Sarà inaugurata sabato 18 maggio, al Rainbow Magicland di Roma, la mostra “All’altare di Dio”, l’esposizione che rende omaggio a Giovanni Paolo II a 93 anni dalla nascita. Per la prima volta un parco divertimenti ospita una mostra dedicata a un pontefice. A Stefano Cigarini, amministratore delegato del parco, abbiamo chiesto di raccontare com’è nata l’iniziativa.   



La domanda è d’obbligo: la mostra di un Papa in un parco divertimenti, l’accostamento non è un po’ troppo azzardato?
Sì, lo sarebbe per qualsiasi Papa. Se lei prova ad immaginare Ratzinger, la cosa potrebbe sembrare lontana e distante.

Con Wojtyla l’effetto cambia?
Non pensiamo che lo sia per uno come Papa Wojtyla. Intanto bisogna pensare alla sua storia personale. Prima di diventare sacerdote e poi Papa era un giovane che faceva teatro, recitazione, che ha frequentato il mondo dello spettacolo, che conosceva e credeva molto nella comunicazione. Non solo



Dica
In tutta la sua vita ha dimostrato grande vicinanza ai bambini e alle famiglie che sono i principali frequentatori del parco.

Papa Francesco?
Il suo messaggio si potrebbe sintetizzare in tre parole: “Uscite dalle chiese”. Usa frasi che hanno una forza, anche visiva, enorme. Ne cito due che ci hanno ispirato e confortato nel nostro progetto.

La prima
Credo l’abbia detta quando è venuto a San Giovanni. Disse: “Predicate il vangelo e, se necessario, anche con le parole”.

La seconda
“Siate pastori ma con la puzza del gregge addosso”. Questo signore dorme in albergo, va per strada, stringe le mani. Non mi stupirei se un giorno lo vedessimo a via del Corso o in una sala giochi. Un signore che fino a tre mesi fa, prima che diventasse Papa, si confrontava con gente che viveva nelle favelas. Non è il prelato che se ne sta chiuso nel palazzo apostolico.



Tornando alla mostra
Credo che una mostra del genere, fatta ovviamente con foto di qualità e rispetto assoluto del personaggio, possa in realtà essere un esempio, o anche un aiuto a quel tipo di nuova evangelizzazione che la Chiesa sta promuovendo con grande vigore.

Qual è lo scopo della mostra?
Non so se lei ha figli, ma molti dei nostri bambini e di quelli che frequentano il parco non erano ancora nati quando Wojtyla era Papa. Non sanno chi è perché non l’hanno conosciuto. A me piace l’idea che un papà, o una mamma che accompagnano il loro bambino al parco, provino a spiegargli cos’ha fatto quest’uomo. Un uomo che cambiato la storia del mondo.

Com’è nata l’idea?
In maniera abbastanza casuale siamo venuti in contatto con gli organizzatori, l’agenzia che produce la mostra l’Altare di Dio, che ci hanno proposto di ospitare la mostra che prima è stata a Varsavia e a Madrid.

Ha avuto successo lì?
Calcoli che a Varsavia doveva rimanere qualche settimana in realtà è stata esposta per otto mesi.

Ha detto subito sì?
Devo dire che la prima reazione è stata la sua: ma che c’azzecca? Ho chiesto tempo per pensarci su e mi sono confrontato con alcune persone anche per capire se non andavo a calpestare terreni insidiosi.   

Cosa le hanno consigliato?
Devo dire che l’accoglienza è stata per tutti molto positiva. Male sicuramente non fa, se poi per qualcuno sarà l’inizio di una presa di contatto con la figura di Papa Wojtyla, tanto meglio. Giovanni Paolo II aveva il rispetto di persone che cattoliche non erano.

A chi sta pensando?
Rimasi molto colpito quando vidi Jodie Foster in coda con gli altri pellegrini che rendevano omaggio alla bara di Wojtyla. Non puoi non domandarti: ma chi è quell’uomo che è capace di muovere una star di Hollywood che gira scortata, che si fa chiudere la boutique se deve fare shopping? Se si riuscisse a ricreare anche solo un pochino di quell’intensità, avremo fatto una cosa buona.

Cosa vi aspettate?
Tutto e niente. La mostra è gratuita. È un nostro investimento che offriamo liberamente agli ospiti del parco, ovviamente a chi vorrà. Calcoli che l’anno scorso abbiamo fatto un milione di visitatori. Se le nostre  previsioni di crescita saranno confermate, quest’anno supereremo quella cifra. La mostra rimarrà per gran parte della nostra stagione, fino a fine ottobre. Vuoto per pieno, è pensabile che la mostra venga vista da un milione di persone. Che è più della somma dei visitatori totalizzata finora, tra  Roma, Varsavia e Madrid.

Un numero elevatissimo
Un milione di persone che per dieci, venti minuti, in una giornata di svago e divertimento, possono portare a casa anche un pezzo di umanità di quel Papa. Mi aspetto che in molti si facciano la stessa domanda che ci facciamo io e lei: perché questa mostra a cento metri dalle Wings, sotto le montagne russe?

Prima di chiudere volevo chiederle come vanno gli affari, ma mi ha già risposto
Alla seconda stagione siamo diventati il secondo parco divertimenti d’Italia. Abbiamo superato Mirabilandia e siamo la terza attrazione turistica a pagamento di Roma, dopo il Colosseo che fa un po’ più di 5 milioni di biglietti e i Musei vaticani che hanno oltre 4 milioni di visitatori all’anno.

Un volano per il turismo
Ci stiamo imponendo all’attenzione del pubblico, non solo romano, laziale o del centro Italia. L’anno scorso abbiamo fatto più di 80mila pacchetti hotel. Il primo anno i visitatori sono stati circa 700mila. Il trend di crescita è notevole, soprattutto in anni che non sono proprio i più felici dal punto di vista della congiuntura economica.