L’atteggiamento di assoluta chiusura nei confronti di qualsiasi altra forza politica, e il conseguente e inevitabile isolamento, restano caratteristiche fondamentali dell’M5S. Nonostante siano tra i fattori che in assoluto hanno maggiormente contribuito al sentimento di sfiducia e delusione di chi aveva creduto in Grillo. E’ Grillo stesso, d’altro canto, a restare inamovibile nelle sue posizioni. Dopo diversi incontri con il sindaco di Roma, Ignazio Marino, i consiglieri dell’M5S, tra cui il candidato sindaco sconfitto Marcello De Vito, avevano indetto un referendum online per chiedere alle base se fosse il caso di accettare la proposta del primo cittadino di entrare nella giunta. Marino, infatti, aveva ventilato l’ipotesi che l’assessorato alla Legalità andasse ad uno dei quattro, probabilmente a Virginia Raggi. Ma, poco prima che la consultazione online avesse termine, il comico genovese ha fatto irruzione nel dibattito, facendo sapere che il referendum non ha alcun valore: «In merito ad alcune iniziative dei consiglieri comunali di Roma si ribadisce che: il MoVimento 5 Stelle non fa alleanze, né palesi né tantomeno mascherate, con alcun partito, ma vota le proposte presenti nel suo programma», ha scritto Grillo sul proprio blog, precisando come l’unica «base dati certificata coincidente con gli attivisti M5S e con potere deliberativo è quella nazionale che si è espressa durante le Parlamentarie e le Quirinarie e quindi il voto chiesto da De Vito online non ha alcun valore».



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