Io me la ricordo, la data del mio battesimo. E non perché abbia una memoria elefantiaca e diciamolo precocemente straordinaria. Tutt’altro. Semplicemente so quando sono stata battezzata perché la mia mamma me lo ha raccontato ed è una data facile da tenere a mente, il 15 agosto (l’anno non lo dico perché sono sempre una signora). Comunque ben 35 giorni dopo essere venuta al mondo. 



La cappellina era quella dell’allora nascente Santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa e i miei zii erano arrivati dall’Umbria in Sicilia, dopo un’estenuante viaggio in macchina, per farmi da padrini. E fu una festa, non solo perché ero la primogenita fortemente voluta da una famiglia un po’ sconclusionata e decisamente zingaresca, ma perché mi chiamavo Cristiana, nome non scelto a caso. Ho fatto questa incursione autobiografica solo per dire che da prima della classe il compito a casa, assegnato ieri da Francesco, lo avevo evaso da un pezzo. 



Sono uno delle poche che ha sempre saputo la data del suo battesimo. Più per avvolgenti circostanze familiari che per consapevolezza cristiana dell’evento. In ogni caso sono a posto. Quello che ha chiesto Bergoglio ai 50mila presenti alla catechesi in piazza san Pietro io l’ho già fatto. 

Mi piace questa insistenza del pontefice argentino sulla memoria della propria appartenenza cristiana. Abbiamo bisogno di gesti, segni, date, ricordi, foto e filmini per puntellare una fede troppo fragile, pronta a vacillare al minimo intoppo. Per chi non ne fosse al corrente, per la seconda volta nel giro di un paio di mesi, Francesco è tornato ad interpellare la folla sulla data del proprio battesimo, quello che lui ha chiamato il “secondo compleanno”. Come al solito ha chiesto di fare, tramite alzata di mano, un sondaggio immediato su quanti ricordavano il giorno e l’anno, ironizzando persino sull’incertezza imbarazzata di molti vescovi presenti. 



Eppure la curiosità non è peregrina. Come ha spiegato bene il Papa con il Battesimo si nasce alla Chiesa, è il sacramento che definisce l’identità del cristiano, “il punto di partenza di un cammino bellissimo, un cammino verso Dio che dura tutta la vita”. Un cammino – ha continuato il pontefice – che è anche di conversione, sostenuto com’è dal sacramento della Penitenza. 

Nella sua catechesi, dedicata tutta al tema, anche l’accostamento del Battesimo ad un intervento potente della misericordia di Dio nella nostra vita. Un’azione salvifica, una specie di blitz, una bomba di Grazia che rinnova e fa pregustare già “la bellezza e la bontà del Regno dei cieli”.

Ecco perché ricordare. Per fare memoria di quella luce che dà forza, che tira fuori dall’oscurità del peccato, che fa nascere una seconda volta e per sempre. Bella cosa. Io sarei pure per mettere la data sul passaporto oppure sulle prime pagine delle agende, sapete quelle con tutti i dati personali imprescindibili? E se ciò non fosse civilmente possibile almeno organizzare un festeggiamento adeguato. Magari con banchetto, torte e candele. Come avviene per i compleanni. Senza regali, perché il dono è già arrivato dall’inizio e non prevede scadenza né usura. 

Leggi anche

IL PAPA E LA GUERRA/ Mentre la carne sanguina, il realismo della pace viene solo dal VangeloPAPA FRANCESCO/ Lo sguardo di Bergoglio su ambiente, economia e guerreUCRAINA, RUSSIA, EUROPA/ "Dal corpo di pace alla dittatura Ue, cosa mi ha detto papa Francesco"