È stata inaugurata a Roma la nuova scultura dell’artista Oiviero Rainaldi, dal titolo “Antigone”. È una scultura che rientra nel progetto di valorizzazione della Ex Sala Capitolare del Convento di S.Agostino, sede del Palazzo dell’Avvocatura generale dello Stato, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio.



Ricorderete tutti chi è Rainaldi, se non altro per le polemiche sorte con la realizzazione della statua del Papa alla Stazione Termini, polemiche che non ci hanno mai trovato in accordo, soprattutto dopo la rivisitazione della statua stessa. In entrambi i casi si coglieva la differenza tra un’opera moderna simbolica ed un’opera classica. Ma lo scultore è comunque un maestro riconosciuto a livello internazionale, e qui si è cimentato con la raffigurazione di uno dei miti più conosciuti e universali, come Antigone.



Collocata in forma permanente nella nicchia centrale della Sala, il bassorilievo possiede una retro illuminazione, realizzata grazie a Enel, che ha curato tutto il progetto di illuminazione della Ex Sala Capitolare. La scultura ben si addice al luogo per cui è stata realizzata, spazio in cui convivono le radici cristiane del convento agostiniano e l’identità laica dell’Avvocatura Generale dello Stato. Per la statua del Papa i simboli erano il volto ed il mantello-addirittura il vuoto del mantello- ed anche l’imponenza della statua. Qui i simboli sono diversi perché è tutto in chiave di piccole proporzioni (330 x 220 cm), i volti ed i corpi sono due, uno in piedi, Antigone e l’altro del deposto fratello, Polinice.



Questa scultura è più simile alle figure alle quali ha sempre dato forma Rainaldi, delicate ed indecise, con una loro proporzione che sembra informe, ma che appositamente non esalta le parti di un corpo, ma solo i volti , dai tratti impalpabili e dai colori naturali, in tal caso il bianco del gesso. Qui il tema è meno discusso, più interpretabile, perché la statua del papa è come se dovesse piacere a tutto il mondo, e dovesse assomigliare il più possibile al reale, mentre Antigone è sempre stato un tema più intrinseco e più simbolico, poco trattato dalle arti figurative, ma molto dalla letteratura e dal teatro.

La nicchia evoca la grotta dove Antigone fu sepolta viva dallo zio Creonte per aver disobbedito alla legge dello Stato e voluto, fedele a quella degli dei, seppellire suo fratello Polinice che, sconfitto da Creonte, doveva essere lasciato in pasto ai corvi. Il dramma di Sofocle è stato scelto dall’Avvocatura generale come simbolo dell’istituto, visto che “Antigone è figura paradigmatica del conflitto tra etica e diritto, tra la coscienza dell’uomo e la logica del potere”.

In Antigone la cosa che mi colpisce di più è l’asimmetria della raffigurazione, già di per sé una scelta molto azzardata rispetto al contesto dell’edicola in cui è inserita e dello spirito schematico legislativo. Simmetria in particolare delle due colonne e dell’edicola rispetto alla asimmetria di Antigone, mentre Polinice in orizzontale fuoriesce dalla cornice. Ci possiamo immaginare, con le debite proporzioni, le quinte del Teatro Olimpico del Palladio a Vicenza durante una rappresentazione in scena con i due personaggi, Antigone in piedi, che ha pietà, durante la deposizione, di suo fratello Polinice. 

Anche con Antigone Oliviero Rainaldi provoca il classico con il moderno! Pensiamo infatti che il tutto è realizzato nell’ambito del progetto del Vanvitelli, famoso architetto del ‘700 che, oltre al restauro del Convento di Sant’Agostino,di cui la sede dell’Avvocatura dello Stato fa parte, ottenne la carica di architetto della Basilica di San Pietro in Vaticano, che mantenne per tutta la vita. Sua è anche la riprogettazione (1750) della chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, costruita da Michelangelo Buonarroti nelle Terme di Diocleziano. E soprattutto famoso per la Reggia di Caserta.

Se dopo avere osservato Antigone torniamo a Piazza dei Cinquecento, sono sicuro che anche i critici più contestatori cambieranno parere.