Da oltre un mese veniva curato per una frattura della tibia, ma in realtà aveva un tumore osseo con metastasi ai polmoni. Per questo, un ragazzo di 20 anni ha dovuto subire anche l’amputazione di una gamba. Tutto ha avuto inizio ad aprile, quando, dopo aver avvertito i primi fastidi al ginocchio, il giovane decide di effettuare una tac e una risonanza magnetica in un centro diagnostico di Caserta, dove gli viene diagnosticata una frattura composta della tibia. Successivamente il padre decide di farlo visitare anche da un ortopedico della casa di cura Nuova Itor di Roma, e anche qui, riscontrata una frattura del piatto tibiale, al giovane paziente vengono prescritti 40 giorni di riposo e un tutore. “Alla clinica Nuova Itor mio figlio viene sottoposto prima a un prelievo del liquido e poi a un intervento di svuotamento”, spiega il padre del ragazzo, le cui parole sono riportate da Il Messaggero. Sarebbe stata proprio quell’operazione, aggiunge il genitore, “l’errore più grande: è andato a toccare le cellule di un tumore primario scatenandone l’aggressività”. Il ragazzo viene quindi portato all’Umberto I, dove viene diagnosticato un osteosarcoma metastatico, a causa del quale subirà anche l’amputazione della gamba destra. “È tutta colpa di quel maledetto intervento alla Nuova Itor – afferma il padre – ha generato una emorragia e un’infezione che non si arrestavano”. La famiglia del ragazzo ha presentato quindi una denuncia contro un ortopedico della casa di cura romana, considerato “colpevole di aver effettuato la diagnosi errata nonostante avesse avuto vari campanelli d’allarme che avrebbero dovuto indirizzarlo verso l’ipotesi di un tumore”.



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