Sembra che la situazione stia sfuggendo di mano. Centinaia di lavoratori dell’Alcoa si sono riuniti di fronte al ministero per lo Sviluppo Economico, mentre al suoi interno è in corso una riunione per decidere il futuro dell’azienda di Portovesme (Sulcis) produttrice di alluminio primario. Attorno al tavolo sono seduti il ministro Corrado Passera, i sindacati, la proprietà e i rappresentanti della Regione. Se al più presto non si troverà un acquirente, lo stabilimento chiuderà. E’ la decisione assunta dalla proprietà nell’ambito di un progetto di ridimensionamento globale. Nel mentre, a poche decine di metri, in strada, infuria il caos. Esplodono petardi, bombe carta, mentre gli operai continuano a tamburellare il terreno con i propri elmetti. Uno di loro, nella confusione, è rimasto leggermente ferito ad un ginocchio. Il responsabile del settore economia del Pd, Stefano Fassina, ha rischiato il linciaggio. Mentre stava rilasciando alcune dichiarazioni a delle telecamere, un gruppo di lavoratori dello stabilimento si è avvicinando bersagliandolo di insulti, urlando frasi come «ci avete venduto» o «andate a lavorare». Sembra inoltre che ci siano stati degli scontri con le forze dell’ordine, in cui sarebbero rimasti feriti due carabinieri, un finanziere e un altro manifestante. Salvatore Barone, capo del dipartimento industria e crisi aziendali della Cgil, in questo momento siede al tavolo della trattativa. IlSussidiario.net è riuscito a raggiungerlo nei pochi minuti di sospensione dei lavori. «La situazione  – spiega -, in realtà, al di là di qualche tafferuglio e del tam tam mediatico è, attualmente, tutt’altro che sfuggita di mano. Certo, scoppiano i petardi, e, oggettivamente, la tensione è particolarmente elevata. Ma quanto sta accadendo resta sotto lo stretto controllo del servizio d’ordine sindacale che sta gestendo la circostanza in maniera del tutto adeguata». Veniamo a quanto, invece, sta accadendo tra le mura del ministero di Via Molise: «il confronto procede a ritmo serrato. Non nascondo che è estremamente difficile e complesso. Ma, pian piano, sta andando avanti. Attendiamo gli sviluppi. Sappiamo che ne avremo ancora per diverse ore».



Le aspettative del sindacato, così come quelle dei lavoratori coinvolti, sono estremamente elevate. «Si tratta di creare le condizioni perché subentri un nuovo imprenditore; condizioni nuove e diverse, rispetto al passato, tali da poter garantire la prosecuzione dell’attività industriale dell’azienda». 

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