidiario.net, un commento alla Senatrice Diana De Feo, Presidente della commissione cultura di Palazzo Madama.



Senatrice, cosa pensa dell’intervento dei privati per il restauro delle bellezze artistiche del Belpaese?

Abbiamo questo immane patrimonio artistico che, purtroppo, non è la maggiore preoccupazione della nostra classe politica. E’ innegabile, però, che il nostro futuro sta nel nostro passato. Oggigiorno è possibile contraffare qualsiasi cosa ma non le nostre opere, i nostri paesaggi né tanto meno il nostro patrimonio archeologico. Se, come in questo momento storico, c’è una scarsità di fondi, ben venga l’intervento dei privati come è accaduto per il Colosseo che grazie a Della Valle tornerà a splendere.



E le polemiche e i ricorsi sollevati per l’assegnazione dei lavori al patron della Tod’s?

I ricorsi non mancano mai ma sono stati del tutto inutili. Anzi. Dobbiamo ringraziare Roberto Cecchi che quando ha cominciato l’iter di assegnazione dei lavori per l’Anfiteatro Flavio, era commissario per il polo archeologico della Capitale e segretario generale del Mibac. Un vero super esperto che nonostante le varie battute d’arresto dovute alla burocrazia e ai vari ricorsi, ha proseguito in quest’opera che ci permetterà di rivedere ringiovanire uno dei monumenti più stupefacenti del mondo.



Pare che il Colosseo ne abbia davvero bisogno: è stato, infatti, scoperto che ha un dislivello di 40 centimetri.

Si tratta di una questione millimetrale, non penso ci siano rischi per la struttura del monumento. Del resto, proprio il Colosseo ha resistito ad un terremoto nel 200 dopo Cristo: entrando nell’anfiteatro, dalla parte dei Fori Imperiali, c’è un epigrafe che ricorda l’intervento di mecenate, un patrizio romano, che ha finanziato alcuni lavori di restauro per i danni causati dalla scossa: è un monumento straordinario che ha resistito millenni e resisterà ancora per lungo tempo. Servono, però, lavori che aiutino a conservarlo meglio e più a lungo. Purtroppo, sono ancora molti gli episodi che denotano incuria e disinteresse per le nostre opere d’arte.

Cioè?

Proprio oggi è caduto un pezzo di intonaco da un cornicione del Museo Borghese che ha subìto un lungo periodo di restauri e poi è stato riaperto durante il ministero Veltroni, quindi solo una quindicina di anni fa. Questo fatto sorprende non poco. Sono personalmente impegnata nel consiglio di gestione delle Ville Vesuviane che necessitano di interventi immediati: oltrettutto, prima erano un ente pubblico e lo Stato ci sosteneva ora, invece, sono gestite da una fondazione. E quale soluzione migliore se non quella di reperire sponsor privati per finanziare i lavori di restauro? Da anni sto anche cercando fondi, magari americani, per la Chiesa di Sant’Onofrio che racchiude un’abside dipinta e opere di Pinturicchio, Carracci e Domenichino e che necessita urgentemente di restauri. Mi sono poi battuta per il sostegno al mecenatismo di un gruppo di imprenditori internazionali: una cordata di 2500 attori in tutto il mondo che, insieme, si sarebbero dovuti occupare della ristrutturazione di Pompei. Purtroppo, questa operazione prima è stata intralciata da problemi burocratici e poi dall’amministrazione che non gradiva la presenza dello sponsor.

Ci sono altri monumenti a Roma che hanno urgente necessità di interventi?

E’ stato fatto un grande lavoro sul Palatino ma resta la Domus Aurea dove le infiltrazioni velano gli affreschi e il Tempio di Romolo.