Allons enfants. Dove? Avanti, la Francia va sempre avanti, si sa. Anticipa, vola a marce forzate verso il progresso, indica la via. Quale? Della liberté, dell’égalité e della fratrenité. Per esempio, la libertà di sposarsi con persone dello stesso sesso, finalmente, con una legge che viene votata ieri dall’Assemblea Nazionale. Ma non la libertà di manifestare contro questa legge, che ha portato centinaia di migliaia in piazza, in nome della famiglia, quella che s’intende secondo la natura e il buon senso, ovvero un padre, una madre, dei figli. Questa libertà in Francia non c’è, se è vero che decine di manifestanti sono stati trattenuti tutta la notte in celle maleodoranti e soffocanti, trattati come criminali. Diversamente da come sappiamo la Francia liberale tratta da sempre leader e seguaci della sinistra più radicale. Perfino i poliziotti erano interdetti e dispiaciuti di dover eseguire ordini “dall’alto”. Atri tutori dell’ordine, in sintonia con la mentalità comune, senza aspettare ordini, hanno pensato di arrestare, ad esempio, un tranquillo papà di famiglia, pericoloso sovversivo, che ai giardini esponeva una felpa con disegni e scritta a difesa del matrimonio tra uomo e donna. Guardate i filmati, sollevato mani e piedi e trascinato in commissariato, obbligato a liberarsi della inaccettabile provocazione. Cercate i filmati, leggete i resoconti su qualche sito clandestino , perché sula grande stampa non troverete nulla (anche su quella italiana, io ho dovuto ricorrere a Tempi). O al massimo potrete scoprire che sì, qualche esagitato conservatore omofobo è sceso in piazza con grida isteriche contro le democratiche decisioni dei suoi parlamentari, ma per fortuna vivaci contromanifestazioni hanno ricordato a tutti di che pasta sono i cittadini francesi. Peccato che le contromanifestazioni contassero qualche migliaio di menti illuminate, non di più. Ma in certi casi i numeri non contano, conta il valore simbolico. Succede anche da noi, dipende dall’informatore: per Santoro o Il Fatto la protesta pro Rodotà l’altro giorno riempiva piazza Montecitorio.
E si trattava di una folla inneggiante ad un uomo scelto dalla stragrande maggioranza dei cittadini: 4000 persone, ci hanno rivelato infine. Oggi pomeriggio, a Roma, piazza Farnese sarà teatro di una manifestazione imbarazzante, e insolita: a favore dei manifestanti di Parigi, malmenati dalla polizia, davanti a quell’ambasciata gioiello d’arte e onorevole di storia. Nessuna preoccupazione, saranno in pochi: i soliti fanatici di quei temi etici su cui non si vincono le elezioni. Di più: parlamentari del centrodestra, di Berlusconi, con che faccia si mettono a parlare di etica, quelli. Saranno in pochi, con magliette e felpe colorate, a difendere la famiglia e la libertà di difenderla. In nome di una società umana, di una visione antropologica che preserva sempre il più debole, in questo caso i bambini, dagli egoismi e dalle pretese dei forti. Ma torniamo al trittico di parole simbolo che hanno fatto la storia della modernità. Al secondo posto c’è égalité: è una questione di uguaglianza, punto e basta. I gay sono persone uguali e hanno il diritto a sposarsi e adottare dei figli, se lo credono. E perché non di scambiarseli, i figli, di non volerli più, quando non ne abbiano più voglia, o di sposarsi in tre, quattro, chissà, la poligamia ha una tradizione antica e i suoi vantaggi. Perché non abbiamo tutti il diritto, certificato dalle legge, di fare tutto quel che vogliamo della nostra e altrui vita, soprattutto altrui? Perché tocca chiedere all’altrui un parere, perlomeno. Ma poiché i bambini non parlano fino a due anni, e poi balbettano, e chiedono solo pappa e pipì, non vale la pena perder tempo. Quando crescono si adattano, e in più sono indottrinabili, possiamo perfino fargli dire quanto è bello vivere in una nuova famiglia allargata, avere due papà con cui giocare con la play o due mamme che ti preparano la colazione. Non si trattano da uguali cose diverse. Chiedete a un uomo senza gambe se si può pretendere che gareggi con atleti “normodotati”.
Ma l’omosessualità non è una menomazione, è una scelta. Una scelta diversa, però, checché se ne dica, forzando la ragione, la realtà e forzando la scienza a forzare la natura. Perché i figli nascono dall’unione di un uomo e una donna, e due omosessuali se vogliono un figlio hanno bisogno di una donna, se sono due uomini, di un uomo, se sono due donne. Elementare, semplice, naturale. Poi ci sarebbe la fraternité, e mi limito solo ad illustrarla con l’impeccabile comportamento dei flics parigini: spettatori fraterni di una manifestazione pacifica, famiglie con bambini, come dimostrano cronache e filmati, benché clandestini. Oggi pomeriggio a Roma un manipolo di scriteriati cercherà di imitarli. Inutile sperare in un’ alzata di coraggio, per esempio da parte di qualche cristiano residuo. C’è un governo in ballo, c’è la crisi, e questo solicello di primavera, dopo tre giorni di pioggia, ideale per un gelato a passeggio, altroché occuparsi dei manifestanti francesi. Di questi tempi poi a manifestare si rischia il linciaggio, il cento di Roma pullula di grillini imbufaliti, cha ti assaltano al ristorante, ti insultano se non esponi il giornale giusto, meglio non cacciarsi nei guai. E soprattutto, certe cose si possono discutere in Chiesa, la politica e la vita sono un’altra cosa. Anzi, anche in Chiesa, che i sacerdoti spieghino il Vangelo, non s’immischino in scelte personali, operino in carità, che significa chacun pur soi, l’importante è l’amore , quello spray divino che ci avvolge tutti e tutti ci giustifica e assolve. Un bel paragone, l’ha fatto quel papa Francesco che citano tutti, di cui però ci restano a mente solo alcune frasi, chissà perché. Un uomo affatto omofobo, che ritiene giusto riconoscere i diritti civili alle coppie di fatto, ad esempio (che in Francia ci sono da anni, ci sono i pacs); ma sui matrimoni omosessuali… Riporto per conoscenza le parole gettate come una spada in faccia alla Presidente del suo paese, quando si trattava di una legge analoga a quella francese: «Questa non è una semplice lotta politica, è un tentativo di annientare il piano di Dio. Non si tratta di un semplice progetto legislativo, questo è solo lo strumento, bensì di una mossa del padre della menzogna, per confondere ed ingannare i figli di Dio».