Alla fine l’assedio c’è stato, ma poteva andare molto peggio. Si è conclusa con un bilancio di quindici fermati e dieci feriti tra poliziotti, carabinieri e finanzieri la giornata di proteste contro austerity e precarietà che ha portato a sfilare tra le vie della capitale almeno settantamila persone tra movimenti per il diritto all’abitare, No Tav, No Muos, centri sociali di tutta Italia, precari e collettivi studenteschi. In una Roma blindata, il corteo ha preso il via alle 14 a piazza San Giovanni, ma la tensione è cresciuta davanti al ministero dell’Economia, in via XX settembre, e poi in via Goito dove si trova la Cassa depositi e prestiti. In quel momento, dalla coda del corteo dove erano tenuti a debita distanza dal servizio d’ordine, si sono staccati decine di antagonisti incappucciati, con caschi, occhiali scuri e maschere, che hanno scatenato la guerriglia: diversi i lanci di bombe carta contro i blindati, sprangate alle vetrine di negozi e alle banche, ma alla fine tutto si è risolto senza troppe conseguenze, anche grazie all’opera preventiva delle forze dell’ordine. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, si è complimentato proprio con gli agenti impegnati ieri pomeriggio per “l’ottimo lavoro svolto e la straordinaria professionalità dimostrata”, condannando “nel modo più fermo” le violenze ma osservando che “grazie anche al pacifico comportamento della maggioranza dei manifestanti” è stato possibile evitare “maggiori e più gravi conseguenze”.