A Roma è scontro aperto sugli aumenti delle tariffe aeroportuali. Undici euro in più che fanno discutere le parti in gioco a venti giorni dalla chiusura della trattativa sulla base del nuovo contratto. È bastato solo cominciare a parlarne infatti per accendere gli animi da un lato di Adr, la società che ha in gestione gli aeroporti romani e che propone l’aumento (avvallato da Enac), e dall’altro delle associazioni di rappresentanza delle categorie coinvolte. Adr sostiene la necessità degli aumenti tariffari: le nuove tariffe, che passerebbero da 16 a 26,7 euro sarebbero comunque inferiori del 17% all’attuale media europea (che è di 31,2 euro) e tenderebbero ad allinearsi a quelle di Sea, il gestore degli aeroporti milanesi di Linate e Malpensa che le ha aumentate di recente. Dal canto loro, invece, Assaereo, Ibar, Comitato utenti e Aoc sostengono che “il nuovo pacchetto di aumenti tariffari è insostenibile e indebolirà ulteriormente un settore e una domanda già in grande difficoltà”. In “assenza di nuove opere”, spiegano le associazioni, “saranno richiesti aumenti di corrispettivi fino al 97% a carico dell’utenza dell’aeroporto per sovraremunerare una struttura inefficiente, vecchia e fatiscente”.
Chi non sembra dare troppo peso alla querelle è Oliviero Bacelli, vicedirettore del Centro di economia regionale trasporti e turismo (Certet) dell’Università Bocconi, dove ricopre anche l’incarico di docente di Economia dei trasporti. Bacelli, che si è a lungo occupato delle strategie di gestione degli aeroporti, intervistato da ilsussidiario.net tende infatti a sottolineare maggiormente il ruolo delle società di gestione che hanno l’incarico di gestire gli hub come vere e proprie aziende e dovrebbero farlo cercando di autofinanziarsi.
Cosa pensa dell’ipotesi di aumentare le tariffe aeroportuali romane?
È una “non notizia”. Ci troviamo di fronte solamente a uno dei primi passaggi della fase di confronto con l’utenza così come previsto dall’iter dei nuovi contratti di programma. Non è stata approvata nessuna decisione deliberante. È un processo in corso che sarà ancora molto lungo.
Quali saranno le prossime tappe?
Gli aumenti tariffari dipendono da una serie di approvazioni che devono essere concesse: prima da parte di Enac e poi dei ministeri competenti, quello dell’economia, dello sviluppo economico e dei trasporti. Ma prima è prevista una fase di consultazione con l’utenza.
Gli aumenti tariffari verranno deliberati?
Io dico di no. Ci sono forti divergenze sul tema.
Qual e è a suo avviso la priorità?
Il nocciolo della questione è il piano degli investimenti previsti per gli aeroporti di Roma. È chiaro che il sistema tariffario deve ripagare il piano di investimenti in una logica completamente privata. La priorità è l’evoluzione dell’aeroporto di Fiumicino che ha bisogno di un ammodernamento urgente e rilevante.
Adr deve dunque comportarsi come una vera e propria azienda.
Sì. Non c’è altra soluzione che l’autofinanziamento per le società di gestione. Solo alcuni aeroporti del Sud sono destinatari di contributi pubblici, soprattutto di carattere comunitario.
(Matteo Rigamonti)