L’Accademia Filarmonica Romana è una delle più antiche istituzioni musicali romane e italiane. Venne fondata nel 1821 sulla scia del grande fenomeno del “dilettantismo”; i giovani esponenti dei ceti alti ricevevano di solito una eccellente preparazione musicale, che mettevano poi in pratica coll’eseguire musica appunto “per diletto” nei propri salotti. A fondare la Filarmonica fu dunque un gruppo di nobili e di agiati borghesi guidati dal marchese Raffaele Muti Papazzurri: cantanti e strumentisti “dilettanti” decisi a riunire le proprie energie per l’esecuzione non solamente di brani isolati ma di intere opere liriche in forma di concerto. Ben presto – con il riconoscimento ufficiale dello stato pontificio, nel 1824 – la Filarmonica modificò l’assetto di accordo amichevole fra privati, per arrivare ad assumere un ruolo di primo piano nella vita culturale cittadina. Oggi è una delle istituzione musicali romane interamente private che ha una caratura internazionale.



Questa premessa a carattere storico è necessaria in quanto l’Accademia, da privato ben oculato, ha utilizzato per diversi anni fondi provenienti da lasciti ed elargizioni liberali per darsi “una casa”. L’Accademia è co-proprietaria del Teatro Olimpico, una vasta sala (circa 2000 posti) nel quartiere Flaminio in una bella piazza sul Tevere da dove il  “ponte della musica” collega l’area dove è stato costruito il Parco della Musica con il Foro Italico. Tutto per bene, direbbe Pirandello. E tutto bello, anche il quartiere Flaminio è ad altissima densità abitativa (e gran parte dei garage sono stati convertiti in botteghe). L’esito è che in serate normali è difficilissimo parcheggiare nei pressi del Teatro Olimpico e, per di più, i mezzi pubblici sono ad oltre un chilometro di distanza. Il 31 ottobre, data dell’inaugurazione della stagione, allo Stadio Olimpico (sull’altra sponda del Tevere) si giocava in serale una partita di calcio (Roma-Chievo) , fondamentale per gli esiti complessivi di una delle due squadre della città. Giungere al Teatro e trovare modo di parcheggiare è stata, in quella serata particolare, una vera sofferenza.



Ripagata, però, da Angela Hewitt, con l’Ensemble da camera della Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai che aperto con grande successo stagione n. 193 dell’Accademia Filarmonica Romana. L’inaugurazione è stata in ricordo di Roman Vlad, maestro cosmopolita, eccezionale promotore e divulgatore della cultura e della vita musicale italiana, scomparso lo scorso 21 settembre, che della Filarmonica è stato direttore artistico per due mandati (1955-58, 1966-69), presidente dal 1994 al 2006 e dal 2007 presidente onorario. Considerata da The Guardian la migliore interprete di Bach dei giorni nostri, la grande pianista canadese che al Kantor di Lipsia ha dedicato gran parte della sua straordinaria carriera artistica, presenta un programma interamente dedicato alle sue musiche, con quattro Concerti di cui è stata, oltre che pianista, anche direttore del complesso da camera nato nel seno di una delle orchestre più importanti e rappresentative del nostro Paese.



La serata è iniziata con il Concerto n. 3 in re magg. per clavicembalo, archi e continuo BWV 1054, ed è proseguirà con il Concerto n. 6 in fa magg. per due flauti, clavicembalo, archi e continuo BWV 1057, il Concerto brandeburghese n. 5 in re magg. BWV 1050 per flauto, violino, clavicembalo, archi e continuo e il Concerto n. 1 in re min. BWV 1052 per clavicembalo, archi e continuo. Il consenso dei circa mille spettatori (molti considerando le difficoltà di raggiungere il teatro) è stato suggellato da applausi al termine di ogni Concerto.  “Con una programmazione per un pubblico di tutte le età, fortemente radicata nel territorio e allo stesso tempo di respiro internazionale, l’Accademia Filarmonica Romana –ha spiegato il Presidente Paolo Baratta – conferma le preziose collaborazioni con istituzioni cittadine, nazionali e internazionali” . “La stagione – prosegue il direttore artistico Cesare Mazzonis – alterna il giocoso e quel che suole definirsi ‘serio’, il tragico e il faceto. Uno sguardo verso l’antico, musica dal ben consolidato repertorio, musica contemporanea e alcune curiosità, con una attenzione rivolta al giovane pubblico. Non una scelta unica e definita, se non quella di una forte varietà che ci auguriamo interessi e diverta”.

Numerosi gli appuntamenti di rilievo. Ad esempio, giovedì 21 novembre si potranno ascoltare il clarinettista Alessandro Carbonare e l’ensemble di percussioni Tetraktis che in vent’anni di attività hanno sempre seguito un percorso senza confini che prende origine dalla musica contemporanea per incontrare altri linguaggi tra cui la musica antica, il jazz, il pop, mescolandosi con musicisti provenienti da altre esperienze.

Domenica 1 dicembre in Sala Casella , un importante evento dedicato a Goffredo Petrassi ed alla Scuola musicale romana. Figura centrale della composizione contemporanea e punto di riferimento della scena romana di secondo Novecento, di cui quest’anno ricorre il decennale della scomparsa, il ricordo di Petrassi si apre con Sestina d’autunno. Veni, creator Igor per sei esecutori, composto come omaggio a Stravinskij e prosegue con musica di Bortolotti, Sbordoni, Panni, Pennisi, Morricone. Il 16 gennaio 2014 al Teatro Olimpico si prospetta una serata d’ironia con il virtuosismo e la trascinante energia gitana dello straordinario violinista ungherese Roby Lakatos, il “violinista del diavolo” come spesso viene soprannominato. Grazie alla complicità di un quintetto strumentale, Lakatos ricostruisce un mondo variopinto di colori e di ritmi, mescolando sapientemente musica di tradizione classica con la vitalità tzigana, i ritmi e le melodie jazz. Per il Giorno della Memoria (30 gennaio) la voce di Remo Girone leggerà alcune poesie di Paul Celan uno dei più grandi poeti in lingua tedesca del secolo scorso, e di Primo Levi A Girone si alterna il canto del baritono Vito Priante interprete dei Vier ernste Gesänge di Brahms (al pianoforte Dominique Trottein).

Da segnalare i quattro concerti, dal 6 al 9 febbraio, in coproduzione con l’Accademia di Francia per il Festival Controtempo, la Filarmonica presenta in Sala Casella e all’Accademia di Francia quattro straordinari concerti ideati dal Quatuor Diotima, ensemble attualmente in residenza come “Voix Nouvelle” Royaumount al Théâtre d’Orléans, fra le migliori formazioni da camera francesi. Quattro appuntamenti che accostano in maniera originale gli ultimi Quartetti di Beethoven ai quattro Quartetti di Schoenberg e al Livre pour Quatuor di Boulez, quest’ultimo di rara esecuzione. L’idea del ciclo è stata quella di ricreare un accostamento che Schoenberg aveva immaginato per la prima del suo Quarto Quartetto nel 1937, spinto dalla volontà di inserire la sua musica nella continuità della storia della musica tedesca. A questo accostamento il Diotima ha aggiunto il Livre pour quatuor di Boulez con cui la formazione collabora da diversi anni.

Altro appuntamento stuzzicante il 27 febbraio, inedito incontro, quello fra La Reverdie, uno dei migliori ensemble italiani di musica medievale, e l’attore Paolo Rossi, qui in veste anche di regista, in Le Roman de Fauvel di Philippe de Vitry, prima rappresentazione assoluta realizzata in coproduzione con la Società dei Concerti “Guido Michelli” di Ancona e la Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli” di L’Aquila. Di rilievo giovedì 27 marzo il concerto del tenore inglese Ian Bostridge, considerato uno dei maggiori cantanti viventi, accompagnato dal pianista Julius Drake cui è legato da un sodalizio artistico di oltre dieci anni. La serata si apre con Winterreise di Schubert . Altro autore particolarmente amato da Bostridge di cui è uno dei più importanti interpreti, è il compositore inglese Benjamin Britten di cui il cantante interpreterà Winter Words op. 52.

Infine per il quarto anno consecutivo si rinnova la collaborazione con AsLiCo per il progetto OperaDomani dedicato al giovane pubblico, che quest’anno sarà dedicato all’Aida di Giuseppe Verdi. Attraverso tre percorsi didattici pensati per i diversi ordini delle scuole, il progetto coinvolgerà insegnanti, genitori e studenti: sono Celeste Aida per la materna e primaria (Opera Kids), Verdi 2.0o per le superiori (Opera.it), e Aida, amore è coraggio per Opera Domani riservato alle medie. Gran finale di stagione con un duo famoso in tutto il mondo, quello delle Sorelle Labèque, giovedì 29 maggio al Teatro Olimpico. Ospiti regolari delle orchestre più prestigiose, presenti sui palcoscenici delle sale da concerto e festival di tutto il mondo, Katia e Marielle sono capaci di spaziare dal repertorio antico al contemporaneo, fino al jazz, rock e pop. Per l’appuntamento che chiude la stagione, il duo presenta un programma tratto dal grande repertorio americano, per cui le Labèque eccellono, affiancato da Raphael Seguinier e Gonzalo Grau alle percussioni: tre preludi per due pianoforti di Gerswhin (nell’arrangiamento Irwin Kostal), Four Movements (2008) di Philip Glass, finale con West Side Story di Bernstein.