Cominciano a fregarsi le mani gli albergatori di Roma in vista del Conclave che eleggerà il prossimo Papa, dopo le dimissione di Benedetto XVI. In città fervono i preparativi per quest’evento che oltre ai cardinali provenienti da tutto il mondo richiamerà l’attenzione di giornali ed emittenti televisive. Fioccano, dunque, le prenotazioni per quella serie di appuntamenti memorabili e storici in programma nella capitale fino al giorno della fumata bianca. Per fare previsioni a lungo termine è ancora prematuro, ma Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma si sbilancia:“Attualmente registriamo un 10% in più di prenotazioni delle stanze per via dei giornalisti e delle troupe televisive. Il picco, però, è atteso dopo l’elezione del Papa, a incidere sui numeri finali peserà anche la nazionalità del nuovo pontefice”.



Da qualche giorno i riflettori di tutto il mondo sono puntati sulla capitale. Il Conclave, in chiave turistica, cosa porterà alla città?

Abbiamo calcolato circa un 10% in più di presenze a Roma per tutto il mese di marzo.

Ci sarà il sold out negli alberghi della città?

Il tutto esaurito forse no. Roma in questo momento non è nel periodo di altissima stagione. Abbiamo una percentuale di occupazione media intorno al 65%, per cui si arriverebbe al 75 quindi c’è ancora molto spazio disponibile.



Quando ci sarà la maggior affluenza di turisti – fedeli?

In questo momento sono presenti a Roma i giornalisti e gli operatori delle tv di tutto il mondo, i fedeli non ci sono ancora, almeno in un numero significativo. Non dobbiamo farci ingannare dalla piazza, molte delle persone che affollano San Pietro sono romani o stranieri già presenti in città. Non credo che per il Conclave si muovano turisti o fedeli dal Giappone o dagli Stati Uniti.

Secondo lei quindi i fedeli giungeranno dopo la proclamazione?

Direi di sì. Tutto dipenderà dalla nazionalità del nuovo pontefice. Di solito, come accade sempre in questi frangenti, vengono i fedeli della nazionalità di riferimento del Papa. Il numero varia a seconda del paese di provenienza: se fosse un papa della Nuova Guinea probabilmente non ci sarà un grande afflusso, se fosse, invece, sudamericano,canadese o europeo allora magari l’afflusso sarebbe superiore, come abbiamo notato dai numeri degli anni passati.



Che tipo di sistemazione prediligono i turisti?

Bed and breakfast e hotel di categorie inferiori e limitatamente alla zona molto vicina al Vaticano.

Rispetto al Conclave del 2005 che ha eletto Papa Ratzinger che differenza ci può essere?

  Non si può fare un paragone perché nel 2005 ci sono stati anche i funerali di Papa Giovanni Paolo II, e i funerali sono un evento che porta a Roma tutte le delegazioni dei capi di Stato di tutto il mondo, al di là dei fedeli che sono stati centinaia di migliaia a visitare la salma. Questa volta è diverso, perché le dimissioni di Benedetto XVI sono state un atto amministrativo.

 

Che periodo sta vivendo il turismo romano? Il Conclave può rappresentare una bella bocca d’ossigeno?

Diciamo che il fatto di stare sui telegiornali di tutto il mondo da qualche giorno e per tutto il mese di marzo farà si che, come al solito, ci sarà un’onda lunga ad aprile, maggio e giugno. Questa presenza mediatica aiuta a scegliere Roma come prossima destinazione per le vacanze indipendentemente dall’elezione del Papa. È come se facessimo una pubblicità televisiva in tutto il mondo a costo zero.

 

Che riscontro vi aspettate?

Trattandosi di una forma di propaganda, speriamo di ripetere i numeri dell’anno dopo il Giubileo, quando nei primi mesi del 2001 abbiamo registrato un aumento del 18% circa, Incremento dovuto solo all’effetto mediatico.

 

(Elena Pescucci)